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Emissioni marittime, l’accordo globale è un primo importante passo

Dopo anni di negoziati è stato varato il primo importante accordo globale sulle emissioni marittime. Ma c’è sempre l’ambizione a fare di più.

27 Aprile 2018 09:54
financialounge -  carbon footprint emissioni marittime Etica Sgr

Il settore navale si impegnerà a dimezzare le proprie emissioni di CO2 entro il 2050, rispetto ai livelli del 2008. È questo, in estrema sintesi, il risultato dell’accordo siglato proprio nell’ultimo giorno del vertice tenutosi a Londra con oltre 170 Paesi aderenti alla convenzione ONU.

Si tratta di un risultato che può essere catalogato come il classico bicchiere o mezzo pieno o mezzo vuoto a seconda di chi lo valuta. Intanto va precisato che i trasporti marittimi (come pure quelli aerei) sono stati volontariamente esclusi dall’Accordo di Parigi sul climate change: essere riusciti a raggiungere un’intesa per un settore destinato ad incrementare in modo incontrollato il suo impatto sull’ambiente costituisce un risultato importante.

CONTESTO INTERNAZIONALE CONTRASTATO


In secondo luogo non va affatto trascurato il contesto internazionale che ha registrato forze in campo contrapposte da forti interessi divergenti. All’interno dei negoziati dell’Organizzazione marittima internazionale (IMO), da una parte erano schierati l’Unione Europea e le isole Marshall (desiderosi di un’azione più decisa per arrivare al 2050 con una riduzione dei gas serra navali del 70-100%), dall’altra i paesi irriducibili (Arabia Saudita e Stati Uniti) che si sono battuti fino all’ultimo per far saltare qualsiasi tipo di intesa. Nel mezzo si sono posizionati Giappone, Brasile, India, Panama e Argentina.

CONTINUARE A RIDURRE LE EMISSIONI MARITTIME


Certo, diversi osservatori continuano a essere comunque delusi per quanto di più si sarebbe potuto (e dovuto) raggiungere ma l’accordo è il primo passo nella giusta direzione in quanto mira a ridurre le emissioni marittime e invia un chiaro segnale all’industria, agli investitori e agli abitanti di tutto il mondo: la transizione energetica pulita adesso è davvero alla portata anche in questo comparto.

CAMBIAMENTO CLIMATICO, PRIORITA’ DI ETICA SGR


D’altra parte, il cambiamento climatico resta un tema centrale per Etica Sgr. “Abbiamo mantenuto un vivo interesse sulle ‘politiche post COP21’ (il cosiddetto accordo di Parigi sui cambiamenti climatici), i combustibili fossili, l’utilizzo dell’acqua e le rendicontazioni ambientali” fanno sapere da Etica sgr, la prima società di gestione italiana ad aver aderito al Montréal Pledge. Quest’ultimo è il progetto del PRI (Principles for Responsible Investments) delle Nazioni Unite che prescrive la rendicontazione e la comunicazione dell’impronta di carbonio degli investimenti azionari.

APPROFONDIMENTO
Guarda il video "Carbon Footprint, investire e ridurre l’impatto sull’ambiente"

LA CARBON FOOTPRINT


“In virtù di questa iniziativa e, sempre sul solco di una maggiore trasparenza nei confronti del cliente, Etica Sgr ha calcolato per il terzo anno consecutivo la carbon footprint (l’emissione di gas climalteranti attribuibili ad un prodotto) del fondo Etica Azionario”. Etica Sgr ricorda, inoltre, quanto emerso dalle loro analisi interne: 100 euro investiti nel fondo [tooltip-fondi codice_isin="IT0004097405"]Etica Azionario[/tooltip-fondi] producono in un anno 27 Kg di CO2 equivalente, meno di uno smartphone o di un volo Roma-Milano andata e ritorno.
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