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La mossa della banca centrale turca è positiva per tutti gli emergenti

La decisione della banca centrale della Turchia di aumentare al 24% i tassi (+6,25% la scorsa settimana) ha rianimato l’attenzione sui mercati emergenti le cui valutazioni sono abbastanza attraenti.

19 Settembre 2018 11:19

La seconda settimana di settembre sui mercati finanziari è stata caratterizzata da una ripresa delle asset class più rischiose, con performance piuttosto brillanti per le piazze finanziarie di Tokyo (indice Nikkei 225: +1,9% in euro) e della zona euro (Eurostoxx: +1.4%). In territorio positivo pure Wall Street, con l’indice S&P 500 che si è riportato vicino ai massimi assoluti. Ancora trascurati, invece, gli azionari paesi emergenti, con l’indice MSCI emerging markets a -0,17%.

TREASURY USA A 10 ANNI IN AREA 3%


In ambito obbligazionario, invece, va segnalato il rendimento dei titoli di stato USA (Treasury) a 10 anni che si è avvicinato al tre per cento, nonostante i dati di inflazione statunitense diramati la scorsa settimana si siano collocati al di sotto le attese. Al contrario, hanno mostrato segnali di crescita le valute emergenti, sospinte al recupero dal rialzo dei tassi ufficiali turchi di 625 punti base (+6,25%), che ora si attestano al 24%, un dato ben al di sopra delle aspettative.

LA MOSSA DELLA BANCA CENTRALE TURCA


“Questa mossa dimostra una maggior reattività da parte della banca centrale turca a fronte della restrizione monetaria adottata dalla Federal Reserve” sostengono gli esperti di Euromobiliare AM. Dal momento che si tratta del primo serio segnale nella direzione auspicata dagli investitori internazionali, si sono immediatamente riaccesi i riflettori su tutta l’area emergente: stavolta, però, in ottica prospettica positiva.

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IN CERCA DI STABILIZZAZIONE


Infatti dopo circa 9 mesi di deflussi di capitale dai paesi in via di sviluppo, se a questa importante decisione della banca centrale turca seguissero altre significative evidenze di stabilizzazione delle valute, sarebbe possibile innescare una inversione di tendenza favorevole alle asset class emergenti. Un cambio di direzione che troverebbe peraltro valutazioni abbastanza attraenti, sia in ambito azionario che in quello obbligazionario.

LO SPREAD DEL DEBITO EMERGENTE A 400 PUNTI BASE


“Basti pensare, che lo spread del debito emergente (il differenziale di rendimento rispetto ai titoli di stato USA, ndr) è in area 400 punti base (+4,0%), nella parte alta del range che ha caratterizzato gli ultimi 6 anni“ puntualizzano i professionisti di Euromobiliare AM.
I quali concludono la loro analisi segnalando l’appuntamento di maggior rilievo nell’agenda economica della settimana: il rilascio dei dati preliminari degli indici di confidenza delle imprese di area euro relativi al mese in corso.

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VENERDÌ I DATI EUROPEI SULLE PMI


“L’appuntamento è per venerdì 21 e le nostre aspettative sono per valori degli indici PMI sostanzialmente stabili sui livelli elevati degli ultimi due mesi” specificano gli esperti di Euromobiliare AM. Se la loro previsione trovasse conferma, vorrebbe probabilmente significare che, dopo una prolungata fase di appannamento della zona euro, la divergenza della performance macroeconomica con gli Stati Uniti sarebbe in via di riassorbimento.
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