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Azioni, ecco i settori “vaccinati” contro il coronavirus

Richard Carlyle (Capital Group) segnala le società tecnologiche, home entertainment, social media e pagamenti elettronici, che beneficiano del crescente numero di persone che lavora e resta a casa

di Leo Campagna 26 Marzo 2020 07:45
financialounge -  azioni Capital Group coronavirus Morning News Richard Carlyle

Per comprendere l’entità della tempesta che si è abbattuta sui mercati a seguito della diffusione del coronavirus nel mondo, è sufficiente pensare che in soli 22 giorni i mercati azionari sono passati dal picco storico ad una flessione del 20%. Correzione che poi è proseguita fino al -35% (dato aggiornato al 23 marzo). A complicare ulteriormente le cose per gli investitori è stata la scarsa decorrelazione del reddito fisso che, soprattutto nel segmento delle obbligazioni societarie, ha registrato un ampliamento dei rendimenti (e una contrazione dei prezzi, che si muovono in direzione opposta ai rendimenti).

MERCATI EMERGENTI PIÙ RESILIENTI


In questo contesto caotico i mercati emergenti hanno evidenziato flessioni più contenute rispetto a diverse altre regioni, incluse l’Europa e gli USA. “Una delle spiegazioni è da ricercarsi nel fatto che tra gli emergenti il paese ad avere il peso principale è la Cina, le cui autorità hanno adottato rapidamente misure stringenti per limitare la diffusione del virus”, fa sapere Richard Carlyle, Equity Portfolio Manager di Capital Group.

“I mercati escono sempre vivi dalle pandemie”


“I mercati escono sempre vivi dalle pandemie”





TECNOLOGIA E INTERNET CINESE


L’azionario cinese, infatti, mostra -15% da inizio anno, con una perdita dimezzata rispetto all’azionario europeo e statunitense. L’economia cinese sta riprendendo gradualmente ma alcune delle principali società del settore tecnologico e di internet continuano a beneficiare del maggior tempo trascorso a casa dalle persone a causa del virus.

PMI PIÙ PENALIZZATE DELLE AZIENDE A MAGGIORE CAPITALIZZAZIONE


Carlyle nota inoltre che il violento sell off (vendita sul mercato di titoli senza limitazione di prezzo e di quantità) ha colpito più duramente le PMI rispetto alle aziende a maggiore capitalizzazione da inizio anno. “Una ragione potrebbe risiedere nel fatto che le piccole e medie imprese sono molto più esposte alla domanda domestica e alle attività particolarmente colpite dal virus: dai ristoranti al tempo libero, dalle compagnie aeree a quelle di crociera”, specifica Carlyle.

BANCHE E COMPAGNIE PETROLIFERE TAGLIERANNO I DIVIDENDI


Il quale, poi, concentrandosi sulle prospettive delle banche e delle compagnie petrolifere, prevede per entrambe un taglio o, addirittura, un azzeramento dei dividendi. Le prime, dovranno probabilmente farlo come contropartita all’alleggerimento dei requisiti di capitale per aumentare la liquidità e sostenere l’economia. Le compagnie petrolifere, dal canto loro, dovranno gestire non solo gli impatti dell’emergenza sanitaria ma anche il crollo dei prezzi del petrolio.

FOCUS SU HI TECH, SOCIAL MEDIA E PAGAMENTI ELETTRONICI


Per contro alcuni settori, in particolare i beni di prima necessità, l’informatica e la sanità, oltre a specifici titoli, stanno reggendo meglio di altri. Un esempio è titolo di Amazon che evidenzia una modesta variazione dall’inizio dell’anno, dal momento che beneficia di un aumento della domanda dei servizi che offre nell’ambito del web e delle consegne a domicilio. “Il mondo post coronavirus tenderà a rafforzare una serie di trend già esistenti. Le società tecnologiche, dell’home entertainment, dei social media e dei pagamenti elettronici continueranno a beneficiare sempre di più del crescente numero di persone che lavora in modalità smart working e delle persone che sono costrette a rimanere a casa”, conclude Carlyle.
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