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L'outlook

Per Pictet AM il 2024 non sarà eccezionale per gli investitori, ma l’Europa farà meglio

Gli Stati Uniti lasceranno il podio di prima potenza sui mercati azionari globali, mentre le azioni europee sorprenderanno in positivo. Tornerà in focus il mercato obbligazionario con utili superiori alla media. Da preferire il credito investment grade

di Redazione 4 Gennaio 2024 18:30
financialounge -  azioni Europa giappone mercati obbligazioni Pictet Asset Management Stati Uniti

È appena iniziato quello che potrebbe essere un anno non eccezionale per gli investitori, ma nel quale non mancheranno occasioni da cogliere. Secondo la Strategy unit di Pictet Asset Management, infatti, nel corso del 2024 vedremo la crescita economica rallentare, l’inflazione diminuire sempre più (ma non quanto sperato), rendimenti azionari meno brillanti del 2023, obbligazioni che performeranno meglio. Dal punto di vista geografico, gli Stati Uniti non saranno più la prima potenza sui mercati azionari globali, mentre le azioni europee sorprenderanno in positivo. Allo stesso tempo, le economie dei mercati emergenti supereranno quelle dei Paesi sviluppati, sebbene i punti interrogativi sull’economia cinese rimarranno e porteranno gli investitori a preferire le obbligazioni alle azioni.

IL 2024 NON SARÀ UN ANNO ECCEZIONALE


“È poco probabile che il rischio geopolitico diminuisca in modo significativo – dice Pictet AM – visto che i Paesi emergenti saranno responsabili per la metà delle elezioni che si terranno durante l’anno, il che probabilmente comporterà un leggero aumento della volatilità di mercato. Complessivamente, il 2024 non sarà un anno eccezionale per gli investitori. Allo stesso tempo, però, ci aspettiamo che la stretta correlazione tra le asset class che ha caratterizzato i mercati negli ultimi anni, in cui azioni e obbligazioni si sono mosse di pari passo, si attenui. Ciò dovrebbe consentire ai portafogli bilanciati di mostrare una migliore diversificazione”.

STATI UNITI PERFORMERANNO MENO


In un contesto economico poco promettente, caratterizzato da una crescita stagnante nelle economie sviluppate, disoccupazione in aumento e inflazione che si rifiuta ostinatamente di tornare ai target delle banche centrali, come ci si orienterà? Per Pictet Asset Management le azioni globali potrebbero generare rendimenti buoni nel 2024, anche se non spettacolari. Sarà soprattutto il momento dell’Europa: la riduzione dei margini di crescita globali dovrebbe portare i settori difensivi a fare meglio dei titoli growth più ciclici. “I nostri modelli economici ci portano a prevedere una crescita degli utili globali di circa il 4% per il prossimo anno, il 6% in meno rispetto alle stime degli analisti. Il divario tra le aspettative di utili del mercato e le nostre proiezioni è più accentuato negli Stati Uniti, dove prevediamo un rallentamento della crescita economica causato dall’effetto ancora non scontato del rialzo dei tassi di interesse. Considerato che un indebolimento dell’economia tende a colpire gli utili societari, per il 2024 prevediamo un'inversione della recente sovraperformance delle azioni statunitensi”, scrive la strategy unit.

LA RINASCITA DELL’EUROPA


L’Europa, invece, dovrebbe andare meglio. Qui le aspettative sugli utili sono molto più contenute e lasciano meno spazio a delusioni. Il sentiment ribassista degli investitori dovrebbe gradualmente migliorare con la ripresa dell’economia: prevista una crescita del Pil dell’Eurozona aumenterà allo 0,7% nel 2024, in linea con la crescita statunitense (rispetto al -2% del 2023). Gli scambi nel Vecchio Continente avvengono con un rapporto price-to-earnings a termine su 12 mesi pari a 12 volte, rispetto alle 19 volte degli Stati Uniti. Anche rettificato per le differenze settoriali, tale sconto di valutazioni risulta essere senza precedenti.

IL POTENZIALE DEL GIAPPONE


Pictet Asset Management individua anche nel Giappone un buon potenziale di crescita. Il Paese dovrebbe godere ancora del vento in poppa portato dalla favorevole riforma della governance societaria e dall’uscita dell'economia dalla deflazione. Per quanto riguarda le economie emergenti, rimangono interessanti le valutazioni azionarie, ma includendo anche le valutazioni per i rischi geopolitici crescenti e l’incertezza che ruota attorno alla Cina, sia in termini di prospettive per il mercato immobiliare sia in termini di lotta per la supremazia con gli usa. “Pertanto, preferiamo mantenere l’esposizione ai mercati emergenti tramite l’obbligazionario piuttosto che l’azionario”, scrivono gli analisti. Inoltre, la posizione difensiva include anche una preferenza per lo stile quality, con un’esposizione sui settori dell’energia, dell’intelligenza artificiale e dell’healthcare.

L’ANNO DEL MERCATO OBBLIGAZIONARIO


Dovremmo essere vicini alla fine di quello che alcuni hanno definito “il più grande mercato obbligazionario ribassista di tutti i tempi”. È probabile che, in quest’anno, i mercati globali del reddito fisso producano utili superiori alla media, grazie a un reddito da cedole più elevato, alla debolezza della crescita nominale dell'economia globale e a un graduale allontanamento dalle politiche aggressive di stretta monetaria delle banche centrali. Per quanto riguarda il debito societario, meglio preferire il credito investment grade rispetto alle obbligazioni high yield.

IL LENTO DECLINO DEL DOLLARO USA


Il dollaro comincerà un periodo di declino lento ma prolungato. Il vantaggio di rendimento della valuta rispetto alle controparti dei mercati sviluppati scomparirà di pari passo con la discesa della crescita del Pil statunitense al di sotto di quella della maggior parte delle altre economie sviluppate nel corso del 2024. “Per quest’anno prevediamo un calo del dollaro di almeno il 5% rispetto al paniere delle principali valute di riferimento. Lo yen dovrebbe trarre il massimo vantaggio dalla debolezza del dollaro. Anche l’attrattiva degli investimenti nell’oro è in crescita. Il calo dei tassi reali statunitensi e l’indebolimento del dollaro dovrebbero essere favorevoli al metallo prezioso, sebbene la sua valutazione non sia più così interessante dopo il rialzo di quasi il 10% del 2023, soprattutto a seguito del conflitto tra Israele e Hamas”, conclude Pictet Asset Management.
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