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Earth Overshoot Day, dal primo agosto abbiamo esaurito le risorse annuali del pianeta Terra

Cade oggi il giorno che segna il consumo di tutte le energie prodotte dalla Terra per l’intero anno. Da domani, l’umanità attingerà a risorse che la natura non è in grado di rigenerare

1 Agosto 2018 16:23

Primo agosto 2018: ad oggi abbiamo consumato tutte le risorse che la Terra può rinnovare in un anno. L’Earth Overshoot Day (Giorno del Sovrasfruttamento della Terra) è questo: la data calcolata dagli scienziati nella quale l’impronta ecologica dell’uomo supera la biocapacità degli ecosistemi. Vuol dire che, dopo appena sette mesi, tutte le risorse rinnovabili del Pianeta sono state bruciate, creando un debito pubblico ecologico che non sarà per nulla semplice risanare. Risultato: ogni anno consumiamo sempre di più rispetto a quanto la natura possa produrre, con altrettanta velocità.

IL CALCOLO DELL’EARTH OVERSHOOT DAY


L’Earth Overshoot Day è una data simbolica, frutto di un calcolo effettuato dal Global Footprint Network, organizzazione internazionale di ricerca. Il giorno si ottiene rapportando quanto consumiamo in un anno rispetto a quanto può essere rinnovato dal Pianeta in natura: energia, acqua, terra, cibo. Si sommano, insomma, tutte le nostre richieste all'assorbimento delle emissioni di carbonio, derivanti dalla combustione delle fossili.
È una data che ha continuato ad anticiparsi dagli anni Settanta in poi. E da domani, l’umanità consumerà energie che la natura non è in grado di rigenerare entro il 31 dicembre.

DAGLI ANNI SETTANTA AD OGGI


La situazione sta precipitando. Negli anni Sessanta del secolo scorso, consumo e risorse rinnovabili erano ancora in pareggio. Dagli anni a seguire, l’umanità ha iniziato a vivere in deficit ecologico e nel 2018 la stima del peggioramento – un dato record - è di un giorno pieno: l’anno scorso, infatti, la data cadeva il 2 agosto.

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LA CRESCITA DEL DEBITO AMBIENTALE


Il Global Footprint Network stima che stiamo consumando l’equivalente di 1,7 Terre. Se tutti gli abitanti della Terra, poi, consumassero le risorse come fanno gli italiani, avremmo bisogno di 2,6 pianeti Terra e l’Earth Overshoot Day sarebbe arrivato già il 24 maggio. I costi di questo eccesso ecologico includono la deforestazione, il collasso della pesca, la scarsità di acqua potabile, l'erosione del suolo, la perdita di biodiversità e l'accumulo di anidride carbonica nell'atmosfera, portando a cambiamenti climatici e siccità gravi, incendi boschivi e uragani. E alla crescita dei prezzi delle materie prime.

LE STIME


Nei prossimi trent’anni, si stima che almeno 4 miliardi di persone vivranno in zone aride e il degrado del suolo spingerà a migrare una cifra che potrebbe raggiungere fino ai 700 milioni di esseri umani. Le prospettive per le attività agricole sono preoccupanti: la combinazione del degrado del suolo e del cambiamento climatico potrebbe condurre, entro il 2050, da una media del 10% fino al 50%, in alcune regioni, di riduzione della produzione agricola.

COME INVERTIRE IL TREND


Stiamo alimentando un debito ambientale pesante per le generazioni future, che continua a crescere di anno in anno, ma, secondo il Global Footprint Network, c’è ancora la possibilità di invertire la rotta. Lo dimostra l’Accordo di Parigi sul clima, firmato da 195 Paesi nel dicembre del 2015. “Anche se imperfetto, l’accordo di Parigi ha generato la speranza che l’umanità sia finalmente pronta ad affrontare la più grande sfida che si sia mai trovata di fronte”, si legge nel rapporto annuale del Global Footprint Network. “Esploreremo soluzioni nella progettazione e gestione delle città e in tutti gli altri settori per fare in modo di tornare in equilibrio prima del 2050”.

AREE DI INTERVENTO


Come possiamo cominciare a ripagare il debito? Il Global Footprint Network individua quattro principali campi d’azione su cui agire con scelte individuali e politiche, raccolte nella sfida “Move The Date”: città, energia, cibo e popolazione.

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LE CITTÁ


Si stima che entro il 2050 tra il 70% e l’80% della popolazione mondiale vivrà in un’area urbana. Di conseguenza, città pensate per risparmiare energia ed inquinare poco permetteranno di preservare risorse naturali. È necessario progettare edifici energeticamente efficienti ed ampliare le aree coperte da trasporto pubblico. Una voce importante quest’ultima, considerando che dalle auto private deriva il 14% dell’impronta ecologica. “Se riducessimo del 50% le auto in circolazione – si legge ancora nel Rapporto – e se le sostituissimo per un terzo con il trasporto pubblico e i restanti due terzi con biciclette e spostamenti a piedi, l’Earth Overshoot Day verrebbe rinviato di 12 giorni”.

L’ENERGIA PULITA


Le emissioni di carbonio rappresentano oggi il 60% dell’impronta ecologica dell’umanità. Se riuscissimo a dimezzarle, l’Earth Overshoot Day si sposterebbe di circa 3 mesi.

IL CIBO SOSTENIBILE


I consumi alimentari sono responsabili del 26% dell’impronta ecologica. In particolare sono le calorie animali a consumare più risorse. Se riducessimo i consumi mondiali di carne del 50%, rimanderemmo l’Earth Overshoot Day di 5 giorni. Ridurre gli sprechi alimentari del 50% in tutto il mondo potrebbe rimandare l’Earth Overshoot Day di 11 giorni.

LA POPOLAZIONE


Infine, la popolazione. Oggi siamo oltre 7 miliardi e mezzo e nel 2050, secondo le Nazioni Unite, saremo ben oltre i 9 miliardi.
È inevitabile che una popolazione così grande richieda enormi risorse naturali, per cui il controllo della crescita demografica è un punto che non può essere sottovalutato.

L’IMPEGNO DI ETICA SGR


Etica Sgr ha a cuore la transizione verso un futuro a basse emissioni di CO2. Per questo motivo, ha aderito – già dal 2015 – al Montréal Carbon Pledge, un’iniziativa promossa dal PRI (Principles for Responsible Investment delle Nazioni Unite) rivolta agli investitori istituzionali di tutto il mondo che prevede l’impegno a misurare, ridurre e rendicontare l’impronta di carbonio dei propri investimenti azionari.
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