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Deficit Francia sotto il 3%, un segnale per il rafforzamento delle istituzioni UE

La riduzione del deficit in Francia nel 2017, per la prima volta sotto il 3% dal 2007, è un passo importante verso una maggiore centralizzazione dei rischi della zona euro.

4 Aprile 2018 09:28
financialounge -  Amundi deficit Emmanuel Macron Eurozona francia Unione europea

C’era molta attesa per il dato sul deficit di bilancio 2017 della Francia. E il dato annunciato del rapporto deficit/PIL pari al 2,6% (un valore nettamente migliore delle attese e, soprattutto, per la prima volta dal 2007 al di sotto del tetto europeo del 3%) non ha deluso.
Certo, sarà necessario approfondire le varie voci di bilancio per verificare la qualità effettiva del risultato finale dal momento che alcuni economisti mettono in risalto il fatto che il dato è stato possibile grazie a un aumento delle imposte (salite dal 44,6% del 2016 al 45,4% del PIL in 12 mesi) mentre la spesa (pressoché stabile al 56,5% del PIL, uno dei rapporti più alti al mondo) è rimasta sostanzialmente stabile nonostante i proclami del nuovo governo Macron.

LA FRANCIA GUIDATA DA MACRON


Resta comunque il fatto che la Francia guidata da Macron manda un segnale positivo per l’euro. In primis perché Parigi, insieme a Madrid, vanta il (poco invidiabile primato) di un deficit tra i più alti della zona euro: se la Francia riduce il deficit, si assottigliano anche le divergenze tra gli stati membri. In secondo luogo, la credibilità fiscale della Francia è cruciale per la Germania: non a caso, la stampa tedesca ha sottolineato con favore la notizia del deficit di bilancio di Parigi in contrazione.

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LA RISPOSTA DELLA GERMANIA


“Ora che la Germania ha una nuova maggioranza di governo, dovrà rispondere alle richieste, avanzate soprattutto dalla Francia, di rafforzare le istituzioni nella zona Euro, e ciò significa inevitabilmente una maggiore centralizzazione dei rischi. La convinzione che la Francia sia affidabile è fondamentale per indurre i leader e l’opinione pubblica tedesca a muoversi in questa direzione” sottolineano gli esperti di AMUNDI nell'ultimo Weekly Market Review. Secondo i quali, non sarà soltanto il tendenziale miglioramento fiscale di Parigi a favorire la migliore percezione positiva in Germania ma anche, e soprattutto, le riforme attuali e future del governo francese, in particolare, nell’ambito del mercato del lavoro e di politiche fiscali più favorevoli alle imprese.

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REVISIONE DELLE REGOLE EUROPEE


“Uno dei cambiamenti proposti da alcuni think tank vicini ai poteri politici è la revisione delle regole europee in materia di bilancio, che diventerebbero meno pro-cicliche. Le spese nominali non dovrebbero crescere più velocemente dei redditi nominali a lungo termine il che, in breve, significa maggiore tolleranza verso il deficit in caso di recessione" spiegano i professionisti di AMUNDI per i quali ogni iniziativa che possa andare in questa direzione potrebbe adesso ricevere più sostegni politici nel momento in cui ci sarà già stata una diminuzione dei rischi e dei deficit.
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