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Agenda 2030

Decarbonizzare la finanza e gli investimenti: un obiettivo che si può raggiungere

Dall’Europa ai grandi investitori, aumenta la richiesta di un futuro fossil free sia per il bene dell’ambiente sia per quello degli investimenti. L’esempio in Italia di Etica Sgr.

26 Luglio 2018 14:20

Il mondo della finanza ha preso coscienza dei rischi legati al cambiamento climatico tanto per l’ambiente quanto per gli investimenti. E non da oggi. Anche grazie ai diciassette obiettivi fissati dall’ONU nel 2015 in tema di sostenibilità, nell’ambito dell’Agenda 2030, il mondo degli ESG (Environmental, Social and Governance) ha ingranato una marcia in più.

RACCOLTA IN CRESCITA


Secondo gli ultimi dati diffusi dalla Global Sustainable Investment Review, nel 2016 le masse investite secondo criteri ESG, a livello globale, ammontano a quasi 23mila miliardi di dollari, ossia il 26% del totale degli asset gestiti a livello professionale (il 53% in Europa); registrando un aumento del 25% rispetto al biennio precedente.

INVESTITORI UNITI PER UN FUTURO FOSSIL FREE


“Per raggiungere gli obiettivi fissati dall’Accordo sul Clima di Parigi del 2015, le aziende del comparto dei combustibili fossili devono essere più trasparenti e assumersi la responsabilità delle proprie emissioni inquinanti”. A chiederlo, in una lettera aperta al Financial Time, è un gruppo di sessanta grandi investitori del comparto oil & gas (fondi, banche, assicurazioni) che insieme gestiscono più di 10.400 miliardi di dollari.

Verso un movimento globale per un futuro sostenibile


Verso un movimento globale per un futuro sostenibile





PIÙ EMISSIONI, PIÙ RISCHI


Contenere l'aumento della temperatura ben al di sotto dei due gradi centigradi rispetto ai livelli pre-industriali, come deciso durante la conferenza delle parti della Convenzione sui cambiamenti climatici (COP21) a Parigi, significa anche che in futuro saranno sempre maggiori i costi per i comparti che emettono emissioni inquinanti, soggetti, quindi, ad un incremento dei rischi di investimento.

COMPARTO OIL & GAS


Il CDP, Carbon Disclosure Project, stima che il comparto oil & gas è responsabile del 50% delle emissioni inquinanti globali. Motivo per cui, le sessanta società finanziarie chiedono anche ai singoli governi di portare avanti una regolamentazione che supporti gli investimenti in tecnologie a basso impatto, perché “ridurre l’impatto inquinante dei propri prodotti – si legge ancora nella lettera - sarebbe, per queste realtà, la strategia più efficace per passare ad un mondo a basse emissioni inquinanti”.

IL RUOLO DELL’EUROPA E QUELLO DELL’ITALIA


Oltre all’ONU, anche il Parlamento europeo si è schierato per un futuro di disinvestimento dal settore dei combustibili fossili: la Commissione europea ha varato, quest’anno, il Piano d’azione sulla finanza sostenibile, sottolineando l’importanza di un quadro normativo e di vigilanza per mobilitare i capitali privati verso la sostenibilità. Se l’Europa può essere considerata, quindi, la culla degli investimenti sostenibili, l’Italia non si sta dimostrando da meno: gli investimenti ESG sono, infatti, in crescita costante.

ESG, investire per il futuro del pianeta


ESG, investire per il futuro del pianeta





L’IMPEGNO DI ETICA SGR


Etica Sgr ha da sempre a cuore un futuro a basse emissioni di CO2. Ed è per questo motivo che ha aderito, nel 2015, al Montrèal Carbon Pledge del PRI (Principles for Responsible Investment delle Nazioni Unite). Un’iniziativa, rivolta agli investitori istituzionali di tutto il mondo, che prevede l’impegno a misurare, ridurre e rendicontare la carbon footprint (impronta di carbonio che rappresenta l’emissione di gas attribuibile ad un prodotto, ad un’organizzazione o ad un individuo) dei propri investimenti azionari. Viene così calcolato l’impatto che le emissioni di gas (CO2, CH4, Ossido nitroso N2O, Idrofluorocarburi HFCs, Perfluorocarburi PFCs e Esafloruro di zolfo SF6) hanno sui cambiamenti climatici.

E QUELLO DELLE AZIENDE


Dall’ultimo studio svolto sul fondo Etica Azionario è emerso che le aziende in portafoglio sono attive nella riduzione delle proprie emissioni inquinanti: l’81% delle imprese, infatti, ha intrapreso iniziative per ridurre l’impatto ambientale, con lo sviluppo di prodotti low carbon e con processi di produzione più efficienti dal punto di vista energetico.
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