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Correzione di Borsa, la resilienza dei mercati emergenti

La correzione dei mercati, partita dagli USA, si è propagata sui listini di tutto il mondo. L’attenzione degli investitori è sulle prossime mosse della Fed e sul confronto Italia-UE.

16 Ottobre 2018 10:58

Dopo un prolungato e significativo rialzo, la scorsa settimana il mercato azionario statunitense ha accusato una perdita vistosa, intorno ai quattro punti percentuali. Una correzione che ha trascinato al ribasso i principali indici di Borsa delle altre regioni mondiali come certificato dal -4,6% del Nikkei 225 di Tokyo e dal -4,8% dell’Eurostoxx. Sebbene l’andamento ribassista ricordi molto da vicino la dinamica sperimentata tra la fine di gennaio e il mese di febbraio di quest’anno, emergono alcuni aspetti differenti.

RIALZO DEI RENDIMENTI DEI TREASURY USA


In comune alla correzione di inizio anno figurano sia la lunga fase di rialzo degli indici di Borsa americani che la crescita dei rendimenti dei titoli di stato USA. In quest’ottica, l’attuale correzione appare fisiologica se messa in relazione al fatto che i mercati azionari siano alla ricerca di un nuovo equilibrio in un contesto di rendimenti governativi più elevati. A differenza della correzione di inizio anno, invece, risultano diverse la minore profondità del calo (almeno finora) e, soprattutto, il comportamento dei mercati emergenti.

LA RESILIENZA DEI MERCATI EMERGENTI


“Osserviamo che in questo frangente l’area emergente non ha registrato performance inferiori a quella dei mercati sviluppati” puntualizzano gli esperti di Euromobiliare Sgr. Infatti, le principali valute dei paesi in via di sviluppo non hanno segnato nuovi minimi rispetto al dollaro americano, gli spread (extra rendimenti rispetto ai titoli di stato USA) di debito non si sono allargati e l’azionario emergente ha saputo contenere meglio le perdite rispetto ai paesi sviluppati (MSCI Emerging markets: -2,4% e MSCI world: -4,3%).

MERCOLEDÌ 17 LE MINUTE DELLA FED


Probabilmente è ancora presto per trarre conclusioni definitive ma la resilienza degli asset finanziari emergenti costituisce un elemento positivo, anche se molto dipenderà dalle prossime mosse della Federal Reserve. A questo proposito va segnalato che mercoledì 17 è prevista la pubblicazione del verbale dell’ultima riunione della Fed: minute che potrebbero rivelare preziosi dettagli sulla distanza fra l’attuale livello dei tassi e quello considerato neutrale (né espansivo né restrittivo).

L’ITALIA RESTA SEMPRE SOTTO I RIFLETTORI


Intanto, in una settimana nella quale non figurano in agenda altri eventi di rilievo, l’Italia resta sotto i riflettori con gli investitori sempre preoccupati sulla tenuta dei conti pubblici: non a caso lo spread tra il rendimento del BTP a 10 anni e quello del bund omologo la scorsa settimana è salito a 308 punti base. “Il contesto rimane difficile per gli asset finanziari italiani in attesa di vedere quanto sarà serrato il confronto con l’Europa e quale sarà il giudizio delle agenzie di rating atteso per fine ottobre” specificano i professionisti di Euromobiliare SGR. In settimana il governo Lega–5 Stelle dovrebbe presentare il progetto di legge finanziaria alla commissione europea che, a quel punto, inizierà a esaminarla nei dettagli per poi formulare, entro fine novembre, il rispetto della manovra italiana alle regole europee in materia fiscale.
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