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Un accordo per la Brexit entro marzo è probabile all’80%

Gli esperti di Amundi ammettono tuttavia che ci sono tutte le ragioni per credere che la strada sarà irta di ostacoli, con l’approvazione finale in forse fino all’ultimo minuto.

2 Ottobre 2018 10:01

Mentre la presentazione venerdì scorso del DEF (Documento di economia e finanza) da parte del governo italiano Lega – 5 Stelle ha riacceso le tensioni nella zona euro tra sovranisti e europeisti, proseguono i negoziati sulla Brexit per giungere ad un accordo entro il prossimo 31 marzo. Durante il vertice tenuto a Salisburgo tra il 19 e il 20 settembre, i paesi europei hanno rifiutato il piano Chequers proposto da Theresa May sulla futura collaborazione doganale: è stato l’episodio che ha riacceso le ostilità tra le due parti in campo.

Tensioni da manovra sullo spread, ma non mancano fattori di supporto


Tensioni da manovra sullo spread, ma non mancano fattori di supporto





LABURISTI AL CONTRATTACCO


I Laburisti, militanti nel maggior partito all’opposizione, ne hanno approfittato per dichiarare che con ogni probabilità non voteranno l’eventuale accordo che il governo siglerà con gli europei. Non solo. Hanno fatto sapere che è loro intenzione puntare a nuove elezioni, a seguito delle quali potrebbe essere organizzato un secondo referendum sull’appartenenza all’UE. “Nonostante queste tensioni, continuiamo a ritenere improbabile che non si raggiunga un accordo sulla Brexit entro il 31 marzo 2019, e assegniamo a un tale scenario il 20% delle probabilità” specificano gli esperti di Amundi nell’ultimo Weekly Market Review.

ANALISI DETTAGLIATA DELLA SITUAZIONE


Una percentuale che potrebbe sembrare piuttosto bassa ma che i professionisti di Amundi argomentano analizzando nei dettagli la situazione. Per esempio, nei primi giorni di questo mese, è previsto il Congresso del Partito conservatore che dovrebbe rappresentare l’ultima occasione per i sostenitori di un’Hard Brexit per togliere potere a Theresa May. Inoltre, il premier britannico, a proposito del punto più critico che sembra bloccare i negoziati (la questione del confine nord-irlandese) si è espressa a favore di una qualche apertura.

SI TROVERÀ UN COMPROMESSO


“A nostro avviso si troverà un compromesso che consentirà alla Brexit di funzionare regolarmente, ovvero con una fase di transizione (perlomeno fino alla fine del 2020) durante la quale il Regno Unito manterrà i diritti e i doveri del mercato unico europeo e durante la quale verranno negoziati i particolari dell’accordo che disciplinerà i futuri rapporti commerciali con l’UE” puntualizzano gli esperti di Amundi.

MA LA STRADA SARÀ IRTA DI OSTACOLI FINO ALL’ULTIMO


Che, tuttavia, ammettono che non si tratterà affatto di una camminata di salute da qui al 31 marzo del prossimo anno. Al contrario, ci sono tutte le ragioni per credere che la strada sarà irta di ostacoli, tra cui il mancato rispetto di alcune scadenze iniziali e possibilmente un clima di suspence fino all’ultimo minuto riguardo all’approvazione dell’accordo da parte del Parlamento britannico. Come dire che, con tutta probabilità il 31 marzo verrà evitato un grossissimo shock per il commercio, ma la Brexit continuerà a far parlare di sé.
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