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Alessandro Aspesi

Il 2019 può essere l’anno della gestione attiva

Lo scenario macroeconomico si presenta scoraggiante ma la selezione, sia in ambito azionario che in quello del reddito fisso, potrà offrire soddisfazioni. Le idee di investimento di Columbia TI

22 Novembre 2018 07:50

Nel mercato azionario, a fronte di uno scenario top down (macro economico) preoccupante sono presenti opportunità di tipo bottom up (legate cioè a singole società) che dovrebbero finalmente far emergere il valore aggiunto della gestione attiva. Anche nel reddito fisso lo scenario prevalente è, a prima vista, scoraggiante per i risparmiatori ma, grazie alla vasta tipologia di emissioni che si comportano in modo alquanto differente nelle varie fasi del ciclo economico, è comunque possibile intercettare occasioni di investimento. Sono alcune delle principali idee di investimento illustrate durante il Columbia Threadneedle Investments Outlook 2019 dal titolo “Cosa aspettarsi, dove investire”, introdotto a Milano da Alessandro Aspesi, Country Head Italy di Columbia TI.

LE PREVISIONI SUL MERCATO AZIONARIO


Nell’incontro con la stampa, Andrea Carzana, gestore azionario Europa, ha presentato le previsioni attese per il prossimo anno. Stime che, nei numeri, non sarebbero affatto negative dal momento che la crescita dei profitti, il rapporto prezzo/utili (p/e) e il dividend yield si attesterebbero a livelli piuttosto interessanti, soprattutto in Europa. In particolare, la crescita prevista per gli EPS (utili per azione) per il 2019 per la zona euro è posizionata nella forchetta tra +8% e +10% mentre a livello di MSCI Europe il p/e 2018 è al 12,5 e il dividend yield è al 3,8%. Il problema, come ha avuto modo di ammettere lo stesso gestore, è che tali previsioni sono soggette a possibili modifiche dal momento che le variabili in gioco sono tante e tutte fonte di potenziali pericoli per l’economia e, a cascata, sul benessere delle aziende e dei mercati: dalla guerra dei dazi tra Stati Uniti e Cina alla intricata contrapposizione politica tra Italia e UE, dalla Brexit alle politiche monetarie.

LA GESTIONE ATTIVA DI COLUMBIA TI


Alla luce di queste variabili, Andrea Carzana ritiene che l’approccio vincente per il 2019 debba basarsi sulla gestione attiva che (finalmente) dovrebbe riuscire ad esprimere il proprio valore aggiunto grazie alla rigorosa selezione delle società da inserire in portafoglio, distinguendo quelle vincenti da quelle destinate a soffrire o soccombere. Il gestore ha parlato di ricerca di titoli con ‘valore intrinseco’ specificando come individuarli. Occorre innanzitutto ricercare le società in possesso di vantaggi competitivi sostenibili nel tempo. In secondo luogo intercettare quelle che abbiano come obiettivo l’aumento del ROE (return on equity), ovvero le compagnie che puntano a incrementare nel tempo il valore del capitale degli azionisti. In terzo luogo, far leva sulle imprese che abbiano tassi di crescita superiori alla media di mercato.

ORIZZONTE DI INVESTIMENTO DI 5-7 ANNI


Il tutto privilegiando i mercati consolidati, dove queste caratteristiche peculiari hanno maggiori probabilità di essere preservate nel tempo, e implementando criteri ESG (ambientali, sociali e di governance) basati sulla qualità del management aziendale. Andrea Carzana non esclude che nel breve periodo un portafoglio allestito con titoli di questo stampo (come lo è di fatto il comparto Threadneedle (Lux) Pan European equities fund da lui gestito) possa essere immune alle turbolenze dei listini, ma in ottica di medio lungo termine (5-7 anni), dovrebbe riuscire ad esprimere una perfomance tendenziale migliore della media di mercato.

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LE PROSPETTIVE SUL REDDITO FISSO


Le prospettive per il mercato del reddito fisso sono state invece illustrate da Alessandro Tarello, gestore obbligazionario Europa. Secondo il quale, basandosi sul trend emerso negli ultimi tempi, gli investitori obbligazionari hanno più di una ragione per essere preoccupati: i rendimenti restano in buona sostanza vicino ai minimi storici mentre si delinea una tendenza al rialzo dei tassi. Tuttavia, da una più attenta analisi, è possibile ricavare preziose indicazioni per le scelte obbligazionarie che, in ogni portafoglio bilanciato che si rispetti, costituiscono una componente importante alla quale è affidato il compito di stabilizzare le oscillazioni dell’intero investimento.

DIVERSE TIPOLOGIE DI EMISSIONI


In quest’ottica, una delle cose che Alessandro Tarello ha tenuto a ricordare è che all’interno del mercato del reddito fisso si possono rintracciare tante diverse tipologie di titoli ed emittenti il cui comportamento è molto differente nelle varie fasi del ciclo economico. Tradotto in pratica e, in estrema sintesi, per il gestore in questa fase sono meglio le emissioni investment grade rispetto a quelle high yield e da preferire quelle denominate in euro di quelle in dollari USA. Molte delle aziende con merito di credito superiore (investment grade) statunitensi sono a rischio declassamento mentre la situazione complessiva delle imprese europee appare attualmente meno critica, sotto l’aspetto del ricorso alla leva finanziaria, di quella che invece emerge negli States.

Il filo rosso che collega guerra commerciale e politica della Fed


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LA CURVA DEI TASSI USA


Per quanto riguarda poi la curva dei tassi USA, Alessandro Tarello ipotizza che il rendimento del Treasury a 30 anni dall’attuale 3,30% di rendimento plani fino al 3,0% e, di conseguenza, adotta una posizione long (rialzista). Al contrario ha assunto una posizione short (ribassista) nel caso del Treasury a 5 anni americano che, secondo il gestore, non starebbe incorporando i prossimi rialzi dei tassi previsti dalla Fed. Stesso discorso, ovvero posizione short, anche sui Bund tedeschi a 5 anni: i loro rendimenti sarebbero destinati a salire (mentre i prezzi, che si muovono in direzione opposta ai rendimenti, dovrebbero scendere) in quanto i dati macroeconomici della zona euro sono stati deludenti ma non certo disastrosi.
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