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Mobilità green

Al via la nuova tassa sulle auto diesel e benzina, ecco quanto si pagherà

In attesa dei nuovi motori Euro 7 che arriveranno nel 2025, la Francia ha introdotto una imposta per chi immatricola auto inquinanti, da 50 euro fino a 60mila euro. In Europa il dibattito prosegue

di Redazione 5 Febbraio 2024 09:00
financialounge -  auto benzina Diesel economia tassa

Automobilisti sempre più tartassati. La Francia ha alzato la tassa sui veicoli nuovi inquinanti e pesanti. A Parigi lo chiamano “malus ecologique” e si tratta di una gabella da pagare una tantum, nel momento della prima immatricolazione dell’auto, per favorire la transizione green, garantendo l’immissione sul mercato di veicoli più leggeri e a basse emissioni.

COME SI CALCOLA


Per determinare l’importo da pagare per i veicoli a benzina e diesel, quindi quelli più inquinanti, si tiene in considerazione il parametro legato alle emissioni di CO2 del veicolo. Da inizio 2024, infatti, le auto che emettono più di 117 grammi per chilometro, secondo lo standard Wltp, dovranno pagare. Il limite è stato alzato perché in precedenza era fissato a 123 g/km.

QUANTO SI PAGA


La tassa parte da 50 euro e aumenta rapidamente con il progredire delle emissioni di CO2, fino a un massimo di 60mila euro, diecimila euro in più rispetto al precedente tetto. Non contano solo le emissioni, però, ma anche il peso. I veicoli particolarmente pesanti, di peso pari o superiore a 1.800 chilogrammi, sono soggetti all’imposta. Anche in questo caso il limite è stato ritoccato al rialzo, perché prima arrivava a 1.600 chilogrammi. Per le auto di peso compreso tra 1.600 e 1.799 chilogrammi i proprietari sono costretti a sborsare dieci euro per ogni chilo in eccesso. Il calcolo dell’imposta sale progressivamente, fino a 30 euro al chilo in eccesso, per le auto che pesano oltre i 2.100 kg.

LA SITUAZIONE IN EUROPA


Nel 2015 si fece un tentativo di rivisitare il testo relativo alla direttiva dell'Unione europea sulla tassazione dell'energia, ma senza ottenere successo. Il testo originario risale addirittura al 2003, più di dieci anni prima degli accordi di Parigi sul clima. Due anni fa, la Commissione Ue ha cercato di riavviare la discussione sulla riforma, ma al momento il processo è ancora in stallo. La ragione è chiara: apportare modifiche comporterebbe un aumento delle imposte sulle fonti fossili, come il diesel per i veicoli e il gas per i sistemi di riscaldamento. Questa situazione ha suscitato già accese polemiche, che nei mesi scorsi hanno riguardato anche le "case green”.

I MOTORI EURO 7


Restando sul versante dei motori, il Consiglio europeo ha approvato a settembre 2023 il nuovo regolamento Euro 7 per le auto, con l’obiettivo di raggiungere, entro il 2035, le zero emissioni di CO2. La normativa Euro 7 stabilisce “norme più adeguate” sulla durata delle batterie, per “ridurre le emissioni di inquinanti atmosferici derivanti dal trasporto stradale”, attraverso “l’omologazione dei motori e dei comportamenti dei veicoli a motore”. L’intento è anche quello di ridurre del 25% le emissioni di gas a effetto serra nell’Unione europea. Il nuovo regolamento Euro 7 si applicherà alle auto immatricolate a partire dal 1° luglio 2025.
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