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Dopo la grande fuga dal rischio occhio a dati e banche centrali

L’effetto domino del coronavirus non ha risparmiato nessuna delle asset class a rischio; ora gli esperti di Euromobiliare Sgr guardano a indicatori manifatturieri e Fed per trarre indicazioni

di Virgilio Chelli 3 Marzo 2020 12:47

I mercati finanziari di Stati Uniti e Europa sono reduci da una settimana decisamente stressante, con il panico da coronavirus che non ha risparmiato nessuna delle asset class più a rischio, dalle azioni ai bond high yield, e può essere annoverata tra le peggiori nella storia dei mercati finanziari. Quello che ha impressionato non è stato tanto l’entità del ribasso, anche se consistente, quanto la velocità con cui sono state bruciate migliaia di miliardi di dollari di capitalizzazione di Borsa.

L’AVVERSIONE AL RISCHIO HA DILAGATO DOPO L’INGRESSO DI CORSA DEL TORO NEL 2020


Stare lontani dal rischio, qualunque etichetta portasse sopra, è stato l’imperativo per molti investitori, che magari hanno colto la scusa del virus per portare a casa il profit degli ultimi mesi di un mercato Toro che era entrato nel 2020 di corsa, forse troppo di corsa. Il comparto azionario è stato il più colpito in valore assoluto con una perdita dell’11% per l’indice globale, ma le Borse di Europa e Stati Uniti hanno fatto ancora peggio, perdendo per qualche giorno lo status di porto sicuro. Anche i settori considerati per propria natura più resilienti, come utilities e tecnologia, sono stati investiti da un’ondata di vendite.

IL CONTAGIO SI È ESTESO ANCHE AL MERCATO DEL CREDITO SUL SEGMENTO HIGH YIELD


Nel fare il bilancio delle perdite, gli esperti di Euromobiliare Sgr sottolineano che il contagio si è esteso al mercato del credito, soprattutto al comparto high yield, colpito da un calo prossimo al 3,0% sulle due sponde dell’Atlantico, con allargamento degli spread e salita dei rendimenti corporate. Un fatto, secondo gli esperti di Euromobiliare Sgr, destinato a preoccupare i banchieri centrali, che ora sono “chiamati a fronteggiare un restringimento indesiderato delle condizioni finanziarie in un contesto economico già in forte deterioramento”.

NON SONO STATI RISPARMIATI NEPPURE I GOVERNATIVI DELL’AREA EURO, CON LO SPREAD ITALIANO IN RIALZO DI 50 PUNTI


Ma non sono stati risparmiati dall’effetto domino del virus e dall’aumento di avversione al rischio nemmeno i governativi periferici dell’area euro, con l’indice dei bond governativi italiani che ha lasciato sul campo l’1,6% mentre lo spread Btp- Bund ha chiuso la settimana a 173 punti base, con un aumento di 50 punti dai minimi di fine gennaio. Andamento speculare dei governativi risk-free con guadagni nell’ordine del 2% per quelli americani e dell’1,5% per i tedeschi: il Treasury ha visto i rendimenti in caduta libera su tutte le scadenze.

LA FED SCENDE IN CAMPO E IL MERCATO SCONTA UN TAGLIO FINO A MEZZO PUNTO IN ARRIVO


Intanto tra le valute lo yen si è rafforzato ritrovando la sua caratteristica difensiva, al contrario del dollaro indebolito a fronte di quadro macro domestico destinato forse a peggiorare. In questo contesto, fanno notare gli esperti di Euromobiliare Sgr, non sorprende che il numero uno della Fed Jerome Powell venerdì 28 abbia aperto alla prospettiva di un deciso intervento, facendo sì che il mercato si posizionasse per un taglio anche di 50 punti base nella prossima riunione Fomc di metà marzo, che porterebbe i Fed Funds a 1,25%.

ANCHE LE BANCHE CENTRALI DI GIAPPONE, INGHILTERRA E AUSTRALIA SI UNISCONO ALLA FED


Ora anche Bank of Japan e Bank of England si uniscono alla Fed manifestando l’intenzione di assicurare interventi appropriati per garantire stabilità, mentre anche la banca centrale australiana sarebbe pronta a tagliare a brevissimo. Quindi occhi puntati sulle banche centrali, ma anche sui dati economici.

Treasury Usa, oro e yen “rinforzati” dal coronavirus


Treasury Usa, oro e yen “rinforzati” dal coronavirus






CONTINUARE A MONITORARE I DATI SU MANIFATTURA E SERVIZI IN USA E NELL’AREA EURO


Tra questi gli esperti di EuromobiliareSgr segnalano gli indici Usa Pmi di febbraio, con quello relativo ai servizi che ha sorpreso molto negativamente con una lettura sotto 50. In area euro invece l’aggiornamento rispettivamente dei Pmi manifatturiero e servizi relativi a febbraio dei paesi periferici. Anche qui le stime sono per indici in lieve miglioramento grazie al comparto manifatturiero, in linea con l’andamento registrato in Germania. Rimandato al mese prossimo l’impatto da Covid-19.

L’INTERRUZIONE DELLE CATENE PRODUTTIVE GLOBALI CAUSA VIRUS POTREBBE DARE UNA SPINTA ALL’INFLAZIONE


Occhio anche all’inflazione di febbraio in area euro, con il dato atteso in ulteriore discesa complice il calo del petrolio, mentre l’indice core dovrebbe recuperare da 1,1% a 1,2%. Nei prossimi mesi, notano gli esperti di Euromobiliare Sgr, l’interruzione delle catene produttive dovuto al virus dovrebbe andare a sostegno per l’inflazione di fondo. Infine i dati sul lavoro Usa a febbraio da cui è attesa una sostanziale conferma dello stato di salute.
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