Contatti

Amundi

Dazi, tassi e ripresa: i Godot che i mercati aspettano

Come nella pièce teatrale di Beckett, i mercati finanziari sono rimasti in vana attesa di una serie di eventi. Ma almeno per i tassi le risposte arriveranno a breve

di Redazione 23 Luglio 2019 15:03

Come i due squinternati personaggi di ‘Aspettando Godot’, la pièce più nota del Teatro dell’Assurdo di Samuel Beckett, i mercati finanziari sono rimasti per tutta la settimana scorsa in vana attesa di una serie di eventi. A cominciare dalle mosse di Bce e Fed - rispettivamente il 25 il 31 luglio - da cui sono attese misure ancor più espansive possano dare nuova linfa ai mercati, già peraltro “esuberanti” a detta di molti. Poi c’è il Godot rappresentato dall’accordo tra Stati Uniti e Cina, un evento che si attende ormai da più di sei mesi, ma che come il misterioso personaggio di Beckett sembra non arrivare mai. Infine, c’è il Godot della catastrofe sui mercati, che alcuni non si stancano di annunciare. Secondo le Cassandre infatti il ciclo economico è a fine corsa, gli utili sono sotto pressione, i rendimenti obbligazionari sono insostenibilmente bassi e la fine è vicina. Il paragone letterario è di Giordano Beani, head of Multi-Asset Fund Solutions Italy di Amundi SGR, che nella sua nota settimanale scrive che il risultato di queste variegate attese ha portato di fatto i mercati ad uno stallo nella settimana scorsa.

MERCATI IN ATTESA IN SOSTANZIALE EQUILIBRIO


Sui mercati azionari dei Paesi sviluppati, infatti, si è registrata una lieve correzione generalizzata, con lo S&P 500 arretrato dell’1,23% per l’effetto combinato di trimestrali bancarie piuttosto buone, ma con alcuni “profit warning” rilevanti. Nell’Area Euro l’Eurostoxx 50 ha perso mezzo punto percentuale mentre il Giappone ha lasciato sul terreno l’1% dell’indice Nikkei 225. Il mercato italiano, pur avendo ben tenuto inizialmente ai venti di crisi tra i due alleati di governo, ha ceduto sul finale di settimana lasciando sul terreno il 2,44% con lo spread del BTP sul Bund tedesco in lieve miglioramento, ma in deciso indebolimento nella seduta di venerdì. In controtendenza positiva gli Emergenti, con l’indice MSCI Emerging in rialzo di 0,63% grazie anche al taglio dei tassi inatteso da parte della Corea del Sud e dell’Indonesia, forse ad anticipare la prossima mossa della Federal Reserve.

INCERTEZZA ANCHE SULL’OBBLIGAZIONARIO


L’esperto osserva che l’attesa e l’incertezza l’hanno fatta da padrone anche sui mercati obbligazionari, disorientati tra dati che indicano una forza inaspettata delle economie, come quello della Fed di Filadelfia, che indica una ripresa repentina e inaspettata, e dubbi sulle prospettive del commercio internazionale. I rendimenti sulle curve principali di Stati Uniti e Germania sono tornati a scendere, con il Bund decennale che ha chiuso ad un rendimento di -0, 32% ed il Treasury USA per pari scadenza al 2,06%. Quanto alle commodity è proseguita l’ascesa dell’oro che ha toccato i 1.452 dollari l’oncia ai massimi da sei anni, per poi chiudere a 1.425, mentre il petrolio è tornato a correggere dopo il rialzo della settimana precedente, con il Brent a 62,5 dollari nonostante le tensioni tra Iran e Gran Bretagna nello stretto di Hormuz. Infine cambio euro/dollaro volatile con il biglietto verde in rafforzamento sul finale a 1.122.

Nuovi vertici europei, cosa cambia per gli investitori obbligazionari


Nuovi vertici europei, cosa cambia per gli investitori obbligazionari





DESTINATI A RESTARE APPESI A DIVERSI INTERROGATIVI


La conclusione cui giunge l’esperto di Amundi è che alcune ansie esistenziali dei mercati saranno risolte a breve. Infatti, già questa settimana avremo le risposte della Banca Centrale Europea e la settimana successiva quelle della Fed, che sulla base delle dichiarazioni di settimana scorsa del Presidente della Federal Reserve di New York, John Williams, dovrebbe abbassare i tassi almeno di un quarto di punto. Altre ansie probabilmente dovranno attendere, come quella per il tanto atteso accordo tra Stati Uniti e Cina, che sembra ancora prematuro, mentre anche la direzione futura dell’economia globale resta ancora incerta. E come i due protagonisti di Beckett, Vladimir ed Estragon, i mercati continuano ad aspettare i loro Godot.
Share:
Trending