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Banche centrali accomodanti panacea di tutti i mali? Non proprio

L’atteggiamento nuovamente espansivo delle banche centrali spinge al rialzo i mercati, ma per AMUNDI bisogna continuare ad investire assumendo rischi moderati

di Redazione 26 Giugno 2019 11:28

La Bce e la Federal Reserve sono riuscite a stupire mercati già parecchio ottimisti sulle prossime mosse di politica monetaria e gli esperti di Amundi Asset Management nella loro ultima newsletter si rifanno al mito della cornucopia, il corno dell’abbondanza, per sottolineare l’ampia liquidità che potrebbe riversarsi sui mercati finanziari. La scorsa settimana Mario Draghi ha annunciato che, in assenza di miglioramenti, l’inflazione è ancora lontana dal livello desiderato, sarà necessario un nuovo stimolo monetario, sotto forma di ulteriori tagli di tassi o di un nuovo programma di acquisto di titoli obbligazionari.

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Il giorno seguente è toccato alla Fed sorprendere i mercati, delineando un quadro di crescita solo “moderato”, con un’inflazione ancora sotto l’obiettivo e una maggiore incertezza sulle prospettive, con la Banca Centrale pronta ad agire in maniera appropriata per supportare l’espansione.

LA REAZIONE DEI MERCATI: UN GENERALIZZATO RIALZO


La prospettiva di nuovi stimoli monetari ha spinto al rialzo tutti i mercati finanziari. Il rendimento dei titoli di Stato americani a 10 anni ha toccato il livello più basso dal 2016, si sono registrati i minimi storici per i decennali di Germania, Francia, Olanda e di molti altri paesi, mentre i Btp italiani, nonostante il rischio di una procedura di infrazione, sono stati i principali destinatari degli acquisti, con lo spread tornato a 244 punti base. In rialzo i listini azionari, anche a seguito dell’annuncio di un nuovo incontro tra il presidente Usa Trump ed il presidente cinese Xi in occasione del G20 del prossimo 28 giugno; l’indice S&P500 ha toccato i massimi storici e gli indici cinesi sono risultati i principali beneficiari della prospettiva di un disgelo nelle relazioni commerciali tra Usa e Cina.

UN INVITO ALLA PRUDENZA DA AMUNDI


“Conosciamo bene i potentissimi effetti che politiche monetarie inaspettatamente espansive possono avere sui mercati”, si legge nella nota di Amundi. “Non dobbiamo tuttavia lasciarci trasportare dall’entusiasmo, ma continuare ad investire assumendo rischi moderati”. La cautela nasce dalla considerazione che il quadro macroeconomico è incerto, rimangono i rischi geopolitici e non è poi detto che nei prossimi mesi le Banche Centrali attueranno tutte le mosse che i mercati si attendono. I mercati rimarranno volatili e saranno influenzati da qualsiasi notizia che proverrà dal vertice dei G20.

RISCHI ASIMMETRICI TRA AZIONI E OBBLIGAZIONI


Per gli esperti di Amundi, i mercati azionari appaiono ancora più ottimisti di quelli obbligazionari, ma i rischi sono asimmetrici: la preferenza va dunque per un posizionamento neutro. Tra i mercati emergenti, si continua a ritenere interessanti sia la Cina, sia alcuni mercati interni in Asia, dal momento che si prevede una accelerazione da parte del governo cinese delle misure di stimolo fiscale e monetario con potenziali effetti benefici per l’intera regione. Sul fronte obbligazionario, i tassi nuovamente negativi per la maggior parte del debito in euro incentiveranno ulteriormente la caccia al rendimento, favorendo i segmenti delle obbligazioni societarie Investment Grade e High Yield in euro; con la Fed riallineata alle aspettative di un taglio dei tassi del mercato, migliorano anche le prospettive del credito USA.

I mercati chiamano, le banche centrali rispondono


I mercati chiamano, le banche centrali rispondono





UN RISCHIO SOTTOVALUTATO


Tra i mercati che si sono mossi al rialzo c’è anche quello del petrolio, con il Brent a 65 dollari. L’abbattimento da parte dell’Iran di un drone americano è solo l’ultimo di una serie di incidenti avvenuti in prossimità dello stretto di Hormuz, un’area dove transita un quinto della produzione mondiale di petrolio. Per gli esperti di Amundi, l’intensificarsi delle tensioni tra Stati Uniti ed Iran è fonte di gravi rischi e, anche se per il momento gli investitori non sembrano preoccuparsene, è una situazione che va monitorata con grande attenzione.
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