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Azioni, Stati Uniti e mercati emergenti mostrano una maggiore crescita degli utili

Turnill preferisce le azioni al credito e, nel reddito fisso, il debito emergente e i titoli di stato USA a breve che ora esprimono un buon rapporto rischio/rendimento

26 Aprile 2018 10:15
financialounge -  BlackRock mercati azionari mercati emergenti USA

Il 2017 è stato un anno straordinario per i mercati con rendimenti elevati e volatilità ai minimi termini nella maggior parte delle asset class. L'ambiente di mercato nel 2018 è invece tornato a un mix di maggiore normalità, con rendimenti tendenzialmente più bassi e volatilità mediamente più elevata.

AUMENTO DELL’INCERTEZZA ECONOMICA


Ciò riflette l'aumento dell'incertezza economica e un minor margine di crescita per superare le aspettative. In ogni caso, il forte aumento della volatilità azionaria che è ritornata su livelli più "normali" rappresenta il motivo chiave secondo Richard Turnill, BlackRock’s Global Chief Investment Strategist. Nel suo commento settimanale ai mercati dal titolo “A return to the old normal”, lo strategist cita l'esempio dell'Eurozona come spiegazione del cambiamento del contesto di mercato.

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DUE FATTORI CHIAVE


”Vediamo due fattori chiave. Innanzitutto, l'incertezza economica è aumentata poiché gli stimoli statunitensi e le decisioni di politica commerciale hanno ampliato la gamma dei possibili scenari rispetto al 2017. In secondo luogo, vediamo minori spazi di crescita al di fuori degli Stati Uniti capaci di superare le aspettative” puntualizza Richard Turnill. Questo, d’altra parte riflette il GPS BlackRock Growth (un indicatore macro economico interno della società), che indica una crescita globale superiore alla tendenza nel 2018, ma mostra un consenso che ha raggiunto o addirittura superato le attese.

L’ESEMPIO DELL’EUROPA


“L'Europa fornisce un buon esempio. Le aspettative di crescita probabilmente saranno superate dopo i dati inaspettatamente forti dello scorso anno. Il nostro GPS suggerisce che l'eurozona dovrebbe registrare una crescita decorosa sopra la tendenza nel prossimo anno. Tuttavia, le stime di consenso sembrano troppo alte e potrebbe essere necessario tornare a livelli più realistici” sottolinea lo strategist. Ciò indica una strada sconnessa per i mercati, soprattutto se combinata con gli elevati rischi geopolitici e con una lenta crescita dell'inflazione.

NESSUNA FINE AL CICLO RIALZISTA DI BORSA


Tuttavia, Richard Turnill non crede che rendimenti più bassi e una maggiore volatilità a breve termine possano segnare la fine del mercato rialzista azionario, giunto al suo nono anno. Né vede segnali di allarme, come un diffuso accumulo di leva finanziaria, che segnalerebbero la fine del ciclo espansivo. Al contrario, lo strategist ipotizza una crescita globale sincronizzata con margini di manovra che forniscono una solida base per le azioni. I tassi di interesse saranno più elevati ma, grazie alla robusta domanda mondiale, i rendimenti resteranno calmierati, anche in presenza di emissioni obbligazionarie statunitensi in aumento.

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MEGLIO LE AZIONI DEL CREDITO


“Preferiamo assumere rischi nell’azionario rispetto alle obbligazioni societarie (credito). Riteniamo che le perfomance del mercato saranno guidate dalla crescita degli utili, dai dividendi e dalle cedole, piuttosto che dall'aumento delle valutazioni. Anche questo è un ritorno alla normalità. Preferiamo i mercati azionari con una maggiore crescita degli utili, come gli Stati Uniti e i mercati emergenti. Nel reddito fisso, preferiamo i titoli di debito dei paesi emergenti e quelli di breve durata degli Stati Uniti. Gli ultimi aumenti dei rendimenti delle obbligazioni a breve termine in USD riflettono già i previsti aumenti della Fed ed esprimo un interessante rapporto rischio/rendimento” conclude Richard Turnill.
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