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USA, una crescita lenta

15 Aprile 2013 11:00
financialounge -  BlackRock Fondi obbligazionari indice mercati azionari occupazione Russ Koesterich
Nelle ultime settimane i dati economici si sono mostrati deboli e i listini si sono mossi, di conseguenza, senza una direzione precisa. Per capire quali sono i rischi per gli investitori e come si muoveranno i mercati, Financialounge ha intervistato Russ Koesterich, managing director e Global Chief Investment di BlackRock per il quale il rischio principale per i mercati dipende dal lento ritmo della ripresa.

Spiega infatti Koesterich: “Nel 2013 gli osservatori si sono focalizzati sul fiscal cliff, con il relativo dramma a Washington, e sul riaccendersi della crisi del debito in Europa come i principali rischi al ribasso per i mercati. Ma se questi temi rimangono importanti, il vero rischio per i mercati può essere qualcosa di molto più banale: il lento ritmo della ripresa. Il problema non è che l’economia non sta migliorando, ma che non lo sta facendo alla velocità che molti si attendevano. E i dati sul lavoro di marzo contribuiscono a dipingere questo quadro”.

Il magro numero di 88mila nuovi posti di lavoro creati nel mese ha infatti deluso le attese del consensus per un incremento di 197mila posti: i posti di lavoro, quindi, sono cresciuti ma a un ritmo più lento di quello necessario per rivitalizzare l’economia.
D’altra parte, nel primo trimestre del 2013 sono stati creati in media ogni mese 170mila nuovi posti di lavoro, un dato che è in linea con il ritmo medio tenuto dall’inizio del 2011.

Il che significa che se la situazione non sta peggiorando non sta però neanche migliorando. “Uno sguardo più in profondità di questi dati rivela un problema più serio - rileva Koesterich – la crescita di posti di lavoro è abbastanza lenta da non tradursi in salari più alti. La paga media oraria è rimasta piatta a marzo ed è salita di meno del 2% nello scorso anno, ossia meno del tasso di inflazione. In altre parole, molte persone, se si guardano i valori aggiustati rispetto all’inflazione, hanno ora meno soldi da spendere rispetto un anno fa. E questa è una delle ragioni per cui il tasso dei risparmi sta scendendo, un trend non sostenibile che sta mettendo pressione sulla spesa per i consumi”.

C’è poi il problema della disoccupazione: la percentuale di persone attiva nella forza lavoro continua a calare, il che riduce il potenziale di crescita complessivo del paese. Infatti, se il tasso di disoccupazione è sceso leggermente a marzo al 7,6%, il dato riflette in parte il fatto che un maggior numero di disoccupati non sta più cercando lavoro. Così oggi solo il 63,3% della popolazione adulta è attiva nella forza lavoro, il livello più basso dal 1979. In questo scenario come è bene posizionarsi sul fronte degli investimenti? “Crediamo che la crescita rallenterà nel prossimi mesi (in parte per gli effetti del sequester) – spiega Koesterich – e questo avrà diverse implicazioni sui mercati finanziari. In primo luogo riteniamo che la volatilità aumenterà (nel primo trimestre era ai livelli più bassi dal 2007). In secondo luogo, ci attendiamo che i titoli delle small cap sottoperformino, la nostra idea è che abbiano già scontato molto le notizie positive e che rappresentino un’area del mercato vulnerabile. Riteniamo considerevolmente più attraente il segmento a larga capitalizzazione”.

Sul fronte obbligazionario l’attesa è che i tassi aumentino nel corso del 2013, anche se in modo incostante. ”Preferiamo le azioni – dice Koesterich – ma non significa che gli investitori debbano abbandonare i bond. Al contrario, suggeriamo di focalizzarsi su aree del reddito fisso che offrono maggiore valore dei Treasuries, come i settori del credito (high yield e prestiti bancari) e bond municipali".
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