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Europa, i prossimi 18 mesi decisivi per una ripresa più sostenibile

Nei prossimi 18 mesi il referendum costituzionale italiano e le elezioni politiche in Francia e in Germania costituiscono l’ostacolo sulla strada della ripresa europea.

16 Novembre 2016 09:27
financialounge -  Capital Group crescita economica Europa francia germania italia politica fiscale referendum Robert Lind

I governi europei potrebbero adottare un approccio più pragmatico alla politica fiscale. Se, dopo diversi anni di intensi programmi orientati all’austerità, i paesi europei optassero per questa soluzione dopo essersi resi conto di avere la responsabilità di sostenere le loro economie attraverso una politica fiscale più accomodante, si potrebbe smuovere in meglio la situazione in Europa dove non mancherà il supporto strategico da parte della BCE.

Ne è convinto Robert Lind, Economista di Capital Group, secondo il quale nei prossimi mesi Draghi dovrebbe prorogare, forse già nella riunione di dicembre, il suo programma di acquisto di obbligazioni oltre marzo 2017, ampliando la gamma di asset disponibili per l’acquisto.

“Nel prossimo anno, ritengo che l’Europa possa mostrare una graduale ripresa in termini di crescita economica. E, sebbene non si possa parlare di crescita spettacolare, dovrebbe comunque essere sufficiente a sostenere e accelerare gli utili aziendali” spiega Robert Lind che, tuttavia, guardando al medio termine, indica il vero scoglio da superare: “Se si riuscirà a superare gli eventi politici dei prossimi 18 mesi (dal referendum costituzionale italiano alle elezioni politiche in Francia e in Germania) senza ripercussioni negative di rilievo, probabilmente il rischio politico che ha messo in serie difficoltà la ripresa economica dell’Europa dovrebbe ridursi” puntualizza Robert Lind.

Secondo il manager, infatti, in Germania, Francia e Italia i politici sono messi in difficoltà in un contesto in cui la crescita economica è lenta, mentre l’invecchiamento della popolazione fa aumentare sia il deficit per le pensioni che i costi della sanità. Tutti e tre i paesi sono prossimi a importanti elezioni, a cominciare dal referendum costituzionale fissato in Italia per il 4 dicembre.

“Se dovesse affermarsi il fronte del NO, sfavorevole a quello del SI appoggiato dal Primo ministro italiano, si potrebbe configurare la formazione di un nuovo governo e, persino, alla richiesta di abbandonare l’Eurozona. Si tratterebbe di uno shock le cui conseguenze risulterebbero ben più gravi di quelle, fino ad oggi, innescate dalla Brexit e che potrebbe mettere a rischio l’esistenza stessa dell’UE” conclude Robert Lind.

** Il presente articolo è stato redatto da FinanciaLounge. Una parte di contenuti e dati gentilmente concessi da Capital Group

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