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Valute: dopo il super dollaro focus su euro, sterlina e yen giapponese

Il dollaro USA sembra giunto alla fine della sua lunga corsa che dura dal 2011: euro, sterlina e, soprattutto, yen giapponese sono ora in pole position per rivalutasi

24 Febbraio 2017 09:15
financialounge -  Capital Group dollaro euro Jens Søndergaard mercati valutari sterlina yen

I movimenti sui mercati valutari proseguiranno anche quest’anno ma la loro corsa dovrebbe esser meno precipitosa rispetto a quella sperimentata nel 2016.

A formulare questa previsione è Jens Søndergaard, Analista valutario di Capital Group, che intravede ora poco spazio per un ulteriore apprezzamento del dollaro americano: l’euro e la sterlina potrebbero posizionarsi per una rivalutazione mentre lo yen giapponese potrebbe rimbalzare qualora la Bank of Japan dovesse intervenire in modo meno massiccio sul mercato nel mantenere bassi i tassi di interesse del Sol Levante.

Per l’analista valutario il dollaro USA viaggia negli ultimi chilometri di una corsa durata diversi anni, dopo essere cresciuto di oltre il 30% dal 2011. Buona parte delle buone notizie sull’economia americana sono già incorporate nell’attuale valutazione e solo una forte accelerazione della crescita statunitense potrebbe portare ad un ulteriore rafforzamento (comunque entro il 5%) del biglietto verde: in ogni caso, secondo Jens Søndergaard la divisa americana è sopravvalutata del 10% circa. E, se si accetta la premessa che il dollaro è caro, questo significa che altre valute sono relativamente sottovalutate.

L’euro, per esempio, potrebbe posizionarsi nella seconda metà del 2017, dopo le elezioni in Francia e Germania e se le notizie positive sull’economia della zona euro continueranno a fluire, per iniziare ad apprezzarsi.

Per quanto riguarda la sterlina inglese, sempre secondo Jens Søndergaard, l’attuale quotazione è attraente, ma non c’è motivo di essere ottimisti finché non si conoscano i dettagli delle condizioni dell’uscita del Regno Unito dall’Unione Europea.

Infine, se è vero che lo yen è conveniente, è altrettanto vero che lo si deve in buona parte all’aggressivo programma di acquisti della Banca Centrale del Giappone, affiancato alle misure di controllo della curva dei rendimenti. “Qualsiasi segnale di una minore volontà e capacità di mantenere i tassi bassi provocherà rapidamente uno yen più forte” conclude Jens Søndergaard.

** Il presente articolo è stato redatto da FinanciaLounge. Una parte di contenuti e dati gentilmente concessi da Capital Group

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