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Tassi a zero, il “tesoretto” della Federal Reserve

Ma secondo le stime di Ethenea i rischi di recessione negli Usa sono ancora molto contenuti e Trump farà di tutto per evitare di arrivare alle elezioni con un’economia in territorio negativo

di Redazione 9 Ottobre 2019 07:00
financialounge -  Ethenea Federal Reserve Frank Borchers Morning News tassi di interesse

In uno scenario di recessione, Ethenea non si sorprenderebbe di vedere la Federal Reserve abbassare il tasso dei federal funds allo 0%, una mossa che è stata decisa l’ultima volta durante la crisi finanziaria ed economica alla fine del 2008, quando il tasso fu abbassato dall’allora presidente Ben Bernanke tra 0% e 0,25%. Ma avverte anche che per ora i rischi di recessione in America sono molto contenuti e che il presidente Trump non lascerà niente di intentato per evitare di arrivare all’appuntamento elettorale di novembre 2020 con un’economia in territorio negativo. E’ la conclusione cui giunge l’analisi di Frank Borchers, Senior Portfolio Manager di Ethenea, società d’investimento indipendente che gestisce fondi che perseguono una performance continuativa e la minimizzazione del rischio.

LA FED SI È COSTRUITA UN MARGINE DI MANOVRA CHE ORA STA UTILIZZANDO


L’esperto ricorda che da dicembre del 2008 la Fed ha mantenuto i tassi praticamente a zero per sette anni, per poi iniziare gradualmente ad aumentarli a partire dalla fine del 2015, quando alla guida della banca centrale c’era ancora Janet Yellen. Alla fine del 2018, il tasso dei fed funds era salito al 2,25% - 2,50%. Rispetto ad altre banche centrali, come la Bce, la Fed si è data così il margine per avere la possibilità di reagire a un'economia persistentemente debole con ulteriori tagli dei tassi d'interesse, per stimolare la ripresa. A luglio di quest’anno la Fed, passata nelle mani di Jay Powell, ha iniziato a sfruttare quest’opzione abbassando i tassi di 25 punti per poi replicare a settembre di quest'anno, per mitigare eventuali effetti negativi della guerra dei dazi tra Usa e Cina.

MOLTI INDICATORI SEGNALANO UN INDEBOLIMENTO DEL QUADRO MACRO


Borchers si chiede se il quadro attuale possa preannunciare una recessione negli Usa, osservando che le recessioni fanno comunque parte della vita economica. Le recessioni hanno generalmente un impatto sui mercati dei capitali e possono portare, tra l'altro, a significative perdite dei valori azionari e a un calo dei tassi di interesse. L'economia degli Stati Uniti sta attualmente subendo un rallentamento della crescita e le voci di recessione in arrivo iniziano a farsi più forti. La crescita del Pil Usa, ancora al 2,9% l'anno scorso, nei primi due trimestri del 2019 è calata rispettivamente al 2,7% e 2,3%, e ora le attese sono di un ulteriore rallentamento al 2% nel terzo. Anche gli indici PMI che misurano l’attività manifatturiera sono entrati in territorio contrazione sotto quota 50, mentre l'incertezza sulla guerra dei dazi sta incidendo seriamente sugli indicatori del sentiment e influenzando la propensione all’investimento in tutto il mondo.

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POSSIBILE UNA LIEVE RECESSIONE MA TRUMP CERCHERA’ IN OGNI MODO DI EVITARLA


Ma l’esperto di Ethenea osserva che ci sono anche buone notizie che arrivano dall'economia degli Stati Uniti, con la fiducia dei consumatori e le vendite al dettaglio che rimangono forti. Borchers sottolinea che il consumo privato rappresenta oltre i due terzi del Pil degli Stati Uniti ed è, e rimarrà, “la pietra miliare dell'economia statunitense”. Il rischio maggiore risiede ancora nella guerra dei dazi, ma è un fattore che ha un impatto maggiore sull'economia globale che non sull'economia domestica degli Stati Uniti, dove secondo Ethenea potrebbe portare solo una lieve recessione. Ma, aggiunge l’esperto in conclusione, si può presumere che il presidente Trump non lascerà nulla di intentato nei suoi sforzi per evitare uno scivolamento più pronunciato in una fase di debolezza economica, che probabilmente metterebbe a repentaglio la sua rielezione nel novembre 2020.
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