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Inflazione, da fenomeno globale a locale: come trarne vantaggio

Opportunità soprattutto in Europa, negli Stati Uniti e in Canada, aree in cui l’inflazione non sembra essere stata ancora prezzata a sufficienza dal mercato.

29 Giugno 2018 07:50

Gli ultimi dati sembrano confermare un risveglio dell’inflazione sia sui mercati sviluppati che su quelli emergenti. A maggio, l'indice d’inflazione USA ha evidenziato un incremento del 2,8% rispetto a un anno fa, registrando il maggior incremento da febbraio 2017. Sempre a maggio l'indice flash del carovita della zona euro è salito al livello più alto (1,9% annuo) dal 2013 mentre il dato sui prezzi al consumo del Canada ad aprile si è spinto al 2,2%, performance che non si vedeva dal 2012.

NON È SOLO UNA QUESTIONE DI PETROLIO


Inflazione non sostenuta soltanto dall’aumento dei prezzi del petrolio, ma anche da fattori che spingono il carovita nel lungo termine: dal mercato del lavoro efficiente alla demografia fino al protezionismo. Solo per fare alcuni esempi si possono segnalare il minimo storico degli ultimi 30 anni registrato dal tasso di disoccupazione nell’area G7 e i piani di assunzione dichiarati dalle imprese, negli Stati Uniti e in Europa, ai massimi dal 2007.

GLI EFFETTI DELLA DEMOGRAFIA


“Inoltre, in termini demografici, il mondo sta sperimentando un fenomeno senza precedenti. In Europa, la popolazione in pensione costituisce un esorbitante 30% della popolazione in età lavorativa, un aumento del 34% nel corso degli ultimi 20 anni” sottolinea Sylvain De Bus, Head of Euro Bonds di Candriam Investors Group. A tale proposito, l’esperto rimarca il fatto che l'invecchiamento della popolazione non solo frena il potenziale di crescita, ma tende a esercitare molteplici effetti sulla domanda, in particolare per quanto riguarda la richiesta di servizi sanitari.

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DIVERGENZA TRA GLOBALIZZAZIONE E ISOLAZIONISMO


Ma il trend al quale prestare più attenzione ora è la divergenza tra l’aumento tendenziale dei prezzi delle materie prime e il miglioramento del mercato del lavoro (che disegnano un’economia globale in crescita) e un aumento delle tensioni commerciali, che spingono verso un maggiore isolazionismo, e, di conseguenza, rappresentano una preoccupazione per i futuri trend inflazionistici.

INFLAZIONE FENOMENO LOCALE


“Il crescente protezionismo (Brexit, dazi commerciali e un populismo diffuso) isolerà ulteriormente le economie. Alla luce di tale contesto, l'inflazione diviene un fenomeno più locale che globale” fa presente Sylvain De Bus, ricordando come il carovita costituisca il nemico numero uno degli investitori obbligazionari. Infatti nel momento in cui l’inflazione tende a crescere più del previsto, i possessori di bond possono perdere del denaro.

OBBLIGAZIONI INFLATION LINKED 1-5 ANNI


Alla luce dell’attuale contesto (caratterizzato da carovita in aumento e politiche monetarie in via di normalizzazione) e delle performance storiche, Candriam è orientata a privilegiare le obbligazioni inflation-linked a breve termine (1-5 anni), in Europa e nel resto del mondo. “Si può notare che questa fascia di scadenza offre una percentuale molto più elevata di rendimento sull’inflazione e una più bassa di rendimento sui tassi di interesse, rispetto all’intero universo delle obbligazioni collegate all’inflazione” spiega Sylvain De Bus.

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OPPORTUNITÀ IN EUROPA, USA E CANADA


L’esperto, entrando più nei particolari, dichiara di individuare opportunità – tra i mercati linker sviluppati - soprattutto in Europa (con una preferenza sui titoli inflation linked spagnoli e francesi), negli Stati Uniti e in Canada. Si tratta di aree nelle quali Sylvain De Bus reputa che il mercato non incorpori del tutto i prezzi al consumo.
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