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Compagnie assicurative pronte ad aumentare l’esposizione al rischio

Nello studio BlackRock emerge inoltre che l’83% delle società di assicurazione riconosce l’importanza delle politiche di investimento ESG per la propria impresa

5 Dicembre 2018 09:45

Rispetto ad un anno fa, le società assicurative si dichiarano relativamente ottimiste e sostengono di avere intenzione di aumentare l’esposizione al rischio nelle proprie scelte di portafoglio. È questo il più importante aspetto che emerge dalla settima indagine annuale globale di BlackRock: un rilievo per certi versi sorprendente se messo in reazione al fatto che le compagnie devono fare i conti con la costante pressione sulla redditività e con condizioni economiche e di mercato sempre più sfidanti.

NELL’INDAGINE COMPAGNIE DI 27 PAESI


Nello studio di BlackRock (Searching for better returns - Alla ricerca di rendimenti migliori), che è giunto alla sua settima edizione e che ha coinvolto 372 senior executive di compagnie assicurative e di riassicurazione di 27 paesi a cui fanno capo asset in gestione per circa 7.800 miliardi di dollari, è infatti affiorato che il 47% degli assicuratori intervistati si dichiara disposto ad assumere in portafoglio, nei prossimi 12-24 mesi, una maggiore esposizione al rischio: una percentuale di ben 38 punti superiore a quella del 2017.

UN APPROCCIO DI INVESTIMENTO PIÙ APERTO


Più in generale, si delinea un approccio di investimento più aperto da parte degli assicuratori che adesso si dichiarano pronti a prendere in considerazione nelle loro strategie di asset allocation tutte le classi di attivo compresi gli investimenti alternativi e, in modo selettivo, anche le opportunità offerte dai mercati emergenti, in particolare le azioni cinesi di classe A. L’interesse verso queste ultime è andato aumentando sulla scia delle decisione di MSCI di inserire A-shares della Cina nell’indice MSCI Emerging Markets: l’indagine ha infatti rivelato che oltre due terzi degli assicuratori hanno già una posizione sovrappesata sulle azioni di classe A o stanno per prenderla in considerazione (53%).

FOCUS SUI FATTORI ESG


Un altro approccio che vede crescere i consensi tra gli assicuratori è quello incline ai fattori ESG (ambientali, sociali e di governance aziendale): l’83% delle compagnie (soprattutto quelle europee), riconosce l’importanza delle politiche di investimento ESG per la propria impresa. Peccato che dall’indagine emerga che il 70% delle società assicurative lamenta la difficoltà nel disporre di competenze interne per modellare le variabili ESG. Questo aspetto è peraltro confermato dal fatto che, nell’ambito degli investimenti sostenibili, le interviste approfondite condotte da BlackRock rivelano difficoltà a integrare i fattori ESG nel portafoglio complessivo anche da parte degli investitori più esperti.

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ASSICURATORI MENO ANSIOSI


A conferma che nonostante la guerra commerciale scatenata dall’amministrazione Trump verso i principali partner internazionali, l’ascesa del populismo e le tensioni geopolitiche, gli assicuratori si dichiarino quest’anno meno ansiosi rispetto al 2017, è la percentuale (30% rispetto al 71% dello scorso anno) di quanti si dicano preoccupati per il rischio geopolitico, ritenuto, nella precedente indagine, come una primaria fonte di preoccupazione.

RESTA ALTO IL RISCHIO DI CREDITO


Non solo. Dallo studio di BlackRock emerge una drastica contrazione della percezione degli altri rischi di mercato (liquidità, correzione dei mercati finanziari e rischio di tasso d’interesse). In controtendenza, invece, il rischio di credito, che dal 31% del 2017 è salito quest’anno al 45%, a causa dei timori che il ciclo del credito si stia allungando.

PIÙ PESO A GOVERNATIVI E HIGH YIELD


Restando in ambito obbligazionario, il 37% delle compagnie assicurative (rispetto al 9% del 2017) prevede di aumentare il peso in portafoglio per i titoli governativi nei prossimi 12-24 mesi. Aspettative di maggiore incremento da parte degli assicuratori anche verso le obbligazioni high yield (33%), i titoli municipali (35%), le CLO (obbligazione garantita da collaterale) e prestiti bancari (33%).
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