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Columbia Threadneedle Investments

Obbligazioni, ecco perché gli investitori agili saranno avvantaggiati

22 Luglio 2015 12:11
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Gli investitori obbligazionari devono adeguarsi e diventare fornitori anziché utilizzatori di liquidità. È questa una delle raccomandazioni formulate da Jim Cielinski, Responsabile reddito fisso globale di Columbia Threadneedle Investments, a proposito dei problemi diliquidità nel mercato obbligazionario.

“In quanto detentori dei pool di attività più stabili del mercato, coloro i quali saranno in grado di intervenire e sfruttare le fluttuazioni causate dalla volatilità saranno generosamente ricompensati. Probabilmente le difficoltà affrontate nel 2015 da diverse strategie momentum preannunciano ciò che ci attende. In un contesto caratterizzato da una liquidità ridotta non solo è più probabile che si verifichino brusche inversioni di tendenza sul mercato, ma effettuare transazioni sarà sempre più oneroso. In questo scenario, gli investitori agili saranno avvantaggiati” sottolinea lo strategist.

Sono diverse le ragioni alla base del deterioramento della liquidità sui mercati obbligazionari. In ogni caso, se da un lato non necessariamente ciò preannuncia una crisi, dall’altro, tuttavia, ne aumenta i pericoli soprattutto alla luce della prospettiva che alcune economie (USA e Regno Unito) potrebbero presto rialzare i tassi. Di conseguenza è indispensabile prendere atto dell'assenza di liquidità, nel gestirla adeguatamente e nell'assicurare che l'illiquidità sia remunerata in modo appropriato.

Gli investitori devono considerare l'illiquidità come una minaccia, ma anche come una potenziale fonte di rendimento. A questo proposito per rendere più efficienti i portafogli obbligazionari è possibile adottare diversi approcci: dal comprendere quali siano i driver del ciclo della liquidità e utilizzarli per plasmare il processo d'investimento alla gestione del rischio di liquidità (cercando di trasformarlo in alfa di liquidità), dal predisporsi ad un aumento della volatilità alla creazione di processi di verifica interni e di procedure per proteggere gli investitori dei fondi e gestire i rischi di liquidità, fino al ricercare nuove soluzioni sia sul fronte delle tecniche di gestione dei fondi che dell'infrastruttura del mercato.

“Se è vero che le banche centrali ci hanno condotto in uno stadio affollato con una sola uscita, vi siamo entrati volentieri: uscirne, però, sarà più difficile. È improbabile che i mercati sfuggano a questo ciclo senza subire incidenti causati dalla liquidità. La Grecia, ad esempio, potrebbe essere solo uno tra questi. Nel sistema è stata immessa una quantità eccessiva di liquidità e il quantitative easing è uno strumento troppo diretto, che non è riuscito a impedire il verificarsi di anomalie e squilibri” fa sapere Jim Cielinski secondo il quale l'illiquidità non rappresenta senz'altro una novità in questo ciclo e può spingere i mercati al rialzo come al ribasso.

“Negli ultimi anni il rally delle attività rischiose è stato in gran parte sostenuto e favorito da un eccesso di liquidità sul fronte monetario e da una scarsa liquidità del mercato, ma l'illiquidità attira molto meno l'attenzione quando i prezzi sono in aumento” sottolinea lo strategist che, inoltre, ci tiene a ricordare come gli eccessi tendano a svilupparsi fino a essere ridimensionati da politiche più restrittive.

“Sarà la liquidità fornita dalle banche centrali a determinare quando il ciclo si concluderà. Quando giungerà al termine, le dimensioni dei mercati saranno nettamente superiori rispetto a quanto osservato nei cicli precedenti. L'illiquidità esaspererà le ultime fasi del ciclo, ma è improbabile che funga da catalizzatore. Gli investitori dovrebbero assicurarsi di essere adeguatamente compensati per l'illiquidità oggi, adeguare i loro portafogli e monitorare attentamente il ciclo della liquidità a livello globale per trarne indizi” conclude Jim Cielinski.
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