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Elezioni di metà mandato, cosa implica per i mercati un Congresso diviso

Dopo l’esito delle elezioni di mid term, è di fatto iniziata la campagna elettorale per il 2020: Capital Group delinea tre possibili scenari per gli investitori

9 Novembre 2018 10:34

Molti di noi hanno la sensazione, sottolineata spesso anche dai media, che l’Italia sia in una perenne campagna elettorale salvo poi sentire da tutti i leader politici, immediatamente dopo l’esito delle consultazioni, che hanno vinto. Stavolta, lo stesso si può dire anche dopo il voto di martedì di mid term negli Stati Uniti. Elezioni che hanno assegnato la maggioranza alla Camera dei Rappresentanti ai Democratici per la prima volta dal 2011, e un incremento del peso dei Repubblicani al Senato. Nelle conferenze stampa di mercoledì, entrambi i partiti hanno definito queste elezioni di mid term come una vittoria e, da subito, è di fatto iniziata la campagna elettorale per le presidenziali del 2020.

GOVERNARE CON UN CONGRESSO DIVISO


Un contesto nel quale all’amministrazione Trump spetta il difficile compito di governare una nazione dal Congresso diviso. E, sebbene si tratti di una situazione ricorrente negli Stati Uniti, è comunque opportuno fare alcuni approfondimenti per cercare di decifrare quali potrebbero essere le implicazioni per i mercati finanziari.
A questo proposito, Matt Miller, Economista politico di Capital Group, disegna tre sviluppi chiave che contraddistingueranno nei prossimi due anni la scena politica statunitense: un sostanziale stallo di governo, una limitata collaborazione tra democratici e repubblicani, e un’attenzione spiccata alle elezioni del 2020.

AZIENDE LIBERE DI SVILUPPARE I BUSINESS PLAN


E’ prevedibile che sia le più importanti iniziative promosse dai repubblicani (ulteriore taglio alle tasse e riforma dell’immigrazione) e sia quelle sostenute dai democratici (cancellazione dei tagli dello scorso anno, annullamento della deregolamentazione e il Medicare-for-all) non avranno l’appoggio necessario per passare al Congresso.
“Tuttavia, questo dovrebbe consentire al management aziendale statunitense di sviluppare i propri business plan per i prossimi due anni in modo più rilassato mentre i mercati, come già successo in passato, non dovrebbero avere particolari problemi a gestire un Congresso diviso” spiega Matt Miller.

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ACCORDI CONDIVISI SU SPECIFICI TEMI


L’esperto, tuttavia, non esclude che in alcuni specifici ambiti, dove nel recente passato sono emerse delle affinità tra i due partiti, si possa lavorare e magari anche raggiungere un accordo condiviso. Si tratta di tematiche legate alla spesa per le infrastrutture, all’introduzione di nuovi limiti ai prezzi dei medicinali, ad un incremento del salario minimo, e al congedo parentale retribuito.

SPUNTI INTERESSANTI PER LA CAMPAGNA 2020


“Un rischio rispetto allo status quo fiscale riguarda invece il possibile accordo sul tetto del debito federale, che dovrebbe essere affrontato nell’estate o nell’autunno del 2019” tiene invece a ricordare Matt Miller. Per l’esperto, è inoltre probabile che sia la Camera democratica quanto il Senato repubblicano nei prossimi mesi propongano comunque numerose proposte di legge che, sebbene abbiano poche o nulle possibilità di approvazione potrebbero rivelarsi spunti interessanti per la campagna per le presidenziali del 2020.

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OLTRE IL RUMORE DI FONDO DELLA POLITICA


Passando alle possibili implicazioni per il mercato finanziario, Matt Miller fa sapere che dal 1950, Wall Street ha sempre registrato risultati positivi nell’anno successivo alle elezioni di mid term: una tendenza che non si può affatto escludere anche per il 2019. Al contempo, va sempre tenuto presente che il sell-off (vendita sul mercato di titoli senza limitazione né di prezzo né di quantità, ndr) di ottobre dimostra come la volatilità possa incresparsi senza preavviso pur in presenza di un’economia statunitense in ottima salute. “Per gli investitori con un’ottica di lungo periodo è importante ricordare che i mercati sono comunque in grado di andare oltre il rumore di fondo della politica e di concentrarsi sui fondamentali delle società” conclude Matt Miller.
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