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Mercati emergenti, l’azionario può trainare il recupero

Secondo Turnill (BlackRock) le prospettive per i mercati azionari emergenti appaiono attualmente incoraggianti, sulla scia di una sostenuta crescita degli utili.

3 Ottobre 2018 14:48

C’è uno spazio di recupero nei mercati emergenti, in modo particolare nel settore azionario che può contare su una crescita sostenuta degli utili. È questa, in estrema sintesi, la view espressa da Richard Turnill, Global Chief Investment Strategist di BlackRock nel commento settimanale dedicato proprio ai mercati emergenti. Nel reddito fisso, lo stesso Turnill preferisce invece selezionare, all’interno del debito emergente, le emissioni in valuta forte, perché in grado di fornire un certo isolamento contro i cali delle valute locali.

COMPENSO PER I RISCHI


“In generale – spiega Turnill- le attività finanziarie dei mercati emergenti sembrano offrire un compenso interessante per i rischi, in particolare nell’ambito azionario dove manteniamo la nostra sovraponderazione. Siamo positivi nel settore tecnologico di fascia alta sebbene alcuni titoli ad alta capitalizzazione rimangano costosi”.

E QUELLI CHE RESTANO SULLO SFONDO


I rischi a cui allude l’esperto includono i crescenti attriti commerciali alimentati dall’amministrazione Trump, gli ingenti deflussi di portafoglio dalle asset class emergenti e una Federal Reserve più aggressiva che faccia salire i tassi e il dollaro USA. Al contrario, sempre secondo Richard Turnill, potremmo essere vicini a un picco nei rischi specifici per i singoli paesi.

COSA HA DETERMINATO IL SELL-OFF


L’analisi dell’esperto parte dai fattori che hanno determinato il sell-off (vendita di titoli sul mercato senza limitazioni né di prezzo né di quantità) inaspettatamente persistente quest’anno negli asset emergenti, nonostante una solida prospettiva di crescita globale a breve termine. Gli shock specifici di alcuni Paesi (Argentina e Turchia) e l’inasprimento a livello globale delle condizioni finanziarie, hanno esercitato pressioni sui mercati emergenti con le maggiori vulnerabilità esterne.

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ALTA VOLATILITÀ DELLE VALUTE


“La volatilità nelle monete dei mercati emergenti ha recentemente toccato picchi più alti rispetto al ‘taper tantrum’ del 2013, quando il presidente della Fed Ben Bernanke aveva annunciato l'inizio della fine degli acquisti dei bond in dollari da parte della banca centrale statunitense” sottolinea Richard Turnill, che fa notare come la volatilità in altre asset class (azioni e obbligazioni) sia invece rimasta più contenuta, sia nei mercati emergenti che nei mercati sviluppati. Nelle ultime settimane sono emersi alcuni segnali di stabilizzazione anche tra le valute emergenti, sulla scia dell’aumento dei tassi in Turchia. Questo, secondo Turnill, deve essere considerato come un segnale positivo per tutti gli attivi emergenti nel loro insieme.

PENALIZZATI GLI ALTI DEBITI ESTERI E I DISAVANZI CORRENTI


D’altra parte le maggiori perdite si sono concentrate sulle valute delle economie dei mercati emergenti con i maggiori disavanzi delle partite correnti e le massime necessità di finanziamento dall’estero. I paesi con eccedenze, come la Corea del Sud e la Tailandia, sono stati infatti praticamente risparmiati dalla crisi valutaria di quest’anno. “Consideriamo il sell-off sui mercati emergenti di quest'anno più come una serie di incidenti specifici che hanno oscurato i buoni fondamentali generali dei paesi in via di sviluppo” precisa Richard Turnill.

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FORTE CRESCITA DEGLI UTILI AZIENDALI


L’esperto rivela infatti che la ricerca interna di BlackRock mostra che i mercati sviluppati sono i fattori chiave dell'espansione globale e delle fortune dei mercati emergenti, con la Cina pronta a trasmettere la crescita all'universo dei mercati emergenti nel loro insieme. “Mentre il nostro BlackRock Growth GPS (un modello interno di analisi macro economica, ndr) indica una costante attività economica in Cina, i fondamentali dei paesi emergenti sono nel loro insieme solidi e la forza economica sta iniziando a tradursi in una sostenuta crescita degli utili aziendali per la prima volta in un decennio” specifica Richard Turnill.
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