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Il Toro ha ancora gambe, ma cammina su singoli titoli

Secondo Capital Group non bisogna avere preferenze geografiche: sul mercato Usa continuare a puntare su e-commerce e tecnologici, in Europa il valore è nei grandi dell’healthcare e lusso, ma anche Airbus e Nestlè

di Redazione 29 Maggio 2019 16:39

Negli ultimi dieci anni Wall Street ha esibito una notevole resilienza, e ora gli investitori si chiedono quanto potrà correre ancora il Toro. La brusca correzione del quarto trimestre 2018 ha evocato lo spettro dell’Orso, ma il sentiment ha presto invertito la rotta non appena la Fed ha messo in pausa il rialzo dei tassi proprio mentre le tensioni commerciali Usa-Cina sembravano essersi appianate. Il 2019 finora ha segnato un ritorno della solidità nei mercati. Tutti i mercati Toro prima o poi giungono a un termine, ma al momento i fondamentali di molte delle società che hanno trainato le Borse al rialzo a partire dal 2009 rimangono robusti. Quindi il positivo momento attuale è destinato a durare per qualche tempo. È la conclusione cui giungono Rob Lovelace e David Polak, rispettivamente Equity portfolio manager e Investment director di Capital Group, in un’analisi non a caso titolata: “I tempi non sono ancora maturi per l’Orso”.

LE AZIONI MIGLIORI NON SONO PER FORZA A STELLE E STRISCE


I due esperti ricordano che a fine 2018, con l'S&P 500 in calo di quasi il 20% , avevano chiesto a tutti gli analisti azionari del Gruppo se i fondamentali fossero peggiorati al punto da giustificare un declino del 20% per le società oggetto di copertura. Salvo pochissime eccezioni, la risposta è stata negativa. Da qui sono giunti alla conclusione che la correzione del quarto trimestre sia stata un’opportunità per acquistare società che reputano interessanti in ottica di lungo periodo. Considerando i rendimenti degli indici, nell'ultimo decennio gli Stati Uniti sono stati l’area migliore in cui investire. Tuttavia, secondo Lovelace e Polak, è più interessante osservare le singole società. Per esempio, citano il fatto che a partire dal 2009, molti dei migliori 50 titoli azionari di ogni anno in base al rendimento totale non sono statunitensi, come si vede dal grafico riportato qui sotto.

[caption id="attachment_142797" align="alignnone" width="420"]Percentuale di titoli non statunitensi tra i primi 50 di ogni anno Percentuale di titoli non statunitensi tra i primi 50 di ogni anno[/caption]

NON BISOGNA INVESTIRE SU PAESI O ECONOMIE MA SU SOCIETÀ


Quasi ogni anno, nel corso della finestra temporale in questione, la maggior parte delle top 50 non risultavano basate negli Stati Uniti. Una predilezione sul piano geografico di questo tipo avrebbe quindi comportato la perdita di molte delle migliori opportunità. Ma Capital Group sottolinea che non si investe in paesi, regioni o economie, ma in società. In Europa, molte delle società di maggiori dimensioni che compongono gli indici operano nei servizi finanziari, ma le banche, negli ultimi anni, hanno vissuto un periodo difficile, con la redditività che è stata erosa dalla crescita debole e dai tassi negativi. Per contro, molti dei maggiori costituenti degli indici statunitensi sono tecnologici, come Amazon, Apple, Microsoft e Alphabet, . Prendendo in esame semplicemente gli indici, gli Stati Uniti godono di una potente spinta generata da società molto forti che sono all'avanguardia nell'innovazione tecnologica, mentre l'Europa non può vantare lo stesso numero di protagonisti e gli indici lo riflettono, mentre può contare su realtà di spicco nell’healthcare e nel lusso, con società come AstraZeneca, Novartis, LVMH e Kering.

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MASSIMA FIDUCIA ANCHE SU MULTINAZIONALI EUROPEE


Quindi, i due esperti di Capital Group affermano che le azioni sono destinate a rivalutarsi a livello internazionale e ribadiscono la loro massima fiducia in alcune multinazionali europee, tra cui Airbus, in virtù del duopolio con Boeing nel mercato globale, e Nestlé, che vanta il primato di più grande azienda alimentare al mondo. Due titoli destinati a beneficiare della rapida crescita del ceto medio nei mercati emergenti, dalla Cina al Brasile. I differenziali nelle valutazioni sono meno marcati di quanto sembri, se si considera che le società estere in rapida crescita presentano valutazioni elevate al pari delle controparti americane. Gli investitori sono disposti a corrispondere un premio per i nomi che macinano una forte crescita degli utili, presentano prodotti innovativi e capacità di acquisire quote di mercato dalla concorrenza. Le aziende di questo tipo attraggono valutazioni elevate, a prescindere da dove sono situate.

AZIONARIO CINESE TRASCINATO DA INVESTIMENTI ESTERI


La conclusione dell’analisi di Capital Group è che nel complesso il premio a stelle e strisce non è così ampio come si potrebbe pensare osservando le aziende comparabili, orientate alla crescita in Europa e in Asia. Inoltre, gli Stati Uniti – e in certa misura la Cina – hanno i colossi tecnologici, e anche questo può avere un grande impatto anche sul quadro complessivo di valutazione. Aziende come Amazon negli Stati Uniti e Alibaba in Cina possono distorcere il quadro generale in virtù delle proprie posizioni dominanti sul mercato e delle ricche valutazioni che ne derivano. L’azionario cinese continuerà a essere trainato dai crescenti investimenti esteri , a cui il mercato si sta aprendo sempre più.
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