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Andrea Iannelli

Rischio Italexit, i timori dei mercati sono eccessivi

L’assenza di deflussi dalle banche di piccole dimensioni e le rassicurazioni del Ministero dell’Economia portano a pensare che la percezione degli investitori sull’Italia sia eccessivamente negativa.

19 Luglio 2018 14:21

Subito dopo l’insediamente del nuovo governo italiano, nato dal “contratto” Lega-5Stelle, diversi osservatori avevano avanzato timori riguardo una possibile Italexit. Un’ipotesi, quella dell’uscita dell’Italia dall’Unione europea sull’esempio della Brexit, apparentemente suffragata dai primi nomi circolati per il Ministero dell’Economia (Paolo Savona) e dai punti principali del programma. Superamento della riforma Fornero e reddito di cittadinanza, infatti, potrebbero portare a un aumento del deficit, nota storicamente dolente per i conti pubblici italiani, e a un duro scontro con l'UE. Il mercato, come spesso accade, si è mosso in maniera repentina sulla scia di queste paure provocando una correzione importante per gli asset italiani.

INCONTRI DIRETTI PER CAPIRE


Senza volersi fermare alle prime evidenze, gli analisti di Fidelity International hanno voluto approfondire il tema Italia per sondare il rischio Italexit e avere una prospettiva completa sugli asset italiani, potendo contare su informazioni di prima mano. Per questo, spiega Andrea Iannelli, Investment director obbligazionario di Fidelity, “abbiamo incontrato amministratori delegati di diverse banche e i funzionari del Ministero dell’Economia e delle Finanze”.

TIMORI ECCESSIVI SU ITALEXIT


Il famigerato spread tra BTP e Bund decennali si è mosso in maniera rapida dopo la formazione del governo guidato da Giuseppe Conte. Ma il quadro emerso dagli incontri con ad delle banche e funzionari del Ministero porta alla conclusione che “i timori dei mercati per un Italexit sono eccessivi”.

NESSUN DEFLUSSO DALLE PICCOLE BANCHE


“Le banche non hanno notato nessun cambiamento degno di nota nel comportamento dei clienti in termini di afflussi o deflussi di depositi. In momenti di stress, le banche di dimensioni ridotte di solito notano deflussi mentre le banche più grandi registrano afflussi nel contesto di una ricerca della qualità e sicurezza da parte dei risparmiatori. L'assenza di variazioni di questo tipo negli afflussi/deflussi di depositi indicano che i clienti non sono di fatto preoccupati” afferma Iannelli.

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IL NODO DEL DEBITO PUBBLICO


Assenza di preoccupazione emersa anche dall’incontro con i funzionari del Ministero dell’Economia visto che, spiega l’esperto di Fidelity, “vi è la solida volontà di presentare un bilancio che non danneggi ulteriormente la già difficile posizione fiscale dell’Italia”. Inoltre, lo stesso ministro Giovanni Tria ha ribadito pubblicamente la volontà di una manovra economica disciplinata, che non vada ad appesantire ulteriormente un debito pubblico che lo scorso maggio ha toccato il record di 2.327,4 miliardi di euro.

IANNELLI: “PERCEZIONE ECCESSIVAMENTE NEGATIVA”


A questo punto Andrea Iannelli, guardando al futuro, ammette che le possibili elezioni anticipate possano rappresentare un potenziale rischio per i mercati e quindi “sarà importante seguire l’evoluzione dello scenario politico in Italia”. “A nostro avviso la percezione degli investitori internazionali, soprattutto per quanto riguarda la legge di bilancio a settembre/ottobre, è eccessivamente negativa” commenta Iannelli, che afferma di vedere “opportunità interessanti in particolare nelle obbligazioni investment grade” pur mantenendo un approccio estremamente selettivo sulle valutazioni e sulla liquidità delle obbligazioni in cui investe.

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UTILIZZO TATTICO DELLE OBBLIGAZIONI ITALIANE


Secondo l’esperto di Fidelity gli asset obbligazionari italiani, sia governativi che corporate, “tatticamente possono contribuire alla performance e alla generazione di reddito nell’ambito di portafogli flessibili e ben diversificati” andando a migliorare i rendimenti e aumentando l’efficienza rischio-rendimento per gli investitori.
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