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consulenza finanziaria

Guardare alle prossime sfide con coraggio e preparazione

17 Ottobre 2013 10:00
financialounge -  consulenza finanziaria educazione finanziaria EFPA Sergio Boido
Guardare alle prossime sfide della professione con coraggio, preparazione, e spirito innovativo per riuscire ad interpretare nel modo corretto e compiuto le effettive esigenze del cliente in un mondo finanziario che sta rapidamente cambiando.

Una remunerazione che sia adeguata al rango di servizio professionale e che aspiri ad essere formulata anche sulla base di indicatori di natura qualitativa, a cominciare dall’assenza di qualsiasi conflitto di interesse e di reclami e dalla certificazione della soddisfazione del cliente.

Sono questi alcuni dei punti di maggiori rilievo che emergono dall’intervista di FinanciaLounge a Sergio Boido, Presidente EFPA (European Financial Planning Association) Italia, l’ente la cui mission consiste nel fissare in maniera continuativa nel tempo standard pertinenti e di elevata qualità per i programmi didattici, gli esami e l’etica nel settore del financial advising in tutta Europa.

Secondo i dati APF, il numero di bancari che sostengono l’esame di abilitazione professionale conferma un trend crescente: quanto vale la formazione qualificata per un professionista che si trova ad affrontare una sfida professionale nuova?

“Non solo importante ma assolutamente indispensabile. È impensabile infatti parlare di evoluzione della professione, riferendosi solo ed esclusivamente agli aspetti giuridico-amministrativi, alle modalità di erogazione e remunerazione del servizio, all’eliminazione del conflitto di interessi, senza preoccuparsi del livello, dei contenuti e della qualità della formazione da erogare ai professionisti del risparmio, per far sì che si possa veramente realizzare una concreta ed auspicata evoluzione in termini qualitativi e professionali. E ciò vale a maggior ragione per quella categoria di operatori per troppo tempo abituati a lavorare su denaro già “in casa” forti di una reputazione (più o meno meritata) di competenza ed affidabilità, acquisita - in taluni casi – addirittura in secoli di presenza costante sul mercato”.

Qual è il ruolo di EFPA Italia in questo contesto?

“EFPA Italia si pone a questo proposito come interlocutore privilegiato, con il rilascio di una certificazione indipendente e riconosciuta a livello europeo, la figura di un professionista preparato, orientato al cliente, adeguato all’evoluzione del mercato, dotato di una solida metodologia di lavoro e di una rigorosa deontologia professionale e, soprattutto, continuamente aggiornato nelle sue competenze. Prova ne sia che già il 35% circa dei professioni certificati da EFPA (tra il diploma DEFS e certificazione EFA) proviene dal mondo bancario e tale tendenza sembra aumentare nel tempo”.

Qual è il prossimo futuro di questa professione?

“Inizio con una frase espressa dal prof. Marco Oriani che condivido totalmente: "Il Futuro si fa con il coraggio e non con il passato”. Concordo, perché c’è il rischio che la scelta di adottare l’approccio consulenziale non derivi dalla consapevolezza di dover fornire un servizio diverso e più qualificato alla clientela, ma solo da una impostazione “di facciata”, si potrebbe anche dire “di marketing”, per continuare a svolgere la stessa attività di prima - di collocamento strumentale e funzionale al fornitore del servizio - con una immagine formalmente diversa e più professionale, ma con un comportamento, nella sostanza, immutato.

Si fa presto a parlare di “consulenza finanziaria” in senso generale, ma è necessario chiarire di quale consulenza si sta parlando e quale consulenza nei fatti si vorrà attuare. Ritengo questo punto strettamente collegato alla frase da me sopra citata. Si sente ormai parlare infatti di consulenza di base e di consulenza evoluta. Di consulenza all’investimento e di pianificazione finanziaria, di ciclo di vita e di passaggio generazionale. Un nuovo mondo si sta aprendo all’intero settore dei servizi finanziari ed il mercato apparterrà, mi auguro, a coloro che lo sapranno interpretare correttamente e compiutamente, piuttosto che a coloro che lo vorranno asservire ai propri interessi”.

Molti osservatori sono piuttosto critici sul costo del servizio di consulenza: cosa ne pensa?

“In merito ai costi della consulenza, che qualsiasi escamotage per far percepire la consulenza finanziaria un servizio gratuito o da scontare fortemente, sia diseducativo nei confronti del cliente. È necessario far prevalere nel cliente la convinzione che la consulenza finanziaria è per lui un vantaggio, un servizio di qualità che deve essere remunerato adeguatamente e non un costo aggiuntivo da eliminare o scontare. A questo proposito, veramente interessante l’ipotesi che sta avanzando a livello di regolatore europeo. E cioè il collegare la remunerazione degli operatori non solo più a “elementi quantitativi”, ma anche ad indicatori di natura qualitativa quali la soddisfazione del cliente, l’assenza di conflitti di interesse, l’assenza di reclami”.
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