L'analisi

Capital Group: ecco perché il Messico ha superato Canada e Cina negli affari con gli Usa

Merito delle politiche di friendshoring e del rinascimento industriale messicano: l’ultimo tassello nella collaborazione con gli States è la gigafactory Tesla a Santa Catarina

di Redazione 14 Maggio 2024 19:30

financialounge -  Capital Group economia friendshoring messico
Tesla ha annunciato l’apertura di una “gigafactory” a Santa Catarina, nello stato di Nuevo León, vicino a Monterrey: costerà 5 miliardi di dollari, verrà inaugurata a breve e sarà il primo impianto di veicoli elettrici dell’azienda americana in Messico. Secondo Lisa Thompson, gestore di portafoglio azionario di Capital Group, si tratta di una vittoria enorme per il Messico, ma non la prima e molto probabilmente non l’ultima, considerata la rapida crescita dell’economia del Paese.

EFFETTO FRIENDSHORING


La tesi di Thompson è suffragata dai dati. Nel 2023 il Messico è risultato il principale partner commerciale degli Stati Uniti, che per la prima volta dopo decenni hanno acquistato più beni dai vicini a sud che da qualsiasi altra parte del mondo: 804 miliardi di dollari il valore degli scambi totali nel 2023, contro i 778 del Canada e i 578 della Cina. Lo stato centroamericano, secondo Thompson, sarebbe riuscito a cogliere meglio di chiunque le opportunità date dal friendshoring: con questo termine, che deriva da “offshoring”, si indica la decisione politica consapevole di incoraggiare il commercio con i Paesi più prossimi geograficamente, in un momento in cui le tensioni aumentano in tutto il mondo.

“LA POSIZIONE DEL MESSICO CONTINUERÀ A MIGLIORARE”


L’ascesa messicana non sembra però dettata solo dalle contingenze, ma anche da elementi strutturali. “Questo è un momento di svolta per il Messico. La Cina è stata il partner commerciale numero 1 degli Stati Uniti per circa un decennio. Prima ancora era il Canada. Si tratta quindi di un grande cambiamento” spiega Thompson. “Nei prossimi anni, prevediamo che la posizione del Messico continuerà a migliorare, visti i vantaggi che offre alle società che vogliono accedere al mercato statunitense. Questi vantaggi includono una forza lavoro qualificata a costi interessanti, solide infrastrutture nel Nord e un facile accesso al petrolio e al gas naturale statunitensi, relativamente poco costosi.”

NON SOLO TESLA


Punti di forza che non ingolosiscono solo le aziende statunitensi. Una delle principali concorrenti di Tesla, la cinese BYD, ha dichiarato di voler seguire l’esempio dell’azienda di Musk, individuando la stessa area industriale in Nuevo León. Il Messico settentrionale è da tempo un luogo rinomato per l'assemblaggio di automobili, con stabilimenti di Ford, General Motors, BMW, Daimler, Toyota e Honda. Secondo l’associazione messicana dei produttori di automobili, oltre il 75% delle auto assemblate in Messico viene esportato negli Stati Uniti.

RINASCIMENTO INDUSTRIALE E DIVERSIFICAZIONE


A contribuire al buon momento del Messico è stato anche il cosiddetto “rinascimento industriale”, ovvero il rilancio della spesa industriale su larga scala dopo decenni di scarsi investimenti. “Questa tendenza è di buon auspicio per le società del settore edile, del riscaldamento e della climatizzazione, nonché dei trasporti e delle attività correlate” spiega Thompson. “Si tratta di un punto di svolta entusiasmante per i mercati emergenti come il Messico e l'India, perché rappresenta un'espansione delle opportunità. Le multinazionali non stanno abbandonando la Cina, ma stanno aggiungendo capacità altrove. Inoltre, le società cinesi sono tra gli attori principali di questa strategia, motivate dalle stesse ragioni delle aziende statunitensi ed europee. I tempi in cui il mondo poteva contare su un'unica fonte di produzione a basso costo sono finiti. Le catene di approvvigionamento diversificate non sono più un lusso, ma un'esigenza".

IL BOOM DELL’MSCI MEXICO E LA CRESCITA DEL PIL


Non sorprende dunque che l’Indice MSCI Mexico sia salito di oltre il 40% nel 2023, superando l'Indice S&P 500 dei titoli statunitensi di ben 14 punti percentuali. E nemmeno che il PIL del Paese sia cresciuto a un tasso due o tre volte superiore rispetto al trend di lungo periodo, che si assesta a un modesto 1-2% del PIL, in linea con quello statunitense. Merito della ripresa dal COVID, ma anche dall’aumentare degli scambi con gli Stati Uniti e dalla riformulazione degli accordi di libero scambi con USA e Canada.

LE SFIDE FUTURE


Perché la crescita continui, conclude Thompson, è necessario che il Messico affronti con successo alcune sfide. "I benefici del rapido sviluppo economico nel nord non hanno riguardato le regioni meridionali del Messico, dove i redditi sono molto più bassi e le opportunità di lavoro sono scarse" commenta il gestore di portafoglio Capital Group. "Analogamente, le città vicine al confine con gli Stati Uniti tendono ad avere infrastrutture eccellenti, mentre le autostrade moderne sono meno diffuse nel Sud del Paese. Il Messico sta attraversando un momento di forte cambiamento e sta traendo grandi benefici dalla ridefinizione delle catene di approvvigionamento in tutto il mondo. Tuttavia, quando ci si allontana un po' di più dal confine, è chiaro che il Messico non sta riscuotendo lo stesso successo nell'attrarre investimenti stranieri. Ci sono alcune grandi debolezze infrastrutturali. Non hanno investito abbastanza nella rete elettrica. E questo frena il progresso in altre parti del Paese. Per il Messico questa è un'opportunità da cogliere. Ma, come sempre, è una questione di esecuzione. Riteniamo che sia una storia entusiasmante a cui guardare con attenzione negli anni a venire".

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