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AllianzGI: “Più propensione al rischio ma la speranza da sola non basta”

Secondo AllianzGI, se le speranze di risoluzione del conflitto commerciale tra Usa e Cina verranno deluse, aumenterà il rischio di una battuta d’arresto sui mercati. Occhi puntati sugli indicatori anticipatori delle Fed regionali negli Usa

di Fabrizio Arnhold 25 Novembre 2019 12:29
financialounge -  AllianzGI mercati propensione rischio Stefan Scheurer #

Il 2019 è stato un anno positivo per i mercati. Nelle ultime settimane, infatti, gli indici azionari internazionali hanno raggiunto nuovi massimi, soprattutto grazie all’aumento della propensione al rischio. “Le quotazioni azionarie sono state sostenute anche dalle speranze di una ripresa ciclica, alla luce dei segnali di distensione nel conflitto commerciale tra Usa e Cina”, commenta Stefan Scheurer, director, global capital markets & thematic research di AllianzGI. “Tuttavia, ad oggi l’accelerazione ciclica non è confermata dai dati economici complessivi”. 

LA SPERENZA DA SOLA NON BASTA


Ad ottobre, la produzione industriale statunitense ha deluso le attese, con un tasso annuo ai minimi da ottobre 2016. “Le esportazioni giapponesi hanno registrato una flessione anno su anno per l’undicesimo mese consecutivo, al ritmo più elevato degli ultimi tre anni”, continua Stefan Scheurer. “I dati modesti sull’attività cinese hanno temporaneamente frenato la produzione industriale, ai minimi dal 1998”. 

LE MOSSE DELLA BANCA POPOLARE CINESE


Per stimolare la riprese economica, Pechino ha messo in campo misure volte a stimolare l’economia. La Banca Popolare Cinese (PBoC) ha tagliato i tassi di riferimento di 5 punti base. Inoltre le autorità hanno fornito uno stimolo ulteriore, con una massiccia iniezione di liquidità nel sistema finanziario. 

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LA GUERRA COMMERCIALE 


Secondo quanto si legge nell’analisi di AllianzGI, “il recente aumento della propensione al rischio, sembra ascrivibile in larga parte alle speranze di una prossima risoluzione del conflitto commerciale tra Stati Uniti e Cina” che porterebbe ad un miglioramento del contesto economico nelle prossime settimane. “Se tali speranze verranno deluse - mette in guardia AllianzGI - aumenterà il rischio di una battuta d’arresto”. 

GLI APPUNTAMENTI DELLA SETTIMANA


Occhi puntati, negli Usa, sugli indicatori anticipatori delle Fed regionali, in programma a inizio settimana, ossia l’indice dell’attività di Chicago e l’indice manifatturiero della Fed di Dallas, e l’indice della Fed di Richmond. “Secondo le stime di consensus, tali indicatori dovrebbero dipingere un quadro leggermente più positivo dell’economia Usa - spiega il director, global capital markets & thematic research di AllianzGI -, facendo aumentare le speranze di un’accelerazione ciclica”. Mercoledì sono attesi gli ordinativi di beni di consumo durevoli che, nonostante il rischio delle tensioni commerciali, si prevede siano in lieve aumento. 

FOCUS SULL’EUROZONA E GIAPPONE


Spostando l’attenzione all’Eurozona, venerdì sono attesi i dati preliminari sull’inflazione dei prezzi al consumo. Sul fronte greggio, nel corso dell’anno i prezzi del petrolio hanno sostenuto l’inflazione. In Germania lunedì sarà il giorno dei dati dell’indice Ifo. I dati sulla fiducia dei consumatori (martedì) e sul mercato del lavoro, attesi venerdì, daranno indicazioni utili sulla crescita in Germania. In Giappone, invece, l’aumento dell’IVA dall’8% al 10% dovrebbe avere un impatto contenuto sulle vendite, rispetto ai precedenti rialzi. 

PIÙ OTTIMISMO SUI MERCATI


“Secondo l’ultimo sondaggio dell’American Association of Individual Investors (AAII), un numero crescente di investitori è passato da un approccio pessimista a uno più ottimista”, conclude Stefan Scheurer nella sua analisi. “In particolare, i fondi azionari europei hanno registrato i primi flussi in entrata dopo oltre 80 settimane di deflussi”. Bisogna restare positivi per il breve periodo? “La speranza è l’ultima a morire ma per far proseguire tale tendenza sarà necessaria una stabilizzazione dell’economia”.
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