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Le incertezze sulla crescita tengono bassa la propensione al rischio

Dall’Europa agli Usa, passando per gli Emergenti, i timori sull’andamento dell’economia globale fanno sì che gli investitori adottino un posizionamento cauto

8 Marzo 2019 09:15

Le incertezze geopolitiche sembrano far pendere l’ago della bilancia verso un hard landing, spiega una nota a cura degli esperti di CANDRIAM. A partire dall’Europa, dove il ciclo economico resta meno dinamico: per il 2019 in media si prevede una crescita del Pil dell’1,4%. “L’attuale situazione economica continua a deludere, ma migliorano le aspettative per un’inversione di tendenza”, spiegano gli esperti, secondo cui “i rischi di ordine politico sono molteplici e potrebbero alimentare ulteriormente lo scetticismo sull'euro”. Tra i temi più controversi ci sono la Brexit, le finanze pubbliche italiane e i disordini sociali in Francia, mentre crescono le preoccupazioni per le elezioni del Parlamento europeo di maggio.

GLI EMERGENTI FRENANO


Anche dal fronte degli emergenti le notizie non sono positive: in queste economie l’attività continua a rallentare. Sullo sfondo ci sono le tensioni tra Usa e Cina. “Le principali banche centrali, tra cui la Fed, la Banca d’Inghilterra e la Banca centrale europea, annoverano le relazioni commerciali internazionali tra le fonti di incertezza”, spiega la nota di CANDRIAM. Le misure adottate dalle autorità cinesi a sostegno dell’economia dovrebbero portare nel 2019 a una crescita del Pil prossima al 6% e andranno a beneficio di tutta la regione. Tuttavia, sottolineano gli esperti, “qualsiasi misura fiscale o monetaria finalizzata a mitigare l’impatto della guerra commerciale, pur essendo favorevole nel breve termine, peserà sul lungo termine, in quanto implicherà maggiori sforzi in futuro per incanalare il debito pubblico su un percorso sostenibile”.

Possibile ripartenza per la Germania, ma la vulnerabilità resta


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USA IN CRESCITA A RITMO PIU’ LENTO


Per quanto riguarda gli Usa, gli esperti di CANDRIAM si attendono “una crescita sostenuta, anche se a un ritmo più lento (2,4% in media nel 2019 a fronte del 3% nel 2018)”. La Fed dovrebbe restare "paziente" per garantire un soft landing, ma sulle esportazioni statunitensi peseranno il Congresso diviso, le prossime scadenze relative al bilancio e il rallentamento della crescita globale. In questo contesto, sottolinea la nota, la propensione al rischio resta estremamente bassa: il posizionamento degli investitori è cauto e l'allocazione sulla liquidità è elevata. Una propensione che potrebbe aumentare se il consenso realizzerà che l'economia mondiale si trova in un contesto economico in rallentamento, ma in crescita.
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