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Verso la fine delle politiche monetarie accomodanti, le sfide per gli investitori

Secondo gli esperti di Candriam, in vista della progressiva fine delle politiche monetarie accomodanti emergono opportunità per le strategie Absolute Performance.

19 Ottobre 2017 09:36
financialounge -  banche centrali Candriam Fabrice Cuchet politica monetaria strategie absolute performance

Le politiche monetarie ultra accomodanti messe in atto dalle banche centrali al 2008 per uscire dalla crisi hanno determinato tassi piuttosto bassi o addirittura negativi, rivalutazioni delle attività ad alto rischio, afflusso di capitali verso asset illiquidi e minima percezione dei rischi. La cessazione progressiva di tali politiche dovrebbe cambiare le carte in tavola e forzare gli investitori a ripensare completamente la destinazione del proprio patrimonio: è una delle evidenze emerse in occasione della diciassettesima edizione del roadshow annuale sull’Absolute Performance di Candriam.

Secondo il Chief Investment Officier of Alternative Strategies di Candriam Investors Group, Fabrice Cuchet, nonostante i titoli di Stato non siano più sufficienti a rispondere alle nuove esigenze degli investitori, ci sono due buone notizie.

La prima è che le fasi di aumento dei tassi sono storicamente state favorevoli alle performance della gestione Absolute Performance. La seconda è che un minore quantitative easing comporta potenzialmente una maggiore volatilità e una maggiore dispersione, e pertanto maggiori opportunità per le strategie di gestione attiva. Entrando nei particolari, il ritorno della dispersione delle perfomance sui mercati è positivo per le strategie come quelle ‘Long Short Equity’ ed ‘Equity Market Neutral’.

Peraltro, un aumento dei tassi, dovrebbe tornare a favorire tali strategie, creando un ambiente meno favorevole al rifinanziamento delle società in difficoltà.

La strategia ‘Long Short Equity’ è caratterizzata da una posizione rialzista su settori o titoli ritenuti sottovalutati o destinati a fare meglio del mercato e una posizione minoritaria ribassista sull’indice di riferimento (o su settori e titoli ritenuti destinati a fare meno bene rispetto alla media di mercato) mentre la strategia ‘Equity market neutral’ bilancia in portafoglio le due componenti (ribassista e rialzista) in modo da risultare ‘neutrale’ verso il mercato.

Nel nuovo scenario, si passa infatti da un contesto di rischio meno favorevole alla gestione basata su forti convinzioni, a uno che valorizza maggiormente le differenze tra i modelli economici, valorizzando la ricerca interna delle società. Il nuovo contesto atteso è inoltre maggiormente di supporto per strategie di tipo Global Macro o Multi-Strategy, poiché una maggiore dispersione tra le zone geografiche e i settori comporta al contempo maggiori opportunità di arbitraggio per i gestori. Opportunità che non esistevano in un contesto in cui tutti i mercati presentavano uno sviluppo comune e simultaneo.

In conclusione, la progressiva cessazione delle politiche monetarie accomodanti rappresenta una sfida per gli investitori, ma costituisce al contempo una fonte di numerose opportunità per la gestione attiva e ‘di convinzione’, sulla base della gestione Absolute Performance.
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