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Rischio di rallentamento mondiale al 15% con le guerre commerciali in atto

Secondo Amundi, sebbene lo scenario base non preveda un’escalation delle guerre commerciali, la sola ipotesi sembra già in grado di frenare la crescita mondiale.

3 Luglio 2018 09:28

Lo stillicidio di annunci di dazi sulle merci e sui servizi continua senza soluzione di continuità. E, giorno dopo giorno, l’elenco si allunga in termini di settori, paesi, aree valutarie coinvolti. Con cifre sempre più importanti. Se l’amministrazione Trump minaccia di imporre dei dazi su prodotti cinesi per un ammontare di 200 miliardi di dollari, Pechino risponde con misure di ritorsione in grado di scatenare nuove rappresaglie da parte di Washington.

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Ma non è solo la Cina a sentirsi insidiata. Anche l’Europa e il Giappone hanno assaggiato le frecce di Trump che ha minacciato di aumentare i dazi sulle importazioni di automobili. L’incertezza rischia di pesare anche sugli investimenti delle imprese ancora prima che il commercio mondiale sia interessato da queste misure, alcune delle quali potrebbero non essere mai attuate.

SOLO PERDENTI CON UNA VERA GUERRA COMMERCIALE


“Dal momento che le catene di valore globali sono fortemente integrate, una vera guerra commerciale non creerebbe che perdenti” puntualizzano gli esperti di AMUNDI nel loro ultimo weekly market review. Il riferimento è anche ai primi dati (in particolare in Germania, il Paese europeo più esposto al commercio mondiale) che sembrano confermare la tesi in base alla quale le tensioni commerciali minano la fiducia delle imprese. È vero che alcuni Paesi potrebbero cavarsela meglio di altri ma la convinzione degli analisti è che è meglio non scherzare con il fuoco.

RISCHIO DI RALLENTAMENTO MONDIALE


“Pur continuando a scommettere su un impatto modesto delle tensioni sul commercio mondiale e sul proseguimento dell’espansione economica globale nel 2018-2019, crediamo che la minaccia di un grave scontro ci spinga a prendere seriamente in considerazione uno scenario di rischio (rallentamento mondiale)” fanno sapere i professionisti di AMUNDI.

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ESCALATION DELLE TENSIONI IN ESTATE


I quali, alla luce di queste considerazioni, hanno alzato dal 15% al 20% le probabilità di una contrazione della crescita a livello globale. Un contesto che si è fatto critico anche sul fronte più strettamente collegato al commercio internazionale. In questo ambito, gli esperti di AMUNDI ritengono che la probabilità di un’ulteriore escalation delle tensioni durante l’estate sia persino più alta attestandosi al 25% per cento. “Stimiamo tuttavia che l’impatto delle misure previste ridurrebbe la crescita mondiale del PIL solo di 0,3 punti percentuali” concludono i professionisti di AMUNDI.
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