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Bce, titoli di Stato a rischio ribasso nell’era Lagarde

Christine Lagarde porta il suo stile nella prima riunione della Bce senza novità sulle politiche in atto ma annunciando una revisione "globale" nel corso del 2020 mentre la situazione economica si sta stabilizzando

di Redazione 13 Dicembre 2019 16:51

C’era grande attesa per il debutto di Christine Lagarde in qualità di Presidente della BCE. Una ‘prima’ che, da un lato, non ha riservato novità sulle politiche in atto, mentre dall’altro ha visto un tono da parte di Lagarde decisamente più diplomatico per minimizzare le voci di disaccordo all’interno del Consiglio direttivo. Proprio questo aspetto sarà uno dei principali banchi di prova cui sarà chiamata ad intervenire l’ex direttore dell’FMI per snodare una BCE raramente così divisa al suo interno e con pochi strumenti a disposizione per contrastare una rinnovata debolezza economica.

QUADRO MACRO ZONA EURO UN PO’ MENO PESSIMISTICO


A questo proposito, va segnalato che lo scenario delineato dalla neo Presidente della BCE - definito con ‘rischi negativi ma non troppo’ – appare un po’ meno pessimistico. “I dati macroeconomici dell'area Euro segnalano elementi di stabilizzazione. La crescita della zona euro è prevista all’1,4% per il 2020 mentre, entro il 2022, l'inflazione dovrebbe tornare all'1,6% , portandosi all’1,7% nell’ultimo trimestre del 2022” fanno presente Andrea Iannelli, Investment Director per l’obbligazionario e Lars Salmon, Head of Fixed Income Trading, EMEA Fidelity International.

UNA ‘REVISIONE GLOBALE’ PER IL 2020


Lagarde, che ha inoltre annunciato una revisione ‘globale’ della strategia della Bce nel corso del 2020, dovrà pertanto sfoggiare tutta la sua diplomazia per la ricostruzione di un consenso in seno al Consiglio direttivo compromesso dall’ultimo round di quantitative easing e tassi negativi messi in campo da Draghi. “Tra le varie opzioni, riteniamo che la strada più praticabile possa essere quella che passa per il taglio dei tassi, che possono risultare meno dannosi per i bilanci delle banche se compensati da un approccio differenziato (cosiddetto tiering), rispetto alla possibilità di ricorrere a un incremento del programma di Qe, vincolato invece da disponibilità di budget e complesse approvazioni legislative” spiegano Iannelli e Salmon.

NECESSITÀ DI UN SOSTEGNO ALLE POLITICHE FISCALI


La palla passa nel campo dei governi della zona Euro, alla luce del fatto che anche Lagarde ha ribadito la necessità di un sostegno alle politiche fiscali. “Tuttavia, riteniamo improbabile che possa prendere corpo nel breve termine un pacchetto fiscale di ampio respiro, semmai piani di spesa più mirati, come quelli che la Germania ha deliberato quest'anno” prevedono i due esperti di Fidelity.

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TITOLI DI STATO A RISCHIO RIBASSO…


Secondo i quali, l'attuale programma di QE non dovrebbe riuscire ad azzerare i rischi di ribasso per i possessori dei titoli di Stato. In pratica – sostengono Iannelli e Salmon – sussiste il rischio che i rendimenti siano più elevati e le curve dei tassi ancora più ripide, in particolare sui principali mercati europei dei titoli di Stato.

… E MAGGIORI CHANCE PER LE OBBLIGAZIONI SOCIETARIE


Per le obbligazioni societarie, invece, la situazione appare più incoraggiante. Su questa asset class dovrebbero infatti continuare ad affluire cospicue sottoscrizioni da parte dei risparmiatori europei alla caccia di rendimenti mentre, in parallelo, i fondamentali delle imprese europee rimangono solidi. Inoltre, se è vero che Lagarde difficilmente riuscirà a spuntare un aumento delle risorse per il QE per i titoli di Stato, è invece possibile un maggiore budget di acquisti da destinare alle obbligazioni aziendali, con ricadute positive sulla riduzione del rischio di ribasso per questa asset class.
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