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In attesa del meeting BCE, le possibili conseguenze per gli investitori

10 Marzo 2016 10:58
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C’è grande attesa per la riunione di oggi della Banca Centrale Europea (BCE): le mosse di Draghi, infatti, avranno inevitabili impatti non soltanto sull’economia europea e internazionale, ma anche sulle decisioni degli investitori. Scopriamo, insieme a due esperti di Fidelity International, Eugene Philalithis, Gestore di FF Global Multi Asset Income Fund e FF Euro Balanced Fund, e David Simner, Gestore di FF Euro Bond Fund e FF Euro Corporate Bond Fund, cosa potrebbe emergere dalla riunione e le possibili conseguenze per gli investitori.

“La BCE vorrà plausibilmente continuare a sostenere l'economia. Si potrebbe assistere ad un ulteriore taglio di 10 punti base (-0,10%) del tasso sui depositi, che arriverebbe così a -0,40% e ciò lascerebbe comunque un margine per eventuali ulteriori misure, tra cui l’introduzione di tassi di interesse negativi con una struttura a livelli, sul modello di quanto fatto dalla Bank of Japan, o persino un rafforzamento del programma di acquisto di asset” fa presente Eugene Philalithis secondo il quale, sebbene vi sia il rischio che la BCE possa deludere i mercati, dopo l'errore commesso lo scorso dicembre, la gestione delle aspettative è stata indubbiamente più accurata. “Dopo un inizio d’anno difficile per le banche europee, mi aspetto inoltre che la BCE si schieri a difesa degli istituti di credito della regione, sottolineando come le banche di maggiore importanza sistemica abbiano già soddisfatto, se non addirittura superato, i rigorosi requisiti patrimoniali stabiliti dalle autorità di vigilanza” specifica inoltre Eugene Philalithis mentre David Simner aggiunge: “E’ vero che il mercato si attende un taglio di almeno 10 punti base dei tassi di deposito, ma vi sono pareri discordanti sulle altre misure che la BCE potrebbe adottare. Nonostante si sconti già un taglio di 11 punti base (-0,11%) per giovedì (e un totale di 25 punti base, -0,25%, entro fine anno) non è a mio avviso da escludere un intervento più deciso. A livello macroeconomico, continuo ad essere piuttosto ottimista e quindi non ritengo necessario un intervento particolarmente deciso da parte della BCE, in una congiuntura finanziaria e monetaria già molto accomodante”.

Circa il posizionamento dei portafogli obbligazionari, nel contesto attuale David Simner ha ridotto l’esposizione del fondo [tooltip-fondi codice_isin="LU0251130638"]FF Euro Bond Fund[/tooltip-fondi] ai Bund tedeschi, che offrono un profilo rischio rendimento poco attraente, a favore di obbligazioni governative di altri Paesi europei e di obbligazioni societarie di elevato merito creditizio. Pur non escludendo che i Bund possano continuare a registrare buone performance, in un’ottica di medio periodo David Simner resta infatti convinto che le obbligazioni a spread (con extra rendimento rispetto ai titoli di stato tedeschi) possano registrare rendimenti maggiormente interessanti sia in termini assoluti sia in ottica di efficienza rischio/rendimento.

Eugene Philalithis, dal canto suo, in questo contesto di tassi ridotti e di politiche monetarie divergenti, ritiene che la ricerca di fonti di reddito richieda un approccio multi-asset ampiamente diversificato e flessibile, con l’obiettivo di ottimizzare il profilo rischio rendimento del portafoglio e per far fronte a contesti di mercato in evoluzione. “Il fondo [tooltip-fondi codice_isin="LU1116430247"]FF Global Multi Asset Income Fund[/tooltip-fondi] che gestisco, per generare un reddito target del 5% all’anno investe in maniera flessibile in 10 asset class differenti. In questa fase il posizionamento che ho adottato vede una esposizione contenuta verso i titoli di Stato, che offrono rendimenti eccessivamente modesti. Sto invece trovando valore nelle obbligazioni ad alto rendimento e nei prestiti (loans), il cui andamento è poco sensibile all’andamento dei tassi di interesse” conclude Eugene Philalithis.
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