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Attesa per il dato sull’inflazione USA di ottobre mentre il petrolio corregge

Si alza il sipario sull’indice del carovita USA che potrebbe segnare un 2,5% su base annua. Intanto, però, il prezzo del petrolio è sceso del 20% dai massimi di inizio ottobre

13 Novembre 2018 16:54
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L’attenzione degli investitori è sempre più rivolta alle aspettative sull’inflazione statunitense che possono scompaginare il percorso di rialzo dei tassi disegnato dalla Federal Reserve. D’altra parte, con un ciclo di espansione che è già il più lungo della storia americana, con la disoccupazione ai minimi dal dopoguerra, e con le retribuzioni in tensione, le preoccupazioni sul carovita USA si moltiplicano e con esse i timori che i tassi di interesse del mercato obbligazionario possano salire ulteriormente.

DOMANI APPUNTAMENTO IMPORTANTE


L’appuntamento in agenda domani diventa quindi da cerchiare in rosso sul calendario delle scadenze macroeconomiche. Sarà infatti reso noto l’indice headline (complessivo) dei prezzi al consumo di ottobre che, secondo gli esperti di Euromobiliare Sgr, potrebbe attestarsi al 2,5% su base annua, in aumento rispetto al 2,3% di settembre, mentre il dato dell’inflazione core (al netto delle componenti energia e alimentari) dovrebbe mantenersi stabile al 2,2%.

PREZZO DEL PETROLIO IN FORTE CALO


A trainare al rialzo il carovita ‘complessivo’ di ottobre è stato l’aumento dei prezzi della benzina mentre, nel breve termine, eventuali pressioni al rialzo legate ai dazi alle importazioni dovrebbero trovare una forza antagonista nella forza del dollaro. Non solo. Osservando più da vicino il mercato del petrolio, non va trascurato il fatto che, dopo il calo di venerdi scorso, le quotazioni del greggio siano scese del 20% dai massimi di inizio ottobre. Per i professionisti di Eurombiliare Sgr una correzione tanto significativa trova tre ordini di spiegazioni.

LE TRE RAGIONI DEL RIBASSO DEL GREGGIO


In primis, sembra siano stati fugati i timori di una consistente riduzione della produzione iraniana, che avrebbero dovuto materializzarsi come conseguenza delle nuove sanzioni imposte dagli Stati Uniti. In secondo luogo, si registra un incremento della produzione sia nei Paesi Opec e sia negli Stati Uniti che hanno raggiunto nuovi massimi storici (11 milioni di barili estratti). In terzo luogo, le scorte a livello globale sono risultate in aumento. In conclusione, si tratterebbe più di un eccesso di offerta che di una contrazione della domanda, in un contesto peraltro nel quale il biglietto verde, valuta nella quale sono negoziati i barili di petrolio sui mercati, è forte e tende a calmierare i prezzi dell’olio nero. “In positivo segnaliamo che il calo dei prezzi del greggio rappresenta di per sé uno stimolo per l’economia globale” tengono a specificare gli esperti di Euromobiiare Sgr.

LO SPINOSO DOSSIER ITALIA


In attesa di conoscere gli impatti del calo del petrolio sull’inflazione e sulla crescita economica, resta sul tavolo lo spinoso dossier ‘Italia’. Il nuovo capitolo prevede che entro martedì 13 il Governo Lega - 5Stelle debba consegnare alla Commissione Europea le controdeduzioni agli appunti mossi da Bruxelles alla legge di bilancio. Entro la fine di questo mese spetterà alla Commissione esprimere una nuova valutazione sulla situazione.

Petrolio e Italia al centro dell'attenzione degli investitori


Petrolio e Italia al centro dell'attenzione degli investitori





RISCHIOSO BRACCIO DI FERRO ITALIA - UE


“Il rischio è che questo braccio di ferro conduca, anche in tempi brevi, ad una procedura di infrazione, mai applicata fino ad ora, per violazione della regola del debito. Un fatto che costituirebbe uno scontro istituzionale senza precedenti nella storia dell’Unione Europea” sottolineano i professionisti di Euromobiliare Sgr. Per l’Italia e per gli investitori però, l’aspetto da verificare sarà quello di conoscere se tutta questa situazione possa determinare un ulteriore significativo allargamento dello spread (extra rendimento dei BTP rispetto ai Bund tedeschi), tenendo conto che i livelli dei tassi dei governativi italiani hanno già registrato negli ultimi sei mesi un significativo aumento.
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