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Azionario Giappone, non solo valutazioni convenienti

Le valutazioni dell’azionario Giappone rimangono piuttosto contenute, ma secondo Capital Group ci sono altri fattori di sostegno a partire dai fondamentali. Importante, però, selezionare con cura i titoli

9 Marzo 2019 08:00

L’azionario Giappone, dopo aver chiuso il 2018 a -12,1% (in base all’indice Nikkei225) è rimbalzato da inizio anno del 7,9% sulla scia del recupero dei principali listini internazionali. Nonostante questo allungo, dista però circa dici punti percentuali dal massimo di ottobre 2018. Allargando l’orizzonte al medio lungo termine, per Akira Fuse, Investment Director di Capital Group, il mercato azionario giapponese può essere considerato un unicum sullo scacchiere internazionale. Il Sol Levante, è la considerazione dell’esperto, è nel mezzo di cambiamenti strutturali proiettati a stimolare la redditività aziendale e a ottimizzare la governance aziendale.

TENDENZE SECOLARI E SOSTENIBILI


“Si tratta di tendenze secolari e sostenibili che possono avere un impatto positivo sui fondamentali del mercato azionario Giappone. Riteniamo che le azioni del listino di Tokyo possano migliorare la diversificazione del portafoglio dell’investitore” puntualizza Akira Fuse, che non nasconde la propria visione costruttiva sul Giappone a medio e lungo termine. L’esperto reputa le società dell’azionario Giappone con elevate soglie di redditività, con profitti che si collocano ad un livello sostenuto dal punto di vista storico in virtù di politiche di riduzione dei costi, e margini operativi medi che si posizionano su livelli tra i più significativi negli ultimi 50 anni.

LA RISULTANTE DI DIVERSI FATTORI


I miglioramenti che si cominciano ad intravedere sul listino di Tokyo sono la risultante di diversi fattori che hanno contribuito a migliorare il contesto. A cominciare dall’uscita dal lungo periodo di deflazione che ha coinvolto il paese negli ultimi 20 anni. Sebbene i numeri attuali dei prezzi al consumo non possano ancora definirsi sostenuti, sono bassi ma non negativi. In ogni caso la banca centrale del Giappone dà la sensazione di essere in grado di guidare l’aumento dell’inflazione introducendo un livello dei tassi di interesse in graduale aumento nel tempo sulla scia dell'irrigidimento del mercato del lavoro (la disoccupazione è ai minimi degli ultimi anni mentre il paese mostra tassi di invecchiamento considerevoli) e del potenziale di incremento delle retribuzioni dei lavoratori. “Nel momento in cui la deflazione sarà definitivamente archiviata, il percorso dell’inflazione genererà ricadute positive sia per i consumi privati che per le spese in conto capitale delle imprese” fa sapere Akira Fuse.

LE RICADUTE DELLE GUERRE COMMERCIALI


Per quanto riguarda invece le preoccupazioni per le tensioni commerciali tra Washington e Pechino, la crescita del momentum dell’economia globale resta ancora solida e il livello di attività economica dovrebbero continuare ad esercitare un impatto positivo per il Giappone. Certo, il fatto che le due più grandi economie del mondo, USA e Cina, che sono anche i due principali partner commerciali con Tokyo, siano nella fase avanzata del ciclo con limitate risorse per stimolare la crescita, rendono i mercati, e quindi anche l’azionario Giappone, sensibili al flusso di notizie macro intensificando la volatilità di prezzi.

BORSA DI TOKYO CONVENIENTE


Ma, come ribadisce Akira Fuse, le valutazioni dell’azionario Giappone mostrano un livello di convenienza notevole rispetto ad altre importanti piazze finanziarie. “Siamo convinti che il listino di Tokyo possa essere stimolato dalla crescita dei profitti aziendali e dall'aumento delle valutazioni ma anche dal miglioramento delle prospettive di rendimento degli azionisti. Tuttavia, riteniamo sempre importante essere selettivi in questo contesto di mercato e prestare particolare attenzione ai fondamentali” specifica l’esperto.

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SE LO YEN SI INDEBOLISCE…


Un capitolo importante per l’azionario Giappone è quello relativo allo yen giapponese. Per Akira Fuse è probabile che le divergenti dinamiche tra la banca centrale statunitense (che, sebbene si sia messa in pausa, resta comunque tendenzialmente orientata ad un restringimento delle condizioni monetarie) e quella del Giappone (ancora in modalità accomodante) determinino nel breve periodo un indebolimento dello yen che può comportare maggiori guadagni per le società di esportazione giapponesi.

…E SE LA MONETA GIAPPONESE SI RAFFORZA


Per contro, l’esperto segnala come uno scenario con lo yen in rafforzamento costituisca invece uno dei principali rischi per l’investimento nell’azionario Giappone. La valuta giapponese è infatti considerata come la più stabile sulla base dello stato economico e politico del paese. Nel caso in cui scattasse una profonda correzione a Wall Street o si ripresentassero tensioni geopolitiche, il denaro ‘caldo’ (quello usato dai grandi trader internazionali per le loro operazioni sui mercati a basso costo) potrebbe tornare sullo yen rafforzandone le valutazioni. “Uno scenario di questo tipo ridurrebbe le previsioni sui ricavi delle società di esportazione in Giappone e potrebbe a sua volta innescare opportunità di investimento” conclude Akira Fuse.
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