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Aspettando la Bce torna di moda il rischio

La propensione al rischio torna a farsi largo tra gli investitori in attesa del meeting Bce di giovedì, ma gli esperti di Euromobiliare Sgr suggeriscono di monitorare attentamente i fronti Brexit e Hong Kong

di Redazione 10 Settembre 2019 10:44

La scorsa settimana i mercati azionari hanno registrato un rialzo medio dell’1,8% – in base all’indice MSCI world delle Borse mondiali – mentre i rendimenti dei titoli di stato sono lievemente saliti, con i loro prezzi – che si muovono in direzione opposta ai tassi – che sono invece scesi. Performance, queste, maturate in un contesto piuttosto contrastato di dati macro.

RAFFREDDAMENTO DELLE TENSIONI SUL FRONTE GEOPOLITICO


Infatti da un lato i dati dell’indice Ism manifatturiero in calo di 2 punti (arrivato a quota 49,1, cioè al di sotto della soglia che separa le attese di crescita da quelle di rallentamento dell’economia) hanno depresso gli animi degli operatori di mercato, preoccupati peraltro dall’acuirsi della debolezza dei nuovi ordinativi, una componente che di solito anticipa le future letture dell’indice, tornata a livelli che non si vedevano dal 2012. Dall’altro l’incremento dell’Ism non-manifatturiero e i dati del mercato del lavoro negli Stati Uniti, che hanno illustrato un ciclo piuttosto maturo ma non necessariamente alla vigilia di una recessione, hanno fornito un supporto al mercato grazie anche al raffreddamento delle tensioni sul fronte geopolitico.

DUE IPOTESI


“Possiamo ipotizzare sue possibili interpretazioni dei movimenti di mercato osservati la scorsa settimana che hanno visto il ritorno della propensione al rischio” spiegano gli esperti di Euromobiliare Sgr. La prima è riconducibile a un fisiologico aggiustamento del trend che ha sostenuto il segmento obbligazionario governativo nelle settimane precedenti, come evidenziato pure nella dinamica dei flussi dei fondi.

IL RUOLO DI SUPPORTO FONDAMENTALE DELLE BANCHE CENTRALI


“La seconda possibile interpretazione, più incoraggiante ma al contempo ancora tutta da dimostrare, sposa invece la tesi secondo la quale gli investitori sarebbero inclini a ritenere che il peggio del rallentamento congiunturale possa essere alle spalle” spiegano i professionisti di Euromobiliare Sgr. Consci, in ogni caso, che tale spiegazione presuppone che le misure espansive monetarie e fiscali adottate nei mesi scorsi e quelle attese a settembre siano capaci di svolgere un ruolo di supporto sia per l’economia reale che per le aspettative degli operatori di mercato.

LA RIUNIONE DELLA BCE


Alla luce proprio di quest’ultima ipotesi, la riunione della Bce di dopodomani assume un’importanza ancora di maggior rilievo. È senza dubbio sotto gli occhi di tutti il fatto che negli ultimi giorni siano emerse posizioni contrastanti all’interno del consiglio direttivo della banca centrale europea sull’opportunità di mettere immediatamente in atto tutte le misure espansive già annunciate. Tuttavia, è l’opinione degli esperti di Euromobiliare Sgr, la Bce dovrebbe varare diverse misure.

TAGLIO ULTERIORE DEI TASSI NEGATIVI E NUOVO QE


“Riteniamo probabile un taglio del tasso sui depositi di almeno 10 punti base che verrebbe portato dall’attuale -0,40% al -0,50% accompagnato da un sistema di applicazione a scaglioni in modo da limitare l’impatto di tassi negativi sulla redditività delle banche. Inoltre non escludiamo la riapertura del programma di acquisto titoli (Qe) per un importo complessivo tra i 300 e i 400 miliardi di euro in titoli obbligazionari in euro, sia governativi che societari, per una durata di 9-12 mesi” puntualizzano i professionisti di Euromobiliare Sgr, secondo i quali, tenendo conto della debolezza dei dati congiunturali, la Bce dovrebbe pure abbassare tutte le stime di crescita e inflazione fino al 2021.

Video - In attesa della Bce torna il risk on


In attesa della Bce torna il risk on





INFLAZIONE USA


Per quanto riguarda gli eventi in calendario questa settimana, oltre al già citato meeting della Bce di giovedì 12 settembre, nello stesso giorno si alzerà il sipario sui dati dell’inflazione Usa di agosto. “Immaginiamo che l’indice core – al netto cioè delle componenti energia e beni di prima necessità – possa registrare un aumento dal 2,2% al 2,3%, mentre quello headline dovrebbe confermarsi a quota 1,8%, per effetto del calo dei prezzi della benzina” specificano gli esperti di Euromobiliare Sgr.

RIFLETTORI SEMPRE PUNTATI SU HONG KONG E BREXIT


I quali suggeriscono di tenere comunque sotto stretta osservazione l’evoluzione di due dei fronti geopolitici più caldi: Hong Kong e la Brexit. “Le proteste nell’ex colonia britannica proseguono alimentando il livello delle tensioni con Pechino mentre i manifestanti chiedono ora nuove elezioni. Sul fronte Brexit, invece, continua il braccio di ferro tra il primo ministro Boris Johnson – che per ora non ha ottenuto le elezioni anticipate – e il Parlamento, forte dell’approvazione della Benn bill, la legge che blocca l’uscita dalla Ue senza accordo.
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