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Un portafoglio a prova di shock macroeconomici

Per AllianceBernstein puntare sui settori difensivi non basta per ridurre gli effetti della volatilità sugli investimenti

di Redazione 5 Aprile 2019 07:00

Gestori e analisti si interrogano se siamo in presenza di un semplice rallentamento della crescita economica globale o di fronte ai primi segnali di una recessione, sul cosa accadrà quando le banche centrali torneranno a una politica monetaria più restrittiva, sugli esiti della guerra commerciale tra Usa e Cina o della Brexit. In AllianceBernstein ritengono molto improbabile l’arrivo di una recessione economica su scala globale, ma pensano anche che si stia delineando una tale varietà di possibili scenari da lasciare presagire un aumento della volatilità nel corso dell’anno. Con quale portafoglio affrontare questo scenario di incertezza? Un portafoglio difensivo performa meglio quando l’economia è in frenata, un portafoglio aggressivo è favorito quando c’è una crescita a ritmi sostenuti. Per i gestori di AllianceBernstein la soluzione migliore è rappresentata da un portafoglio azionario attrezzato sia per reagire agli shock, sia per remunerare qualora vi fossero sorprese positive. E per costruire un portafoglio resistente agli shock macro, spiegano, occorrono tre componenti: un’attenta valutazione dei titoli difensivi tradizionali, l’individuazione di temi settoriali che non dipendono dalla crescita economica e, infine, un esame accurato dello stato patrimoniale delle singole società.

RITORNO AI DIFENSIVI TRADIZIONALI


Nella costruzione di un portafoglio azionario difensivo, sottolineano gli esperti di AllianceBernstein, è particolarmente importante porre attenzione ai livelli di quotazione: le valutazioni che il mercato esprime sono dinamiche, cambiano in funzione delle condizioni di mercato, è così possibile trovare che questi possano essere eccessivamente costosi, come è accaduto recentemente per utility e per i titoli immobiliari (REITs) e del settore dei beni di largo consumo.

TEMI CHE NON DIPENDONO DALLA CRESCITA


In AllianceBernstein ritengono che ci siano settori e società meno esposti di altri alle frenate del contesto macroeconomico. Esempi sono i sistemi di pagamento e le società che forniscono servizi legati alle risorse umane, come ADP e Paychex, che stanno beneficiando della crescente tendenza delle aziende a esternalizzare le funzioni di gestione del personale. Anche tra le aziende della grande distribuzione, tradizionalmente considerate cicliche e quindi vulnerabili ai cambiamenti economici, ci sono titoli difensivi, come, ad esempio, T.J. Maxx, un rivenditore di abbigliamento al dettaglio che beneficia della domanda di abbigliamento a basso costo; un’altra nicchia di mercato è rappresentata dall’editoria professionale, con titoli come il gruppo Relx e Wolters Kluwer.

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L’IMPORTANZA DI UNO STATO PATRIMONIALE SOLIDO


I titoli di qualità rimangono la spina dorsale di una strategia azionaria difensiva, esaminarne lo stato patrimoniale è considerato da AllianceBernstein più importante che mai per assicurarsi che questi titoli siano resistenti a qualsiasi scenario economico e a variazioni dei tassi di interesse. “Non tutti i portafogli a basso beta sono davvero resistenti al contesto economico. Attraverso la ricerca di titoli di alta qualità che offrano un livello di stabilità e scambino a valutazioni appetibili, riteniamo sia possibile costruire un portafoglio solido e in grado di adattarsi agli scenari macroeconomici, e che permetta agli investitori di rimanere investiti in un mercato soggetto a episodi di turbolenza, oltre che di beneficare delle fasi di ripresa che seguono i ribassi”, scrivono Sammy Suzuki e Chris Marx , gestori del fondo [tooltip-fondi codice_isin="LU0861579778"]AB Low Volatility Equity Portfolio[/tooltip-fondi] che ha per obiettivo dichiarato proprio quello di offrire rendimenti con minore volatilità, fornendo un andamento più regolare delle performance attraverso i cicli del mercato.
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