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Mercati finanziari sotto l’ala protettrice delle banche centrali

Nel mese di gennaio tutte le principali asset class hanno registrato performance positive grazie all’improvviso cambio di regime delle banche centrali. In prima fila le aspettative sulle future mosse della Federal Reserve

5 Febbraio 2019 16:20

Il mese di gennaio si è chiuso con tutte le asset class in territorio positivo: dall’azionario (indice MSCI world +7,3% in euro) all’obbligazionario (indice JPMorgan government global bond index +0,9%), dal petrolio Brent (+17,2%) all’oro (+2,8%). La brusca inversione di tendenza che, da fortemente negativa come aveva chiuso il trimestre del 2018 si è trasformata in positiva, la si deve alle nuove aspettative sulle future mosse delle principali banche centrali.

SI RIAPRE L’ALA PROTETTRICE DELLE BANCHE CENTRALI


Queste, alla luce del severo stress cui sono stati sottoposti i mercati finanziari sul finire del 2018 e i continui segnali circa un rallentamento dell’economia globale, sono state di fatto indotte a rivedere le proprie traiettorie o intenzioni di normalizzazione della politica monetaria, da tendenzialmente restrittive a moderatamente accomodanti. In altre parole, l’ala protettrice degli istituti di credito centrali che, per buona parte degli anni dopo la grande crisi del 2007-2008 aveva favorito il rialzo dei mercati finanziari, è tornata a sostenere il sentiment degli investitori. In prima fila la Federal Reserve che ha optato per una inversione ad ‘U’ rispetto alla parabola di rialzo dei tassi che solo quattro mesi fa era stata delineata dallo stesso Powell.

LE NUOVE DICHIARAZIONI DI POWELL


“Nella riunione della Fed della scorsa settimana il presidente ha evidenziato un atteggiamento ben più accomodante delle aspettative: ora appare meno probabile un rialzo dei Fed Funds almeno per tutto il primo semestre mentre il bilancio della banca centrale USA sembrerebbe prossimo alla sua dimensione ottimale” spiegano gli esperti di Euromobiliare Sgr.

RENDIMENTI REALI PIÙ BASSI


L’importante cambio di rotta della banca centrale statunitense si è puntualmente riflesso nei rendimenti reali (al netto cioè dei prezzi al consumo) dei mercati obbligazionari, che si sono contratti soprattutto negli Stati Uniti mentre le aspettative di inflazione (che di solito costituiscono un sintomo del malessere della congiuntura) recuperano dai minimi dicembre.

PROSPETTIVE FAVOREVOLI, ALMENO NEL BREVE


Anche il mercato azionario ha metabolizzato il nuovo regime delle banche centrali. Nonostante le stime degli utili siano soggette a continue revisioni al ribasso i multipli, (e, in particolare il rapporto prezzo-utili p/e) che tanto erano scesi nell’ultima parte dell’anno scorso in parallelo alla correzione degli indici, hanno subito un recupero dai minimi. “Un contesto che sta determinando, almeno in una prima fase, prospettive favorevoli ai mercati azionari, a quelli dei governativi e delle obbligazioni societarie sulla scia di prospettive monetarie meno restrittive” puntualizzano i professionisti di Euromobiliare Sgr.
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