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A Wall Street

Meta torna a sorpresa puntando sulla IA, Big Tech alla ricerca del prezzo giusto

Zuckerberg rilancia il Metaverso sulla nuova frontiera digitale, ma è avaro di dettagli su come può riuscire a vincere la sfida lanciata a Microsoft e Google. Oscillazioni violente delle valutazioni rebus per gli investitori

di Virgilio Chelli 5 Febbraio 2024 08:05
financialounge -  big tech intelligenza artificiale Mark Zuckerberg Meta Metaverso Wall Street

Negli ultimi giorni la Meta di Mark Zuckerberg ha rubato la scena agli altri Magnifici 7 nelle cronache di finanza dopo aver messo a segno un quarto trimestre 2023 stellare oltre le attese, con un balzo del titolo che lo ha riportato a quota 475 dollari. Quando a ottobre 2021 sull’onda della stay-home economy Facebook aveva deciso di diventare il campione del Metaverso viaggiava non troppo distante da quota 400, ma solo per precipitare in area 100 un anno dopo. In pochi vedevano potenzialità nel Metaverso, che sembrava una riedizione avanzata della vecchia Second Life, mentre l’entusiasmo per l’Intelligenza Artificiale doveva ancora esplodere. Il 2022 fu un anno nero per i big tech al contrario del 2023, ma Meta fece molto peggio degli altri Magnifici perdendo quasi due terzi del valore e finendo fuori dal club delle capitalizzazioni da mille miliardi di dollari. Poi l’IA ha dato ai Magnifici una spinta ancora più forte di quella del boom post covid, ma il collegamento con le potenzialità del Metaverso non fu automatico.

LA MNIERA GLOBALE DEI DATI, NON SOLO ECONOMICI


Il ritorno alla grande di Meta, oltretutto, ha coinciso con Zuckerberg sulla graticola in Senato USA perché non avrebbe protetto adeguatamente i minori dagli abusi sui social, costretto a scusarsi con i genitori delle presunte giovani vittime. In altri tempi avrebbe potuto essere devastante per il titolo a Wall Street, ma il 2023 era già stato un anno d’oro con una rincorsa da 130 a 375 dollari, con il botto finale di inizio febbraio. Finora il collegamento tra il ritorno di Meta e del suo Metaverso e l’esplosione dell’IA è stato indiretto. L’Intelligenza Artificiale Generativa si nutre di dati per “imparare”, e nessuno al mondo ha un accesso a un volume di dati paragonabile a quello di Facebook. E non sono solo dati su preferenze di consumo, per il tempo libero e per gli investimenti, sono anche dati di esperienze, emozioni, fantasie, intuizioni o speranze. Tutta roba molto “nutriente” per stimolare la creatività dell’IA generativa.

APERTA NUOVA FRONTIERA, ANCHE APPLE PREPARA ANNUNCIO


Questa volta però Zuckerberg ha deciso di saltare in sella al cavallo al galoppo del nuovo trend, e nella call seguita alla trimestrale ha lanciato direttamente il guanto di sfida a Google e Microsoft con un piano di investimenti in IA da 30 miliardi di dollari l’anno. Dal lancio di ChatGPT, OpenAI e Microsoft hanno dominato la scena dell’IA, con Google che rincorre lanciando continuamente nuovi prodotti, con al seguito tutti i big tech globali, con anche Apple che prepara un grosso annuncio quest’anno. Ora Zuckerberg ha rotto il silenzio e si propone come lo sfidante dei due leader. Per Nvidia e company sicuramente una buona notizia, il mercato dei chip destinati all’IA si allarga ancora. Ma Zuckerberg ha davvero aperto una nuova frontiera fatta di combinazione di Metaverso e IA o sta solo gettando il cuore oltre l’ostacolo?

AMBIZIONI E DISTANZA TRA OBIETTIVI E MEZZI


Sicuramente il fondatore di Facebook, che ieri soffiava 20 candeline, ha carisma. Forse non quanto l’inventore di Tesla, Elon Musk. Entrambi sono affascinati dall’Impero Romano, ma Zuckerberg si atteggia a imperatore dei tempi di massimo splendore, mentre Musk si propone addirittura come il pioniere di una nuova era dopo la caduta. Ambizione e immaginazione non mancano, e la distanza tra obiettivi e mezzi per raggiungerli è grande. Qui Zuckerberg sembra un po' più debole. A parte il lancio della sfida a Microsoft e Google e la decisione di fare dell’IA la sua nuova bandiera, oggi non ha aggiunto molto alla visione futurista con cui aveva annunciato la nascita di Meta poco più di due anni fa. L’asso nella manica che ha lasciato intravvedere è la AGI, che sta per Artificial General Intelligence, ma non ha speso molte parole per spiegare di cosa concretamente si tratta.

VALUTAZIONI SULLE MONTAGNE RUSSE LA NUOVA SFIDA


Il tutto segnala che per l’investitore, anche quello che guarda al lungo termine, negli ultimi quattro anni è emerso con forza il tema delle valutazioni, sia di singoli titoli, che di settori e aree geografiche, fino ai dati economici che hanno conosciuto una volatilità senza precedenti in tempi recenti. Alcuni analisti attribuiscono a Meta un potenziale di rialzo del 50% a 12 mesi con obiettivo 700 dollari. Il problema non è se ci possa arrivare, ma quanto quel livello sarebbe sostenibile. Come per Testa e altre big tech la storia recente non fornisce criteri affidabili, nell’ultimo paio d’anni hanno visto oscillazioni violentissime nonostante capitalizzazioni da migliaia di miliardi di dollari, che dovrebbero offrire stabilità.

Bottom line. Valutazioni che viaggiano sulle montagne russe per titoli che valgono quanto il Pil di Paesi come Canada, Brasile o Italia, mentre anche i dati macro e le aspettative oscillano violentemente, rappresentano una sfida senza precedenti per l’investitore che guarda al lungo termine. Sfida finora affrontata e superata a testa alta, grazie a un sano mix di scetticismo, pazienza ed entusiasmo. Il problema nasce quando quest’ultimo contagia tutti e gonfia le bolle, come in Giappone quasi 50 anni fa o la dot.com mania di fine anni 90. Finora non è il caso oggi.
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