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Anna Stupnytska

Fed, perché l’aumento dei tassi oggi è improbabile

17 Settembre 2015 10:52
financialounge -  Anna Stupnytska David Buckle Federal Reserve Fidelity International inflazione occupazione tassi di interesse USA
“L'inflazione è ancora eccezionalmente bassa e, più in generale, non credo che l'economia americana sia già abbastanza stabile da poter rischiare un rialzo dei tassi già oggi” ha commentato David Buckle, Head of Quantitative Research di Fidelity Worldwide Investment, riguardo alla riunione del FOMC della Fed in programma nella giornata odierna.

Il manager segnala poi un altro tema interessante: quello dell’impatto del primo rialzo dei tassi sull’economia. “Dal punto di vista economico, non farebbe molta differenza se il rialzo dei tassi avvenisse a settembre o a dicembre. A fare davvero la differenza sarà invece il ritmo degli aumenti successivi al primo. È importante inoltre rimarcare che dalla dichiarazione accompagnatoria e dalle proiezioni economiche della Fed si potranno ottenere interessanti informazioni sulle intenzioni della Banca Centrale USA. La retorica della dichiarazione di oggi dovrebbe in qualche modo segnalare l'alta probabilità di un rialzo nel mese di dicembre per non sorprendere il mercato. In caso contrario, se la Fed fosse incline ad una posizione dovish (accomodante), menzionando ad esempio il rafforzamento del dollaro o il rallentamento dei mercati esteri, ciò indicherebbe un probabile posticipo del rialzo al 2016. Molto importanti saranno poi le proiezioni economiche annunciate dal FOMC” argomenta David Buckle il cui riferimento è alla possibile riduzione significativa delle stime sulla piena occupazione, oppure al raggiungimento o meno della massima capacità di produzione, o, ancora, all’assenza di tensioni inflazionistiche. Scettica su un aumento dei tassi della Fed oggi è anche Anna Stupnytska, Global Economist di Fidelity Worldwide Investment.

“A mio avviso la combinazione dei fattori interni e di quelli internazionali non favorisce un aumento dei tassi nel brevissimo termine. Sul fronte interno, i fondamentali economici degli Stati Uniti si confermano relativamente solidi. Il mercato del lavoro continua a migliorare e il tasso di disoccupazione è ora al punto medio delle stime NAIRU (Non Accelerating Inflation Rate of Unemployment - Tasso di disoccupazione compatibile con un tasso stabile di inflazione) della Fed. Tuttavia, la crescita dei salari è ancora piuttosto contenuta, indicando che il mercato del lavoro ha margini di rafforzamento” sottolinea l’economista secondo la quale non va poi dimenticato che l'inflazione, sia primaria che core, è ancora molto bassa: il calo dei prezzi del petrolio e il rafforzamento del dollaro dovrebbero tener a freno l'inflazione ancora a lungo.

“L'inasprimento finanziario registrato equivale, da solo, a molteplici rialzi dei tassi e, se prolungato nel tempo, potrebbe provocare un rallentamento della crescita USA per il prossimo anno. Alcuni funzionari della Fed avevano indicato nelle condizioni finanziarie un importante parametro da tenere sotto osservazione: se queste dichiarazioni sono ancora valide, l'entità dei recenti sviluppi dovrebbe senza dubbio aver attirato la loro attenzione” aggiunge, infine, Anna Stupnytska.
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