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AllianzGI: Brexit e dazi, i mercati aspettano un cenno per scattare

Secondo AllianzGI i progressi nei colloqui Usa-Cina e gli sviluppi sulla Brexit rappresentano i primi punti di svolta, ma attenzione alle pubblicazioni degli utili aziendali

di Fabrizio Arnhold 31 Ottobre 2019 18:05
financialounge -  Allianz GI Brexit dazi la Repubblica Stefan Scheurer

Occhi puntati sull’accordo parziale nella guerra dei dazi tra Stati Uniti e Cina e sui i progressi nei negoziati sulla Brexit che hanno portato un certo ottimismo sui mercati. Per sapere se questo ottimismo durerà anche nei prossimi mesi, bisognerà aspettare di vedere come proseguirà la stagione di pubblicazione degli utili per il terzo trimestre. “Le stime di consensus indicano una flessione degli utili del 4 per cento circa negli Usa che lascia spazio a sorprese positive”, commenta Stefan Scheurer, director, global capital markets & thematic research di AllianzGI.

LA GUERRA DEI DAZI VERSO UN PRIMO ACCORDO


La principale fonte di incertezza per la crescita economica mondiale, negli ultimi due anni, è stata la tensione commerciale tra Cina e Usa. Dopo un lungo periodo di trattative, sembra che le parti abbiano raggiunto un primo accordo, anche se le questioni strutturali legate alla guerra dei dazi restano comunque aperte. “In ottica futura, questa potenziale intesa potrebbe rappresentare un punto di svolta”, si legge nel commento di AllianzGI. “L’attuale impasse infatti pesa sempre più sulla fiducia di imprese e consumatori, nonché sugli investimenti aziendali”. A confermare la tendenza, c’è il sentiment globale delle imprese che è sceso al livello più basso da inizio 2016.

BREXIT, PIÙ PROBABILE UN'USCITA ORDINARIA


Dopo mesi di stallo, nelle ultime settimane sul fronte Brexit si sono registrati dei progressi. Il recente avvicinamento tra il governo britannico e l’Unione europea potrebbe costituire l’altro punto di svolta sui mercati. Per Allianz GI “una soluzione a breve è improbabile, pertanto sui mercati prevarrà un clima di incertezza ancora per qualche tempo”. La Camera dei Comuni ha acconsentito ad avviare la fase successiva del processo legislativo, anche se con tempistiche meno rigide rispetto a quelle proposte dal premier Johnson, facendo quindi apparire un’uscita ordinata del Regno Unito molto più probabile.

LE RIPERCUSSIONI SULL'ATTIVITÀ ECONOMICA


I fattori di tensione e incertezza sul fronte politico, influiscono negativamente sull’attività economica. Secondo le stime del Fondo monetario internazionale, infatti, nel 90 per cento dei Paesi la crescita ha rallentato rispetto all’anno scorso. “Nel terzo trimestre 2019 si attestava al 2,9 per cento, il livello più basso dal 2009”, sottolinea Scheurer. “Gli studi della Fed e del Fmi stimano un impatto negativo del conflitto commerciale sulla crescita economica globale nell’ordine di 80-110 punti base”. A causa dei rischi geopolitici, nel secondo semestre 2019 ci si attente una crescita globale inferiore al potenziale. “Non siamo convinti che una politica monetaria espansiva, in presenza di stimoli fiscali limitati, potrà essere sufficiente nell’attuale fase avanzata del ciclo a compensare i numerosi fattori negativi in ambiti politico ed economico”, aggiunge il director di AllianzGI.

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VERSO UNA RIDUZIONE DEL RISCHIO POLITICO


Il primo accordo sui dazi e i progressi sul fronte Brexit rappresentano i primi punti di svolta? “Una nuova riduzione del premio per il rischio politico nelle prossime settimane - conclude Stefan Scheurer -, insieme ad una politica monetaria sempre più espansiva a livello mondiale, potrebbero sostenere i mercati azionari globali”. Ma non solo. Il posizionamento sempre più attendista degli investitori e la raccolta netta positiva dei fondi obbligazionari potrebbero far pensare ad un’ulteriore svolta sul mercato.
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