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“Mercati azionari pronti per un rally natalizio”

AllianzGI vede ragioni per continuare a sovrappesare l’azionario anche se invita a una certa prudenza. Ma i timori di recessione nel finale dell’anno sembrano aver lasciato il posto a quelli di perdere il treno

di Redazione 13 Dicembre 2019 12:33
financialounge -  Allianz GI azioni Greg Meier outlook

Un 2019 decisamente eccellente per le azioni globali sta per uscire di scena e gli investitori sperano che si chiuda in bellezza con un “rally natalizio”: l’ottimismo dei gestori di fondi sulle prospettive per l’economia globale sta crescendo al ritmo più sostenuto da 25 anni e troverà sicuramente ulteriore impulso dagli ultimi sviluppi sia sul fronte della guerra dei dazi che della Brexit, dopo il trionfo elettorale di Boris Johnson. In questo quadro sembra che i timori di recessione abbiano lasciato il posto al timore di lasciarsi sfuggire eventuali opportunità.

LA PERFORMANCE NON BRILLANTE DEGLI UTILI INDUCE COMUNQUE A UNA CERTA PRUDENZA


Nel suo commento settimanale, Greg Meier Senior Economist Director di Allianz Global Investors, si dice non sorpreso di questo trend: il periodo natalizio è di norma favorevole alle azioni, che hanno registrato rialzi in oltre due terzi di tutti i mesi di dicembre dal 1969 in avanti, in coincidenza con l’avvicinarsi della fine dell’anno e delle chiusure dei bilanci. Ma l’esperto avverte anche che con l’inizio delle festività una certa prudenza potrebbe rivelarsi opportuna, anche perché i rialzi del 2019 non sono stati dovuti a rapidi miglioramenti dei fondamentali societari. Al contrario, dai minimi del 24 dicembre 2018, l’indice S&P 500 è salito del 32% circa mentre gli utili sono aumentati di appena il 2%, il che vuol dire che nel complesso le valutazioni azionarie sono aumentate molto, del 30% circa.

LA POLITICA COMMERCIALE IN PRIMO PIANO, UN FATTORE NON RICORRENTE


Allo stesso tempo, osserva l’esperto di Allianz GI, la crescita economica ha rallentato. Qualche debolezza era attesa, per l’affievolirsi degli stimoli fiscali in USA e i problemi temporanei nella produzione di veicoli e aeroplani, ma la recente decelerazione è ascrivibile essenzialmente al conflitto commerciale USA-Cina, che ha alimentato in corso d’anno timori di recessione in USA. Meier ricorda che è la prima volta che succede: in passato la politica commerciale è stata così incerta solo nel 1994, in occasione dell’annuncio del NAFTA, che però fu uno shock positivo, che dette slancio alla crescita in tutto il Nord America, mentre ora invece i timori sono di uno shock negativo.

IN ARRIVO RAFFICA DI DATI SULLO STATO DI SALUTE DELLE PRINCIPALI ECONOMIE


Secondo l’esperto di AllianzGI l’ottimismo dei gestori è legato alle attese che un accordo commerciale tra USA e Cina possa ridurre l’incertezza che pesa sull’economia globale, ma resta da vedere se gli Stati Uniti minacceranno di imporre dazi anche dopo un possibile accordo, come avvenuto di recente con Messico, Argentina e Brasile. Settimana prossima arrivano nuovi dati sullo stato dell’economia globale: si comincia con vendite al dettaglio, produzione industriale e investimenti in Cina, poi arrivano gli indici PMI di Area Euro, Germania, Francia, Giappone, Regno Unito e Stati Uniti, e su entrambi i fronti potrebbero arrivare segnali di un rimbalzo.

Il 2020 per AllianzGI sarà l’anno della gestione attiva


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NEGLI STATI UNITI TORNA IL CONFRONTO TRA I CANDIDATI DEMOCRATICI


Sul fronte della politica monetaria ci sono invece le riunioni di Bank of England e Bank of Japan che completeranno il giro dopo che Fed e Bce si sono messe in modalità pausa. Intanto in USA va in scena la politica con il sesto dibattito tra i candidati democratici alla presidenza USA in programma giovedì sera. Al momento Joe Biden, Elizabeth Warren e Bernie Sanders sono in testa nei sondaggi.

SOVRAPPESO DELLE AZIONI RESTA GIUSTIFICATO, NESSUNO STRESS DAL CREDITO


Secondo Meier, malgrado le numerose fonti di incertezza, il contesto tecnico giustifica ancora un sovrappeso delle azioni, in quanto la solidità del mercato è messa in luce dalla debolezza del recente consolidamento e dai nuovi afflussi di capitali. Anche se sono presenti numerose posizioni “short volatility”, i mercati creditizi non evidenziano uno stress eccessivo.
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