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Tutti i motivi del miracolo del Portogallo

Moody’s porta Lisbona da Baa2 ad A3. Perché la doppia promozione dell’agenzia di rating e come ci sono arrivati

di Lorenzo Cleopazzo 26 Novembre 2023 09:30
financialounge -  mercati obbligazioni portogallo sunday view titoli di stato

Tlò-tloc. Tlò-tloc. Tlò-tloc. Immaginiamo di essere abituati a questo rumore. Immaginiamo che l’incedere di queste sillabe riempia le nostre strade e pervada le nostre giornate. Tlò-tloc. Tlò-tloc. Tlò-tloc. Un suono che è sempre stato parte delle nostre vite, così come gli oggetti che lo provocano e quelli che vi sono annessi e connessi. Ora immaginiamo idealmente di scostare la tenda della finestra, volgere lo sguardo a quel suono. Cosa ci aspetteremmo di vedere? Probabilmente quello a cui siamo abituati, appunto: dei cavalli che muovono una carrozza. Ecco ora pensiamo che non è proprio come ce l’aspetteremmo: la carrozza non è il solito calesse con grosse ruote in legno, ma un vagone che si muove su rotaie di metallo. È il 1876, e sulle pagine di uno dei primissimi numeri del neonato Corriere della Sera, la signora Pina sta leggendo con ogni probabilità del primo tram di Milano. Un mezzo che collega la città a Monza, su 13 km totalmente in piano. Non sappiamo se sulle colonne del Corriere ci fosse scritto, ma tre anni prima, da qualche parte, qualcuno aveva già scostato la sua di tenda, e aveva già visto un vagone su rotaie trainato da dei cavalli. Ma non in piano, in salita. È il famoso “Vinte e oito”, il tram 28 che è ormai uno dei simboli di Lisbona, e che questa settimana ci torna incredibilmente utile come metafora di ciò che vogliamo raccontare: ovvero di come in Portogallo siano arrivati – prima di noi – a una risalita lenta ma decisa.

Pronti a partire? Allora tutti a bordo! Prossima fermata, anzi, proxima parada: Sunday View.

IL MIRACOLO (?)


È il 2011, il primo ministro portoghese Jose Socrates parla alla nazione di un punto di non ritorno di fronte a "rischi che il paese non dovrebbe assumersi". Sono passati quasi 13 anni, e ora l’agenzia di rating Moody’s non solo promuove il Portogallo, ma gli fa fare un bel doppio salto in avanti: da Baa2 ad A3, passando da uno status di medio rischio d’insolvenza, a un avanzamento che in “Moodysiano” si traduce in “Qualità superiore alla media e rischio d’insolvenza basso”. Mica male.

Ma cos’è successo dalle parti di Lisbona? Il “punto di non ritorno” che paventava Socrates nel 2011 riassumeva la situazione del Portogallo, allora paese Pigs – più che acronimo, nomignolo dispregiativo che l’accomunava a Italia, Grecia e Spagna –, che deve chiedere un prestito d’emergenza di 78 miliardi di euro. Il Pil è in picchiata e il debito in netta risalita, la disoccupazione dilaga e moltissimi lasciano il paese. I titoli di stato sono carta straccia e il Parlamento boccia l’austerity del governo, che crolla. Un disastro.

Quindi dicevamo: che è successo dalle parti di Lisbona? Partiamo da un fatto: non siamo di fronte a un miracolo economico, ma al risultato di tanta progettazione e altrettanto olio di gomito. È la stessa Moody’s a spiegarlo: merito delle molte riforme economico-fiscali e strutturali, accompagnate da importanti investimenti pubblici e privati. Tutto in salsa Pnrr. Le mosse sono state improntate alla riduzione del debito del settore privato, oltre che al rafforzamento del sistema bancario, e questo ha permesso a un Paese apparentemente bloccato dal passato, di riprendere a vivere nel presente.

FADO


In Portogallo tutto va a un proprio ritmo. Non perché la gente vada più piano o più veloce che altrove, ma semplicemente perché tutto ha il suo ritmo. Il tempo e l’armonia del Fado, la musica popolare lusitana di chi sembra scivolare elegantemente sulle note malinconiche e potenti di una guitarra appena pizzicata e della voce che l’avvolge. Una musica che racconta della saudade, un sentimento agrodolce nato nel cuore dei marinai e degli esploratori portoghesi, che lontani da casa vivevano nei ricordi. E forse non è un caso che proprio questi, i ricordi, assieme alla forza e alla resilienza dei personaggi, sembrano essere il motore che muove il romanzo più famoso dell’autore più celebre del Portogallo: Cecità, di José Saramago. Premio Nobel per la letteratura 2018, voce eminente della fantasia della propria terra, che in questo libro ha saputo descrivere con distaccata empatia – e chi l’ha letto sa che l’ossimoro non è un caso – un mondo in cui tutti gli esseri umani perdono improvvisamente la vista. Nonostante questo, impareranno a vivere e a muoversi, facendo affidamento sulla propria voglia di non arrendersi e di riconquistare la propria indipendenza. Quello che sembrava un punto di non ritorno, è diventato il punto di partenza per un nuovo cammino. Nonostante un ostacolo che sembrava insormontabile, i protagonisti si rimboccano le maniche e cominciano la loro risalita verso la luce. Ricorda qualcosa?

PARABÉNS


Forse sì, qualcosa ricorda. Che se l’epidemia di Cecità ha messo i personaggi di fronte a delle scelte difficili, anche il periodo nero dell’economia portoghese ha fatto lo stesso coi suoi cittadini. Quindi tanto di cappello al Portogallo che ha raddrizzato le aspettative sulla propria economia. Ora che Moody’s l’ha battezzata in A3, da quelle parti si prevede un futuro luminoso nel medio-lungo termine. Per intenderci: noi qualche tempo fa abbiamo gioito per la decisione della stessa agenzia di confermarci in Baa3, e questi ci sono sfrecciati davanti come un’auto il cui guidatore si è appena ricordato di cambiare marcia. L’abbiamo visto arrivare dallo specchietto retrovisore? Forse no, ma lo abbiamo mai davvero guardato quello specchietto? Forse no. Come per la storia dei tram, ovviamente non si tratta di una gara, ma di un esempio così positivo che non si può che prendere spunto per il nostro futuro. Quindi sì, parabéns Portugal. Sperando che il banale scambio di persona che ha portato il premier António Costa alle dimissioni, e alle dovute elezioni di inizio 2024, non rimischino le carte in tavola.

BONUS TRACK


C’è ottimismo dalle parti di Lisbona. L’economia ha ripreso ad andare alla grande, il turismo è scoppiato e i pasteis de nata brillano come oro sotto il sole. E chissà che persino le canzoni di Fado non diventino improvvisamente allegre.
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