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Il “buon vecchio” semiconduttore protagonista del boom dell’economia digitale

Le società di semiconduttori, che operano sul mercato dagli anni ‘50, hanno dimostrato di sapersi reinventare per stare al passo con i tempi e con le richieste di mercato.

31 Agosto 2018 15:09

Dall’Internet of Things all’Intelligenza Artificiale (AI), dall’apprendimento automatico alle vetture a guida autonoma, dalla robotica alla realtà virtuale e aumentata, dalle criptovalute all’analisi e archiviazione di big data. Tutte queste nuove tecnologie avanzate sono il motore dell’economia digitale e stanno dettando il ritmo di crescita del settore hi tech disegnando un futuro sempre più vicino.

IL DENOMINATORE COMUNE DEI SEMICONDUTTORI


Ma, ad analizzarle bene, hanno tutte un denominatore in comune: contribuiscono alla domanda di semiconduttori. Si tratta di un aspetto non secondario, soprattutto per gli investitori, come infatti fa notare Rob Lovelace, Gestore di portafoglio di Capital Group:
L’entusiasmo che circonda le tecnologie di prossima generazione è enorme dal momento che possono modificare e favorire in maniera significativa (come peraltro si può già constatare) la vita di tutti i giorni di ognuno di noi. Tuttavia, spesso espongono a un rischio importante nelle loro prime fasi di sviluppo”.

UN INVESTIMENTO SOLIDO E VALUTABILE


Come dire che, dal punto di vista dell’investitore, potrebbero causare dei contraccolpi momentanei anche di forte intensità per il semplice mancato raggiungimento di un traguardo o per aspettative eccessive. Ecco perché, secondo l’esperto, le società di semiconduttori, che operano sul mercato dagli anni '50, costituiscono un target di investimento più solido e valutabile. “L’innovazione e l’evoluzione tecnologica hanno creato nuove fonti di domanda per i semiconduttori e quelle società che sono state capaci di reinventarsi per restare a galla sono diventate società di successo nel lungo periodo” specifica Rob Lovelace.

CRESCITA STRUTTURALE DAL 1980 AL 2016


A supporto di questa considerazione parlano i numeri. Dal 1980 al 2016, la spesa pro capite a livello globale per i semiconduttori ha registrato una cresciuta di 15 volte. Le ultime stime alla domanda dei circuiti integrati utilizzati nell’ambito dell’Internet of Things parlano di un potenziale tasso di crescita annuale composto del 16,1% nel decennio fino al 2025.

IL MEGATREND DELLA PRODUZIONE DI DATI


Sempre in ambito di numeri e previsioni quelli elaborati da McKinsey confermano che il megatrend della produzione di dati proseguirà in modo accelerato. Dal 2005 il volume dei flussi di dati transfrontalieri si è moltiplicato di 45 volte in 11 anni, arrivando secondo le stime a 400 terabit per secondo a fine 2016, registrando un tasso di incremento medio pro capite del 50% all'anno per singolo Paese.

ARCHIVIAZIONE E ANALISI


“Tutta questa mole colossale di dati deve essere archiviata e analizzata e i progressi continui nell’ambito dell'archiviazione di dati e dei dispositivi connessi agevolerà l’evoluzione di tale processo. Le società di semiconduttori hanno e continueranno a giocare un ruolo fondamentale nel favorire questa tendenza” specifica Rob Lovelace. L’esperto, per spiegare come tutto questo scenario si stia già di fatto materializzando, cita due esempi: la rapida adozione del cloud computing e le nuove frontiere nell’automotive.

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SERVIZI DI CLOUD COMPUTING DI TERZI


“Un numero crescente di aziende sceglie di far gestire infrastrutture e data center propri da operatori esterni specializzati. Un fenomeno che consente di ridurre i costi delle infrastrutture informatiche utilizzando servizi di società terze” puntualizza Rob Lovelace.

IL BOOM DELLA CONNETTIVITÀ NELL’AUTOMOTIVE


Nel settore automotive, invece l'incremento della connettività nei veicoli determinerà una ingente richiesta aggiuntiva di chip. Il numero di dispositivi connessi a internet dovrebbe crescere del 15% circa all’anno nei prossimi anni con un conseguente robusto incremento di semiconduttori. Basti pensare che, entro il 2025, dovrebbero circolare qualcosa come circa 89 milioni di veicoli connessi, dei quali sei milioni con guida autonoma, con una generazione ed elaborazione di dati per vettura superiore a un gigabyte al secondo.
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