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“Obbligazioni, c’è valore nei titoli governativi Usa legati all’inflazione”

Capital Group avverte che lo spazio di manovra delle politiche monetarie può incontrare dei limiti. Anche i rischi macro e geopolitici consigliano portafogli bilanciati con esposizione al rischio prudente

di Virgilio Chelli 11 Febbraio 2020 21:00

Il 2019 ha dimostrato che i tassi di interesse bassissimi o addirittura sottozero non costituiscono un ostacolo insormontabile per l’investitore alla ricerca di un ritorno nel reddito fisso, in quanto il movimento al rialzo dei prezzi, supportato dalle politiche monetarie estremamente accomodanti, ha consentito di realizzare performance di tutto rispetto. Ad essere premiati sono stati gli investitori particolarmente attenti al fattore duration, vale a dire capaci di andare su quei titoli obbligazionari il cui prezzo è particolarmente sensibile al movimento dei tassi di interesse.

NEGLI USA LA SPINTA AL RIALZO DEI PREZZI INVESTE ANCHE I TITOLI A PIÙ LUNGA SCADENZA


L'attuale politica monetaria resta accomodante negli Usa, Europa e molte altre parti del mondo, e dovrebbe continuare a sostenere i mercati dei titoli di Stato. Le obbligazioni a breve scadenza, particolarmente sensibili alla politica monetaria, sono quelle che si muovono più facilmente al rialzo in termini di prezzo. Ma anche la ricerca di rendimento da parte degli investitori continua a dettare un calo nei rendimenti obbligazionari a lungo termine, in quanto gli acquisti spingono i prezzi al rialzo deprimendo così appunto il rendimento.

LA FED NON ALZERÀ I TASSI IN QUESTO CICLO


Per questo Jeremy Cunningham, Investment Director di Capital Group, raccomanda in un commento prudenza, soprattutto sul mercato degli Stati Uniti, assumendo una posizione di duration neutrale. L’esperto di Capital Group non prevede ulteriori aumenti dei tassi da parte della Fed in questo ciclo, e consiglia quindi di rimanere posizionati per una curva dei rendimenti più ripida, vale a dire con rendimenti più elevati sulle scadenze più lunghe.

VALORE ANCHE NEI TIPS, I TITOLI INDICIZZATI ALL’INFLAZIONE


Cunningham osserva anche valore nei TIPS, i Treasury Inflation-Protected Security, vale a dire titoli del Tesoro americano indicizzati, che proteggono l’investitore dagli effetti negativi di rialzi dell’inflazione. Secondo l’esperto di Capital Group, posizionarsi sui TIPS può essere consigliabile, date le valutazioni interessanti, soprattutto in una prospettiva a più lungo termine.

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IN EUROPA LA POLITICA ACCOMODANTE DELLA BCE CONTINUERÀ A SOSTENERE I TITOLI DI STATO


Passando all’Europa, Capital Group stima che il rallentamento della crescita globale, in particolare quello derivante dalla Cina, le tensioni commerciali e altre tensioni geopolitiche come la Brexit, continuano a pesare sulla produzione manifatturiera. Ma aggiunge che la domanda interna in tutta l'Europa rimane resiliente. Inoltre, la politica monetaria accomodante della Banca centrale europea dovrebbe continuare a sostenere i titoli di Stato europei, in particolare nei paesi periferici.

VALORE LIMITATO NEI PRINCIPALI MERCATI DEL DEBITO GOVERNATIVO


In conclusione, l’esperto di Capital Group vede un valore limitato nei principali mercati dei titoli di Stato, dato il basso, se non negativo, rendimento del debito. Resta infatti da vedere fino a che punto si estenderanno i limiti della politica monetaria, soprattutto in considerazione dei tassi di interesse estremamente bassi. Alcuni paesi come Italia e Francia hanno già iniziato a implementare stimoli fiscali, e altri dovrebbero seguirne l’esempio.


PORTAFOGLI BILANCIATI E ESPOSIZIONE PRUDENTE AL RISCHIO


La raccomandazione all’investitore è che la combinazione di valutazioni elevate e rischi macroeconomici e geopolitici asimmetrici favoriscono un portafoglio bilanciato con un'esposizione al rischio prudente.
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