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Il coronavirus non è la Sars, AllianzGI: "Impatto forte ma breve"

AllianzGI ha confrontato l’andamento delle due epidemie e le conseguenze sui mercati. La conclusione è che l’impatto sull’economia cinese sarà forte ma breve, con opportunità di acquisto di lungo termine

di Virgilio Chelli 2 Marzo 2020 19:00
financialounge -  Allianz Global Investors coronavirus mercati

L’epidemia della Sars che ha colpito la Cina 17 anni fa è la pietra di paragone più ricorrente per valutare l’impatto del coronavirus. Finora la reazione dell’azionario cinese è simile a quella del 2003, in entrambi i casi i mercati hanno recuperato terreno dopo il picco nei casi giornalieri confermati. Oggi le misure di contenimento sono state molto forti e tempestive, penalizzando le società di minori dimensioni a corto di liquidità, con la possibilità di una prosecuzione del consolidamento settoriale, che probabilmente porterà le società leader nei diversi comparti ad ampliare la loro quota di mercato. In ogni caso ogni analisi e previsione deve basarsi sui dati ufficiali cinesi, che contrariamente a ciò che pensano molti vanno giudicati attendibili.

I NUMERI DELLA SARS FURONO PIÙ BASSI MA CON MORTALITÀ MOLTO PIÙ ELEVATA


Sono le conclusioni cui giungono, Shannon Zheng, Senior Product Specialist e da William Russell, Global Head of Product Specialists, Equities, entrambi di Allianz Global Investors, che hanno condotto un’approfondita analisi che confronta gli effetti economici e finanziari delle due epidemie Sars e coronavirus. Al momento del rapporto i numeri sono: oltre 70.000 casi tra diagnosticati e sospetti e più di 2.000 decessi, con conseguenze economiche significative, cifrate dal fatto che a un certo punto il mercato azionario cinese ha registrato una correzione del 12% rispetto ai massimi pre-crisi. Diciassette anni fa la Sars infettò oltre 8.000 persone uccidendone 774 a livello mondiale, con un tasso di mortalità del 9,6%, molto superiore all'1% o meno del coronavirus.

IMPATTO FORTE MA TEMPORANEO, FORTE VOLATILITÀ ALL’INTERNO DEL MERCATO


Gli esperti di AllianzGI partono dall’inversione dell’azionario cinese nel caso della Sars, che coincise con il picco nel numero giornaliero di nuovi casi. Occorsero circa 4 settimane per tornare ai livelli pre-epidemia, con un impatto forte ma temporaneo. Nel caso del Coronavirus l’azionario cinese, dopo aver perso l'8% alla riapertura delle borse di Shanghai e Shenzhen dopo il Capodanno, ha guadagnato il 10% tornando su livelli prossimi a quelli di pre-epidemia. Durante la Sars, inoltre, ci fu una forte volatilità all’interno del mercato, con il settore migliore in un determinato mese che diventava il peggiore il mese successivo. La struttura del mercato delle A-share è molto cambiata negli ultimi 17 anni, ma gli investitori retail sono ancora la maggioranza, e non sarebbe una sorpresa se la storia si ripetesse.

DIFFERENZE CONSIDEREVOLI TRA LE DUE EMERGENZE DOVUTE AL PESO DELLA CINA NEL MONDO


AllianzGI sottolinea le considerevoli differenze tra le due emergenze: la Cina si è trasformata da comparsa ad attore protagonista della crescita globale, i consumi interni hanno superato le esportazioni e gli investimenti sono divenuti il maggiore driver dell'economia. Per questo oggi l'impatto delle politiche di sostegno sarà più modesto, anche per la cautela delle autorità. Finora l’allentamento monetario e fiscale è stato modesto e non paragonabile ai precedenti stimoli che hanno determinato un'eccessiva creazione di credito e un rapido aumento dei livelli di indebitamento. Secondo gli esperti di AllianzGI oggi gli interventi saranno più mirati su incentivi alle piccole e medie imprese mentre a molte società sarà chiesto di fare un "servizio alla nazione", come i gestori di strade a pedaggio, o le banche che dovranno allentare le condizioni creditizie.

CON LA SARS PREVALSE LA NEGAZIONE, OGGI INVECE REAZIONE SENZA PRECEDENTI DELLE AUTORITÀ


Una differenza con la Sars, sottolineata dagli esperti di AllianzGI, è che allora le autorità reagirono con la "negazione" mentre oggi è l’opposto: tra la decisione di mettere in quarantena Wuhan e l'area circostante, con 56 milioni di abitanti, e l'isolamento dell'intera regione sono trascorse appena 8 ore. E in tutta la Cina sono state prese misure senza precedenti, fino che a un certo punto è stato stimato che ben 750 milioni di cinesi fossero sottoposti a restrizioni di qualche genere. Per questo AllianzGI ritiene, anche in controtendenza rispetto ad altri osservatori, che i dati forniti oggi dalla Cina siano affidabili.

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NON INTACCATO IL VALORE DEGLI INVESTIMENTI DI ALLIANZGI, OPPORTUNITÀ DI ACQUISTO


Le conclusioni dell’analisi di AllianzGI mettono in risalto “differenze significative” con la Sars e puntano a un rallentamento economico cinese dovuto al coronavirus “significativo ma relativamente breve”, con politiche di contrasto più limitate. L’andamento dell’azionario cinese riflette la crescente fiducia del mercato, ma numerose società minori avranno difficoltà a sopravvivere. Per questo, secondo AllianzGI, le aziende protagoniste del consolidamento settoriale dovrebbero ampliare la quota di mercato e alla fine sovraperformare. La grande casa ritiene che il valore economico delle società in cui investe non sarà intaccato, e che la forte debolezza del mercato o di singoli titoli potrebbe rappresentare un'opportunità di acquisto nel lungo periodo.
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