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Argentina, ultimo tango con l’Fmi: rischio fiducia più che insolvenza

Secondo Capital Group il problema è la liquidità, anche perché l’Fmi non ha ancora erogato l’attesa tranche di finanziamenti. Per ora si affida alle restrizioni di capitale. Banche piene di liquidità

di Redazione 10 Ottobre 2019 16:12
financialounge -  Argentina Capital Group FMI liquidità Steven Backes

L’Argentina non è più in prima pagina come ad agosto, dopo il crollo di peso e Borsa seguito alla vittoria inattesa alle primarie del candidato d’opposizione Fernandez, che contende la presidenza al moderato Macri. La tenuta del Paese sudamericano, che ha dovuto introdurre restrizioni ai movimenti di capitale per evitare un nuovo tracollo del peso, nel breve-medio termine è appesa alla liquidità che potrebbe arrivare dal Fondo monetario internazionale (Fmi), una tranche da 5,4 miliardi di dollari che doveva arrivare a settembre ma non è stata ancora erogata. E soprattutto al risultato delle elezioni presidenziali del 27 ottobre, di cui il Fondo probabilmente aspetterà l’esito per decidere se e come andare avanti nel programma di salvataggio da 57 miliardi di dollari concesso l’anno scorso. Il problema argentino non è tanto l’insolvenza, ma la liquidità. Che se non arriva potrebbe far mancare quel poco di fiducia che ha impedito sinora alla situazione di precipitare.

LE RESTRIZIONI AGLI ACQUISTI DI VALUTA HANNO AVUTO QUALCHE EFFETTO


Steven Backes, portfolio manager e analista d’investimento specializzato nel debito emergente di Capital Group, sottolinea che nelle ultime settimane i mercati argentini hanno subito una nuova brusca correzione, nel timore che Alberto Fernandez possa vincere le elezioni con un programma di politiche economiche e di ristrutturazione del debito che potrebbero annullare alcuni dei modesti progressi compiuti sotto la presidenza Macri. Secondo l’esperto, la crisi di fiducia ha indotto alla fuga molti investitori argentini ed esteri, provocando una caduta del peso, che la banca centrale ha cercato di arginare attingendo alle riserve. Per non prosciugarle il governo ha introdotto a settembre limiti agli acquisti di valute estere, riuscendo a creare stabilità a breve termine con un recupero del peso.

Niente panico: tassi bond Usa bassi, ma non negativi


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MONITORARE DA VICINO IL SISTEMA BANCARIO


Ma, osserva Backes, la domanda di dollari non è scomparsa, e sul mercato nero il peso ha perso più terreno rispetto al cambio ufficiale. Sui mercati pesano le incognite sull'agenda del prossimo governo. In caso di vittoria, Fernandez si insedierà solo a dicembre, un tragitto abbastanza lungo che potrebbe riservare più di qualche scossone. Ma l’esperto cita anche un'incoraggiante ripresa dell'attività economica nel secondo trimestre, che potrebbe però invertirsi per l’effetto dissuasivo delle incertezze sulla spesa di aziende e privati. Per questo va monitorato con attenzione il sistema bancario, che oggi dispone ancora di riserve ingenti presso la banca centrale, con alcuni istituti che hanno imposto restrizioni unilaterali sui prelievi.

APPESI AL PROSEGUIMENTO DEL PIANO DI SALVATAGGIO DEL FMI


L’esperto di Capital Group si augura che questi vincoli non si diffondano, perché l'ultima cosa di cui ha bisogno l'economia è una paralisi del sistema bancario. Un'altra grande incognita segnalata da Backes è il modo in cui il Fmi interpreterà gli ultimi sviluppi per decidere se e come proseguire nel piano di salvataggio da 57 miliardi di dollari stipulato l'anno scorso. Potrebbe infatti posticipare le tranche di settembre e dicembre se giudicasse i passi avanti compiuti verso il risanamento dal governo Macri sono stati messi in ombra dal peggioramento delle prospettive e dall'incertezza politica. A fine anno il governo dovrà rimborsare somme cospicue, e una qualsiasi interruzione dei finanziamenti del Fmi avrebbe effetti deleteri.

L’ATTEGGIAMENTO DEL FMI RESTA LA PRINCIPALE INCOGNITA


In un’ottica di più lungo termine, l’esperto di Capital Group vede un problema di liquidità e non di solvibilità: l’Argentina dovrebbe essere in grado di onorare gli obblighi con gli obbligazionisti modificando il profilo di scadenza di alcune emissioni in valuta locale. Vi sono inoltre diverse manovre possibili per coprire le scadenze importanti del 2020 e 2021, come estendere i termini sui titoli di diritto argentino, mentre una ristrutturazione delle obbligazioni denominate in dollari richiederebbe un accordo con i creditori. La conclusione di Capital Group è che la posizione del Fmi costituisce la grande incognita per l’evoluzione della situazione argentina.
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