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Mercati e Fed, l’inversione a “U” di inizio gennaio

Le condizioni di estremo ipervenduto sui mercati prima di Natale, nuovi stimoli monetari in Cina e Fed più flessibile sui tassi e sul bilancio, hanno fatto rimbalzare gli indici. Ora focus sulle trimestrali

15 Gennaio 2019 12:00
financialounge -  cina Euromobiliare SGR

Il quarto trimestre del 2018 è stato per gli investitori uno dei più difficili degli ultimi 10 anni, cioè dalla grande crisi finanziaria del 2007-2008. Inoltre, nel mese di dicembre si è assistito ad un vera e propria accelerazione degli indici azionari al ribasso che ha portato a perdite a due cifre per l’S&P e per il Nikkei, e del 6% per l’Eurostoxx. Nelle prime due settimane del 2019, invece, ha preso corpo un buon recupero non soltanto nell’ambito dei mercati azionari ma anche in quelli delle obbligazioni societarie e del petrolio. Uno scenario nel quale anche la volatilità si è ridimensionata, come certificato dall’indice VIX (che misura la volatilità attesa di Wall Street in base alle opzioni sull’indice S&P 500), tornato sotto quota 20.

I TRE FATTORI CHE HANNO PROPIZIATO IL RIMBALZO


Secondo gli esperti di Euromobiliare Sgr i fattori che hanno determinato tale brusca inversione ad “U” di inizio gennaio sono tre. In primis, alla vigilia di Natale si erano venute a creare sulle asset class più rischiose condizioni di estremo ipervenduto. In secondo luogo, le autorità di Pechino hanno annunciato ulteriori stimoli monetari per sostenere la crescita del paese. In terzo luogo ha preso forma una netta inversione nella politica monetaria statunitense con il presidente della Federal Reserve Powell, che, dopo aver allarmato i mercati ad inizio ottobre, assumendo un orientamento marcatamente restrittivo, ha adottato nei giorni scorsi un atteggiamento più flessibile sia nell’ambito del programma di rialzo dei tassi e sia per quanto riguarda il ridimensionamento del bilancio.

Video - USA, trimestrali al via


USA, trimestrali al via





ORA FOCUS SULLE TRIMESTRALI AZIENDALI


Nelle prossime settimane, un ruolo importante nel dettare la traiettoria dei mercati lo reciteranno i risultati aziendali, con le trimestrali degli Stati Uniti che stanno per inaugurare la stagione. “La progressiva minore spinta dei benefici fiscali, insieme ad un dollaro forte e al rallentamento della congiuntura globale, rendono ancora più importanti i dati aziendali effettivi” fanno sapere i professionisti di Euromobiliare Sgr. Il loro riferimento è anche al fatto che le previsioni di crescita degli utili dell’S&P500 per il 2019 sono state continuamente riviste al ribasso nel corso dell’ultimo trimestre 2018, scendendo dal 10,3% di settembre all’attuale 7,3%. Gli esperti di Euromobiliare Sgr non escludono che tale stima possa essere rivista ulteriormente al ribasso in area 3-5% che, tuttavia, risulterebbe in buona parte incorporata nelle attuali valutazioni dell’indice.

I DUE APPUNTAMENTI DELLA SETTIMANA


Per quanto riguarda poi gli appuntamenti in calendario questa settimana, i professionisti di Euromobiliare Sgr si concentrano su due eventi. Il primo è il voto del parlamento inglese previsto per oggi sulla proposta del premier inglese Theresa May di accordo per la Brexit. Al momento, sembra prevalere il fronte del ‘no’ all’accordo che aprirebbe a diversi scenari. “Una prima ipotesi è che un accordo rivisto passi una successiva votazione. Tuttavia, dal momento che i tempi sono davvero stretti, non si può escludere che il governo inglese faccia richiesta di posporre il termine del 29 marzo stabilito per la Brexit. Diversamente lo scenario si complicherebbe in modo alquanto caotico con la possibilità o di nuove elezioni, o di un secondo referendum o di una uscita disordinata senza alcun accordo” spiegano gli esperti di Euromobiliare Sgr. Il giorno successivo, mercoledì 16 gennaio, occhi puntati invece sui dati di vendite al dettaglio statunitensi di dicembre che dovrebbero evidenziare ancora un certa forza relativa del consumatore americano.
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