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Analyst Survey 2020

Ciclo economico positivo? Ecco a quali condizioni può continuare nel 2020

Nell’Analyst Survey 2020 gli analisti di Fidelity International segnalano che a dicembre emergeva un quadro di moderato ottimismo sulle prospettive dell’economia per il 2020. È però necessario seguire gli sviluppi dell’epidemia del coronavirus

di Leo Campagna 2 Marzo 2020 21:00

Quello attuale è già il ciclo economico più lungo della storia dal momento che prosegue da oltre 10 anni. Tuttavia, nonostante un calo di fiducia del management, sembra destinato a continuare. È una delle principali evidenze che emerge dall’Analyst Survey 2020. Questa indagine  degli analisti di Fidelity International assume una particolare rilevanza dal momento che nell’edizione dello scorso anno era stato correttamente anticipato che la crescita sincronizzata si sarebbe arrestata nel 2019 pur in assenza di recessione. I tassi di interesse bassi, la ripresa del commercio mondiale e la solida tenuta dei consumi sembrano rimandare, almeno al 2021, la recessione.

I RISCHI GEOPOLITICI E QUELLI DELL'IMPATTO DA CARONAVIRUS


La percentuale di analisti che riferisce che le aziende si stanno preparando per la fine del ciclo risulta in diminuzione dal 49% del 2019 all’attuale 35%. Per i prossimi 12 mesi, secondo gli analisti di Fidelity, ci sono i presupposti per un anno relativamente più "tranquillo" per i fondamentali aziendali, nonostante permangano alcuni rischi geopolitici e l'impatto effettivo del coronavirus .

L’INCERTEZZA È UNO DEI PRINCIPALI PROBLEMI PER INVESTITORI E AZIENDE


A questo proposito va precisato che l' Analyst Survey 2020, frutto di valutazioni che gli analisti hanno elaborato sulla base di circa 15.000 incontri con i manager aziendali, è stata effettuata a dicembre 2019, prima dello scoppio dell’epidemia del coronavirus che alimenta incertezza, uno dei più temibili problemi per gli investitori e le aziende. Non si può escludere che il cigno grigio del coronavirus possa capovolgere quel moderato ottimismo emerso dall’indagine ma resta il fatto che dall’inizio del 2019 i timori di recessione si sono decisamente attenuati.

I temi ESG dominano i piani di sviluppo aziendale


I temi ESG dominano i piani di sviluppo aziendale





IL CICLO POTREBBE PROLUNGARSI


In Cina, in particolare il 73% (contro il solo 30% dello scorso anno) degli analisti afferma che le aziende non si stanno preparando per la fine del ciclo. Tra le decisioni intraprese dalle aziende per reagire alle dinamiche di fine ciclo c’è per esempio una riduzione dell’indebitamento. Inoltre l’indagine rileva che c’è un aumento della spesa in conto capitale e un’impennata a sorpresa delle assunzioni pianificate, in tutti i settori e regioni (nonostante la disoccupazione già bassa): elementi che sembrano indicare che per molte imprese il ciclo possa prolungarsi.

UNA LEGGERA ESPANSIONE DELL’ATTIVITÀ AZIENDALE


D’altra parte il contesto delle aziende è profondamente cambiato rispetto a un anno fa come si evince dall’indicatore del sentiment di Fidelity, che misura in modo sintetico le opinioni degli analisti Fidelity su fiducia dei management, situazione patrimoniale, spese in conto capitale, redditività del capitale e trend dei dividendi sui prossimi 12 mesi: per il 2020, gli analisti intervistati prevedono una leggera espansione dell’attività aziendale nel suo complesso, benché a un ritmo meno sostenuto rispetto al 2019.

LA SITUAZIONE CINESE È TUTTA DA VERIFICARE


Una panoramica che, tuttavia, presenta alcune differenze a livello regionale. Ad esempio, mentre le prospettive 2020 per le imprese europee e giapponesi sembrano destinate ad essere migliori rispetto all’anno precedente, quelle per le aziende statunitensi, che avevano guidato l’espansione globale, sono piatte. Discorso a parte per la Cina. È vero che le attività delle imprese cinesi continuano a rallentare, ma lo fanno in modo meno rapido rispetto allo scorso anno, il che rende un atterraggio duro dell’economia di Pechino ancor meno probabile di quanto lo fosse nel 2019. Gli analisti di Fidelity riferiscono inoltre che manager cinesi sono convinti che il calo dell’attività economica potrà essere contenuto grazie alla politica monetaria adottata dalle autorità cinesi, al di là degli interventi messi in campo per contrastare il coronavirus.
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